«La moda non è un qualcosa che esiste solo sotto forma di abiti. La moda è nel cielo, nelle strade, la moda ha a che fare con le idee, il modo in cui viviamo, ciò che accade», sosteneva madame Coco. E a Milano, dal 10 al 14 novembre, accade che lo shopping – e il fashion e il lusso – diventino un’occasione di sostenibilità (che va così di moda, per fortuna) attraverso un’esperienza di acquisto che celebra il riutilizzo e il riciclo: Second Hand Luxury Market (https://my.moscovadistrictmarket.com/event/second-hand-luxury-market), negli spazi del Moscova District Market in via Alessandro Volta 7A.
Second Hand Luxury Market è un evento che propone una formula di democratizzazione del lusso attraverso l’acquisto dell’usato, avvicinando il consumatore medio a oggetti del desiderio che grazie al “second hand” diventano accessibili. Già, perché se la moda è dovunque, è altresì vero che “in tempi duri, la moda è sempre oltraggiosa”. E se lo affermava una couturier del calibro di Elsa Schiapparelli qualcosa vorrà pur dire. Quindi, saldi in un principio di risparmio e riuso, Second Hand Luxury Market diventa l’occasione per essere un po’ meno oltraggiosi, ma comunque à la page.
La manifestazione – in slot di un’ora in prenotazione direttamente sul sito – nasce in collaborazione con MyClosetMilano, realtà leader del capoluogo lombardo per la vendita dell’usato di lusso di marchi top fashion che spazia da abbigliamento uomo-donna, ad accessori, borse e scarpe, in un’ottica virtuosa di celebrazione dei grandi stilisti, dando all’abbigliamento una seconda opportunità di vita. E così, nella versione meneghina del londinese Portobello o dei romantici Marché aux Puces parigini, il lusso si fa “a portata” con tanti oggetti iconici e tanti abiti vintage. Non solo. Ai capi, selezionati dal guardaroba dei clienti del Moscova District Market, si affianca il corner Fujiko&Margot, per dare nuova linfa a “ciò che è stato” con un “upcycling lab” che gioca sulla scomposizione di pezzi d’abbigliamento per costruirne di nuovi, fedeli al principio di Antoine-Laurent Lavosier secondo cui nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.
Insomma un nuovo modo di comprare e di vestire, cui i numeri danno ragione: un report di Boston Consulting Group realizzato nel 2020 per conto di Vestiare Collective – piattaforma francese di abiti di seconda mano di lusso – ha valutato fra i 30 e i 40 miliardi di dollari il valore del mercato del second hand – una cifra che risponde al 2% di tutto il comparto del fashion – ma che è destinata a crescere entro il 2024 fino al 10% – 15%.
Un dato incoraggiante, che vede la moda sostenibile in una declinazione non solo di processo etico di lavorazione – modello cui le industrie del fashion si ispirano -, ma anche di “nuova vita” in una reazione, forse contro corrente ma non troppo, al fenomeno del fast fashion, ribaltando l’ottica del breve – talvolta brevissimo – ciclo di vita di una capo di moda. E se da un lato le grosse industrie lavorano per fornire sempre di più tessuti biodegradabili e riciclabili, una fetta sempre maggiore di consumatori vede nell’usato una duplice possibilità, quella di ottenere un capo di lusso a un prezzo decisamente più conveniente, e quella di far parte di un circuito “buono” che combina economia, ambiente e sociale.
Per poter accedere al Second Hand Luxury Market è necessario prenotarsi attraverso il sito Moscova District Market.