Volontariato verdeTutte le promesse del Servizio civile ambientale

La proposta, avanzata a fine marzo dai parlamentari di FacciamoEco - Federazione dei Verdi, ha trovato risposta nella firma del protocollo d’intesa da parte dei ministri della Transizione ecologica e Politiche giovanili Roberto Cingolani e Fabiana Dadone per realizzare programmi finalizzati alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica

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Venti milioni di euro per promuovere il Programma quadro sperimentale “Servizio civile ambientale e per lo sviluppo sostenibile”.

Pensato per i giovani under 35 da impegnare in programmi finalizzati alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica, questo progetto di volontariato green ha visto la luce il 29 agosto con la firma del protocollo d’intesa biennale da parte dei ministri della Transizione ecologica e Politiche giovanili Roberto Cingolani e Fabiana Dadone.

L’iniziativa mira a promuovere la salvaguardia dell’ambiente attraverso il potenziamento della conoscenza e le attività sul territorio, ma anche valorizzare la biodiversità.

Dieci milioni di euro saranno stanziati, per il 2022, dal Mite e altri dieci milioni di euro, per il 2021, dal Dipartimento per le politiche giovanili. Nata nell’ambito del progetto Green New Deal, proposto nel 2019 dalla parlamentare statunitense Alexandria Ocasio-Cortez, a fine marzo l’idea è stata ripresa in Italia dai parlamentari di FacciamoEco – Federazione dei Verdi e subito ben accolta dal ministro Cingolani, che aveva dichiarato: «Credo possa essere una valida occasione formativa e lavorativa per i giovani, un percorso professionalizzante per prepararli alle future sfide della transizione ecologica. È in corso una riflessione per valutare come inserirlo nel Pnrr e nelle iniziative a esso correlate. È una strada sicuramente da esplorare».

Tra i pilastri del Servizio civile ambientale figurano l’incremento del numero di operatori volontari da impiegare in programmi d’intervento specifici e progetti dedicati alle tematiche ambientali e alla transizione ecologica, il potenziamento delle conoscenze e competenze degli enti di Servizio civile universale attraverso percorsi di capacity building e l’aumento delle conoscenze dei volontari in ambito ambientale, sostenibilità e alla transizione ecologica.

L’intento del progetto è quello di creare percorsi di formazione, valorizzare la tutela della biodiversità e orientare i giovani verso i green jobs. Un altro punto è la lotta dello spreco alimentare, la promozione di energie rinnovabili, la digitalizzazione, la bioeconomy, lo sviluppo delle nuove tecnologie.

Grande attenzione sarà rivolta alla tutela del patrimonio marino-costiero, blue economy, lotta al marine litter, Green Public Procurement, cioè il sistema di acquisti di prodotti e servizi che hanno un minore effetto sulla salute umana e sull’ambiente, e i Criteri Ambientali Minimi – ovvero i requisiti ambientali che permettono di individuare il prodotto, servizio o progetto con il minore impatto possibile sull’ambiente e lungo l’intero ciclo di vita -, educazione ambientale.

Come si legge sulla pagina del Ministero della Transizione Ecologica, gli ultimi due punti del Servizio Civile Ambientale sono: «Promuovere, attraverso i giovani operatori volontari, attività educative rivolte alla comunità o a particolari categorie, con l’intento di curare la diffusione della cultura della sostenibilità ambientale e sociale sui temi della green economy; impiegare i giovani operatori volontari in azioni e servizi finalizzati all’attuazione delle azioni comprese nell’ambito delle Strategie nazionali, regionali e locali per lo sviluppo sostenibile, in particolare per organizzazioni private e pubbliche amministrazioni».

Riassumendo, con il Servizio civile ambientale verranno proposti una serie di progetti green – da parte degli Enti interessati a partecipare al programma – cui i giovani potranno candidarsi: benché non sia ancora stato pubblicato il bando ufficiale, si prevede che ai volontari del Servizio civile ambientale sia corrisposta la stessa retribuzione mensile stabilita per il volontariato universale, ovvero circa 440 euro.

Il Ministero della transizione ecologica con l’aiuto delle strutture ministeriali e degli Enti di ricerca vigilati si impegnerà ad attivare le attività di formazione per gli operatori volontari che verranno sostenute anche dall’Istituto Superiore di Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) e dal Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA). Ai progetti green collaboreranno anche i centri di ricerca pubblici, le università e le associazioni di protezione ambientale legalmente riconosciute.

A conclusione del servizio, ai giovani volontari verrà rilasciata un’attestazione per le competenze acquisite dal dipartimento delle Politiche Giovanili e dal ministero della Transizione Ecologica.

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