Full immersionA Milano è arrivato l’oceano

“IllusiOcean, il mare che non ti aspetti”, la mostra interattiva allestita all’Università Bicocca, usa la realtà virtuale e aumentata per sensibilizzare alla salvaguardia degli ecosistemi oceanici. E merita una visita

L’immensità, la meraviglia del mondo sommerso, talmente potente da sembrare illusione e sensibilizzare più di ogni parola. “IllusiOcean, il mare che non ti aspetti” è questo.

La mostra interattiva allestita all’Università Bicocca, ideata e coordinata da Paolo Galli, docente di Ecologia nello stesso ateneo, in collaborazione con Mondadori Media e il Museo nazionale del cinema di Torino, utilizza lo stupore degli strumenti multimediali per la sensibilizzazione sull’importanza di raggiungere gli obiettivi posti dalle Nazioni unite in tema di scienze oceaniche e sviluppo sostenibile, come descritto nell’Agenda 2030. 

La mostra si basa su un percorso interattivo che porta lo spettatore in immersione sin dal primo momento, con un tuffo virtuale nelle meraviglie del reef grazie ai visori per la realtà aumentata. La possibilità di far sentire il visitatore un sub in immersione e simularne le esperienze è travolgente, al punto che una volta sfilato il visore quasi si cerca un telo mare con cui asciugarsi. 

Il percorso nelle illusioni continua con la Stanza di Ames, che attraverso un gioco di prospettive è in grado di distorcere le dimensioni delle figure al suo interno, disorientando l’osservatore che da fuori vede una normale stanza a pianta perpendicolare. 

La stanza degli specchi è la più sorprendente di tutte. Da fuori è una normale stanza cubica, ma fatto un passo al suo interno avviene la magia. Il gioco di luci e colori che viene creato dalle meduse, così come dalle bottigliette in plastica, dai sacchetti e infine dalle mascherine realizzate in vetro di murano è strabiliante e affascina il visitatore con la cura e la profondità dei dettagli, che enfatizzano il messaggio sul pericolo causato dall’inquinamento degli oceani, coerente con gli obbiettivi della mostra. 

Tocca poi alla Stanza del Cinema, che mostra la stretta relazione che intercorre tra il mare e la settima arte, attraverso alcune scene delle pellicole di enorme rilevanza in campo cinematografico, come Titanic e Il silenzio sul mare, e alcuni attrezzi utilizzati in passato, come ad esempio la prima cinepresa subacquea.  

Lungo tutto il percorso dell’esposizione si trovano pannelli fotografici che mostrano la bellezza e le capacità di mimetismo e camuffamento delle creature marine, degne del miglior trasformista, mentre lastre informative create dagli studenti dei licei scientifici Vittorio Veneto e Luigi Cremona di Milano sviluppano i punti cardine della mostra attraverso la ricerca e lo studio dell’argomento. 

Paolo Galli ha concepito la mostra tre anni fa dopo una visita al Museo delle Illusioni con la figlia: racconta di essersi reso conto del fascino che la realtà declinata all’illusione  può esercitare sul pubblico, e di quanto possa essere un potente strumento di comunicazione. «Informare e rendere consapevole la società attraverso fenomeni negativi, come la descrizione di ecocidi e catastrofi è meno persuasivo di quanto si pensi», ci ha detto. «Si raggiunge una maggior presa di coscienza comune riguardo a tematiche di tale rilevanza mostrando la bellezza stupefacente della natura e dando un messaggio di e speranza altrimenti destinato a non durare. Così nasce IllusiOcean».

È un’esperienza profonda, con il potere di incuriosire e affascinare chi la vive, facendolo virtualmente partecipare a un mondo meraviglioso, da preservare a ogni costo.

X