Basi su cui costruireCom’è andata la lista dei Riformisti alle elezioni

Il 4% delle preferenze e oltre 18mila voti raccolti segnano un buon punto di partenza per la lista che a Milano ha riunito le forze liberali e centriste: in Consiglio comunale sono state elette la parlamentare Lisa Noja e la manager Giulia Pastorella

Pexels

Il risultato dice 4,01%, con oltre 18mila voti. E due eletti in consiglio comunale. I Riformisti ci sono. Il progetto che ha riunito Italia viva, Azione, +Europa, Alleanza civica e altri movimenti civici ha ottenuto un risultato sul quale costruire un cammino politico che abbia al centro le competenze, il rifiuto dei populismi, l’inclusione e l’intervento concreto oltre le ideologie.

C’è un dato numerico e fortemente politico che va rilevato: quel 4% a fronte del 2,7% ottenuto dal Movimento 5 stelle. Fin dall’inizio della campagna elettorale I Riformisti avevano posto come punto imprescindibile per la loro partecipazione a sostegno di Beppe Sala l’inconciliabilità con i Cinquestelle, fondata non su una pregiudiziale, ma su una valutazione oggettiva: nessuna coabitazione era possibile con chi aveva avversato in tutti i modi l’esperienza di Expo, per esempio, che ha impresso una spinta di modernità indispensabile a Milano, e nessun cammino comune era possibile con chi aveva condotto una politica antieuropeista e populista.

Il risultato del voto amministrativo ha dato ragione ai Riformisti, e soprattutto ha sancito che a Milano la proposta riformista ha la sua casa ideale.

In Consiglio comunale siederanno Lisa Noja, parlamentare di Italia Viva, già delegata del sindaco per le politiche sull’accessibilità, che ha condotto tutta la campagna elettorale sui temi dell’inclusione e della partecipazione senza ostacoli e preclusioni, e Giulia Pastorella, di Azione, già candidata alle scorse elezioni europee; manager, ha incentrato la sua proposta su digitalizzazione e internazionalizzazione della città. Sono state elette rispettivamente con 1629 e 1542 preferenze. Primo dei non eletti è Gianmaria Radice (di Italia viva), esperto di comunicazione aziendale, con una proposta elettorale incentrata sulla ripresa della cultura e degli eventi dopo la pandemia.

In capo a pochi giorni Sala affronterà il tema delle composizione della giunta. Di un ingresso dei Riformisti si era già ventilato durante la campagna elettorale; dopo la comunicazione del risultato elettorale il sindaco ha affermato che nel governo cittadino vi sarà non solo chi ha ottenuto un risultato di rilievo, ma anche chi ha profuso impegno nel percorso verso il voto. Ma la richiesta da parte di Milano di un progetto riformista nelle istituzioni è espressa anche dal risultato nei singoli municipi, che vede I Riformisti essere terzo partito in tre consigli, con la presidenza del municipio 7 ed eletti in tutti gli altri.

Ora si tratta di costruire una visione futura. L’evento di chiusura della campagna elettorale che aveva visto sullo stesso palco Beppe Sala e Carlo Calenda, con la ministra Elena Bonetti e in collegamento Emma Bonino, aveva confermato il disegno di far partire da Milano un possibile progetto unitario nazionale.

Nello stesso solco si innesta il messaggio diffuso dopo il voto da Gianfranco Librandi, una della anime del progetto, secondo il quale «quanto fatto a Milano rappresenta la base per l’innovativo progetto dei riformisti, da costruire insieme alle forze moderate e progressiste con lo scopo di essere presenti ai prossimi appuntamenti nazionali». Il 3 e 4 ottobre è stato solo un punto di partenza, insomma.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter