Non basta un poco di zucchero perché la pillola, in questo caso troppo amara, di certo non va giù. Almeno per i 26 dipendenti del Disney Store Milano (ma in totale sono 230 circa in tutta Italia) che dalla fine di ottobre vedranno chiudere definitivamente la saracinesca del negozio in cui lavorano da tempo.
La catena internazionale specializzata nella vendita di prodotti a marchio Disney ha deciso infatti di puntare sull’online. Uno dopo l’altro, stanno chiudendo tutti i negozi in Italia (Milano sarà l’ultimo) e i sogni, che fino a poco tempo fa sono stati desideri, ora diventano incubi per molti lavoratori (i quali hanno appreso la notizia inaspettatamente e che in parte verranno reintegrati dal gruppo Percassi che opera nel retail commerciale).
In tutta questa storia, però, che se fosse la favola di Cenerentola saremmo fermi ancora alla scena dell’invito al ballo, senza un vestito, con una semplice zucca che nessuno ha pensato di trasformare in carrozza (in altre parole, ancora immersi nella delusione e nell’amarezza, abbastanza distanti da un certo lieto fine), in questa storia, si scriveva, c’è un particolare che sta sfuggendo a molti. Chiude per sempre il Disney Store di corso Vittorio Emanuele a Milano e chissà tutti noi come faremo.
Spoiler: non c’è soluzione. A chiudere, infatti, non è un semplice negozio, è una vera fabbrica di sogni che, nella nostra città, ha decisamente fatto la storia. Un esempio su tutti: febbraio 2012, giorno dell’inaugurazione del nuovo store in centro: «Poco più avanti, nel corso, rispetto al precedente – ci racconta Nadia, 39 anni e cast member del Disney Store Milano da 12 – da piazza Duomo a San Babila era tutto bloccato. Fu una vera grande festa per tutta la città. Minnie e Topolino a bordo di un’auto d’epoca sfilavano dal Duomo, con loro la banda e una folla immensa di persone ai lati. Davanti all’ingresso del negozio si celebrava la cerimonia d’apertura, poi diventata un appuntamento quotidiano, una delle cose più affascinanti di quel negozio. Io mi sentivo così piccola davanti a quelle centinaia di persone che non attendevano altro che entrare e vivere la magia».
Ci racconta la sua testimonianza anche Lucia, 36 anni: «lavoro per Disney Store da 14 e in tutto questo tempo siamo sempre stati un punto di riferimento. Non solo per i bambini, ma anche per gli adulti, a cui tiravamo fuori quel lato fanciullesco che tenevano nascosto. Non si riesce a immaginare il centro di Milano senza Disney Store, con i bambini che alle 8 del mattino aspettavano, prima di andare a scuola, per fare la cerimonia e aprire il negozio con la grande chiave. Con la pioggia, la neve, con la lunga coda a Natale o Carnevale, tutto per stare lì dentro anche solo cinque minuti ma la scenografia, la musica, l’impatto, era tutto speciale». Mancherà alla città? «Milano senza Disney Store è come una pizza margherita senza foglia di basilico, mancherà di certo quel profumo che fa la differenza».
Il grande vuoto sarà anche per i cittadini e i turisti che qui dentro si sono sentiti un po’ a casa: «Siamo tutti cresciuti a pane e Disney» precisa Nadia. Si faccia avanti chi può testimoniare il contrario. Entrare in quel negozio di fronte a piazza San Carlo significava per davvero entrare in uno spazio temporale incantato, una sorta di Narnia (sì, “Le cronache di Narnia” è una distribuzione Disney Pictures, il riferimento si può fare) in cui, una volta dentro, scegliere un giocattolo era forse l’ultima delle priorità.
La musica si faceva più alta all’improvviso e partiva una parata lungo i corridoi di persone e personaggi praticamente piovuti da un’altra dimensione. Lo specchio magico ti parlava, il castello ti accoglieva per i giochi a tema sullo schermo, Trilly e Buzz Lightyear si rincorrevano tridimensionali sulle pareti, ma dai, di cosa stiamo parlando».
Daniela è una cast member da quando ha 25 anni e dal suo primo giorno a Milano ne sono passati 20: «una volta entrati in quel negozio si era completamente circondati dai ricordi d’infanzia, da tutte quelle sensazioni che lasciano a bocca aperta e sfociano in un’esplosione di sorrisi e di allegria. Proprio come quando sei un bambino e vedi tutto per la prima volta. Era come immergersi in quelle storie e in quelle fantasie che ti accompagnano fin da piccolo».
Anche solo per la colonna sonora sempre in funzione, il processo automatico era quello di ritornare bambini: «Fai una fischiatina» (da Pinocchio), dice qualcosa? Un tuffo al cuore, impossibile da vivere online (mettiamoci tutti una pietra sopra). «I cuori di tutti si sono infranti ma rimane il ricordo dolce, magico, profondo e unico e sarà presente per sempre» conclude Rossella, store manager del Disney Store Milano che ormai, per davvero, c’era una volta. Un abbraccio sincero.