Accoglienza gentileNatalia Demagistre, la psicologa che aiuta a superare il trauma della migrazione

Originaria di Buenos Aires e in Italia da dieci anni per amore, ha deciso di mettere a disposizione le proprie competenze per aiutare i migranti nel processo di integrazione e di elaborazione dello stress dovuto al cambio di vita

NR

Mi chiamo Natalia Demagistre e, come tanti, vivo in una terra diversa da quella in cui sono nata. Vengo da Buenos Aires ma dieci anni fa ho scelto di trasferirmi in Italia per amore. Sono una psicologa, e il mio diploma è stato riconosciuto anche qui, ho un marito e un figlio di otto anni. Sono anch’io un frutto della migrazione, ma a differenza di molti il mio processo di inserimento nella società italiana è avvenuto senza grossi strappi. La migrazione il più delle volte non è un processo lineare. La diversità dei gruppi può essere una risorsa, ma può causare anche resistenze e il rischio che non ci si verifichi una “integrazione”.

Quando le diverse culture non si “incontrano”, ma si “scontrano”, la situazione può provocare disagio e discriminazione. Collaboro con l’associazione Amsi, l‘Associazione Medici Stranieri in Italia, fornendo supporto psicologico tramite lo sportello digitale e gratuito. Parte del lavoro dello sportello psicologico, all’interno di un centro di accoglienza, è quello di predisporre le basi per un percorso di ricostruzione della propria identità e l’unione del doppio: abbandonare un Paese per inserirsi in uno nuovo, l’utilizzo di una doppia lingua e così via. Il lavoro di elaborazione del doppio verso una “integrazione” con il Paese ospitante non è sempre un percorso facile. I migranti manifestano stress e incapacità immediata di trasmettere verbalmente il proprio disagio legato al cambiamento.

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