Vibrazioni positiveCon Awa Fall l’Italia esporta la musica reggae

A soli 24 anni la cantante italosenegalese, nata e cresciuta a Bergamo, è già una stella del genere che affonda le radici nella cultura e nel sound giamaicano. Fa in media un centinaio di concerti ogni anno in tutta Europa, ma sul suo Paese si dice combattuta a causa della discriminazione discografica

Nuove radici

Awa Fall costituisce un unicum sulla scena musicale europea. A soli 24 anni, infatti, la cantante italosenegalese nata e cresciuta a Bergamo in una famiglia tutta al femminile, è una stella del reggae.

Dal suo metro e novanta di altezza svetta come un sound system, quel muro di casse del suono che affonda le radici nella cultura musicale giamaicana per diffondere vibrazioni positive nelle strade.

Grinta e determinazione non le mancano, insieme a una voce che la porterà lontano. Il rischio, però, è che faccia un biglietto di sola andata perché, come lei stessa ammette, «mi piace l’Italia ma tutto mi fa pensare che qui non ci sia posto per me».

Il viaggio in Africa
È nata e cresciuta a Bergamo con la mamma, la zia e la nonna, trascorrendo un’infanzia serena in cui non le è mancato nulla, nonostante qualche difficoltà economica. È dovuta arrivare alla maggiore età per riuscire ad andare alla scoperta delle origini senegalesi ereditate dal padre.

«A 18 anni sono andata da sola in Senegal alla ricerca delle mie radici. Posso dire che è stato il viaggio della vita e ogni volta che ne parlo mi viene la pelle d’oca». Suo padre ha costruito un’altra famiglia in Africa, dando ad Awa altri tre fratelli, oltre a quello italiano da parte di madre.

«In Senegal uno dei miei fratelli mi ha aiutato con il wolof e il francese, facendo da mediatore con i miei nonni, che finalmente ho potuto abbracciare per la prima volta. Ho vissuto questa esperienza senza paura, pronta a ricevere quello che sarebbe successo. È stato un tassello importante».

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