Cucina con GastronomikaLa torta dell’autunno che non puoi non saper fare

La plum torte di Marian Burros è stata per decenni la ricetta più pubblicata sul New York Times. Abbiamo provato a capire perché, e i motivi sono innumerevoli, razionali e poetici. È l’archetipo della ricetta perfetta, e l’abbiamo tradotta e adattata per voi

La torta di Marian Burros è probabilmente la ricetta più famosa che sia mai apparsa sulle pagine del New York Times. È stata ripubblicata sul giornale una dozzina di volte in altrettanti anni, a volte con modifiche, a volte nella versione originale. Uscita per la prima volta nel 1983 è stata puntualmente riproposta ogni anno fino al 1989, quando finalmente i redattori hanno deciso che se ne poteva fare a meno. Ma i lettori si sono opposti e per contrastare le proteste che si aspettavano arrivassero l’ultima volta hanno deciso di pubblicare la ricetta stampata in caratteri più grandi e invitando a ritagliarla per conservarla. Nonostante queste accortezze le proteste sono arrivate lo stesso e il giornale ha dovuto cedere alle pressioni e a ha continuato nelle pubblicazioni, ad anni alterni, fino ad arrivare a ben 12 pubblicazioni dello stesso contenuto, un vero record.

Ma che cos’ha di così speciale questa torta? Di sicuro, la semplicità di esecuzione. È davvero la torta perfetta per chi è alle prime armi, ma è anche adatta a chi è già esperto ma vuole qualcosa di estremamente facile da cucinare anche all’ultimo. Usa solo ingredienti facilissimi da reperire in qualunque cucina, che tutti noi abbiamo già in casa sicuramente: questo la rende una torta che si può fare sempre, nell’istante in cui ci viene in mente. Non ha bisogno di grande strumentazione, anzi: bastano una ciotola, una forchetta e una tortiera per realizzarla. E con i pesi americani, non serve nemmeno la bilancia: perché anche questo aspetto della faccenda è determinante nel successo di una ricetta. Semplificata come nessuna altra ricetta di pasticceria, è davvero un pass partout per chi ha voglia di una merenda sfiziosa o di una dolce colazione. È rapidissima da preparare: il tempo più lungo è quello richiesto dalla cottura, ma quando la torta è in forno noi possiamo metterci a fare altro. Ma forse la sua vera forza, il motivo per cui è diventata così celebre, è la sua versatilità. Perché se la pasticceria – di norma – è rigore e precisione, questa torta sfata tutti i paletti perché viene sempre, anche quando cambiamo in modo arbitrario i suoi elementi. Esistono innumerevoli versioni di questa torta, e ognuno la può interpretare a suo piacimento, ma soprattutto la può realizzare con qualunque cosa ha in casa in quel momento. Non hai farina bianca? Usa integrale, o mandorle, o riso, o mais, o un mix di tutte: cambierà il sapore ma la ricetta verrà comunque.

Questa preparazione è una “base” su cui lasciarsi andare, quell’alchimia perfetta da personalizzare a seconda dell’estro o del bisogno del momento. Non hai prugne? Usa fichi, mele, frutti di bosco. Non hai frutta fresca? Aggiungi frutta conservata, addirittura confettura. Vuoi più croccantezza? Inserisci frutta secca. Vuoi una tortina monoporzione? Cambia stampo e diventa una piccola coccola perfetta da portare a scuola o in ufficio.

Si può congelare da cruda e da cotta, e mantiene comunque la sua bontà: il consiglio è quindi di farne doppia dose per essere felici due volte. Basta metterla in un contenitore adatto prima di cuocerla, senza frutta, e scongelarla prima di cuocerla, aggiungendo la frutta preferita. Se invece ve ne avanza una fetta (non succederà) potrete conservarla in congelatore avvolta in carta da forno e alluminio: per scongelarla basterà un passaggio in forno e sarà buona (quasi) come prima.

Questa ricetta è insomma l’archetipo della ricetta perfetta: ha tutto ciò che serve per diventare la preferita di tutte le cucine di casa.

E ha qualcosa in più, qualcosa di intangibile ma non per questo meno intrigante: è perfetta per il passaggio di stagione che stiamo vivendo. Perché porta ancora con sé la ricchezza di sapore dell’estate, con le ultime prugne a darci quella sferzata di sole e di passione, ma ha già quel calore del forno, quella sensazione di autunno che fa subito conforto, tè caldo, domeniche pigre passate sul divano, tra un tè e un libro da sfogliare. È in quella comfort zone perfetta che sta a metà tra ciò che non vogliamo lasciar andare e ciò che invece desideriamo torni. Tutto, in un’unica meravigliosa fetta.

La volete provare anche voi? Ecco la ricetta, italianizzata dall’originale, che comunque trovate qui.
Accendete il forno a 200 gradi e, mentre si scalda, montate in una ciotola mezza tazza di burro morbido con 1 tazza di zucchero, meglio con le fruste elettriche, ma anche con la forchetta va bene. Unite una tazza di farina, mezza bustina di lievito per dolci, 2 uova e un pizzico di sale e mescolare fino a ottenere un impasto liscio. Versarlo in una teglia e inserire nell’impasto 10 prugne snocciolate e divise a metà, con la buccia rivolta verso l’alto. Cospargere di zucchero a velo e cannella, se amate il tocco speziato. Infornate per 40 minuti, verificate con lo stecchino la cottura prima di sfornare. Se resistete, fatela raffreddare prima di mangiarla. Ringraziateci per averla tradotta.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter