Nel 1573 il futuro drammaturgo William Shakespeare e il futuro scienziato Galileo Galilei erano ancora bambini, in Cina erano appena arrivati dall’Occidente il granturco, le patate dolci e i peperoncini. Nel 1573 nella provincia cinese di Sichuan era già nato il baijiu di Luzhou Laojiao, ritenuta la più antica e la più longeva distilleria specializzata nella produzione dell’“alcol bianco”. E 1573 è un numero che non sarà sfuggito a chi in questi giorni sta seguendo gli Australian Open.
La scritta in cinese e in inglese compare sui cartelloni pubblicitari ai margini dei campi del grande Slam perché ad ottobre 2018 Tennis Australia, che organizza gli Australian Open, ha sottoscritto un lucroso contratto della durata di 5 anni con Luzhou Laojiao. La casa cinese di superalcolici è diventata così uno dei maggiori sponsor dell’evento sportivo, grazie a un contratto dalla portata paragonabile a quello stretto con Kia. Guojiao 1573 è il baijiu strong aroma più prestigioso di Luzhou Laojiao, un prodotto di fascia alta, dal gusto raffinato e per portafogli importanti. Raggiunge i 52 gradi, una bottiglia di 1573 può costare 200 dollari. Il baijiu è il superalcolico più bevuto in Cina e uno dei più bevuti al mondo, perché la popolazione cinese è tra le più numerose. Agli occidentali si consiglia di assaggiarlo come base per i cocktail. Troppo cinese persino per i cinesi, tanto che i Millennials e i ragazzi della Generazione Z quasi non lo conoscono. Proprio a loro starebbe pensando Luzhou Laojiao pubblicizzando gli Australian Open, per conferire al distillato un’aria più internazionale, stimolando il mercato interno senza però dimenticare quello estero. «Le nostre vendite dimostrano che sempre più persone negli Stati Uniti hanno bevuto baijiu negli ultimi due anni», ha dichiarato al Scmp Derek Sandhaus, cofondatore di Ming River, altro strong aroma di Luzhou Laojiao pensato per i non cinesi. Entro il 2029, l’industria di superalcolici cinese si aspetta di trasformarsi in un mercato da 25 miliardi di dollari.
Guojiao 1573 è dolce ma non melenso, sa di pesca, rosa e frutti tropicali ma chi ha a cuore i diritti umani lascia in bocca un retrogusto abbastanza amaro. I legami commerciali con Luzhou Laojiao stanno causando grattacapi ai vertici di Tennis Australia per via della vicenda della tennista Peng Shuai, la star cinese del doppio femminile e 3 volte atleta olimpica che a inizio novembre aveva accusato di stupro l’ex vicepremier cinese Zhang Gaoli. Peng a fine dicembre ha detto a un giornale di Singapore di essere stata fraintesa e di non aver mai accusato nessuno di stupro, difficile credere che non sia stata forzata a negare tutto. La sua storia è il caso cinese più grave di #MeToo perché tocca da vicino il cuore del potere di Pechino e non ha certo aiutato a promuovere l’immagine della Cina a pochi mesi dall’avvio dei Giochi olimpici invernali. I fan degli Australian Open però non ci stanno a spegnere i riflettori sulla tennista e a riaccenderli sul baijiu di Luzhou Laojiao. Così, la scorsa settimana hanno cominciato a presentarsi al Melbourne Park con addosso le t-shirt con la scritta “Dov’è Peng Shuai?”, hashtag ormai popolarissimo usato per chiedere giustizia per l’atleta. Probabilmente, per non urtare lo sponsor cinese, Tennis Australia ha confiscato e vietato le magliette. Poi, ci ha ripensato e ha accetto di ammetterle solo per “scopi pacifici”, un atteggiamento giudicato un po’ troppo accondiscendente verso la Repubblica Popolare. A causa del dietrofront, Tennis Australia ora rischia un contraccolpo da parte dell’emittente nazionale cinese CCTV, che ha diritti per trasmettere gli Australian Open. Poiché in Cina non è stata ancora avviata un’indagine trasparente sulla vicenda di Peng, la Women’s Tennis Association, l’associazione che riunisce le giocatrici professioniste di tutto il mondo, ha deciso di sospendere tutti i tornei pervisti nel Paese per il 2022. Non è chiaro se sia stata o no una ritorsione, ma CCTV non ha trasmesso in Cina i tornei femminili di tennis disputati prima degli Australian Open, nonostante avesse acquisito i diritti anche per quelli. Tennis Australia potrebbe dunque rischiare un boicottaggio simile a quello avvenuto con l’N.B.A. nel 2019, dopo che Daryl Morey, l’allora manager degli Houston Rockets, aveva solidarizzato con il movimento pro-democrazia di Hong Kong.
Il baijiu, bevuto si dai tempi della dinastia Ming, distillato di sorgo, che cresce abbondante nelle province di Guizhou e Sichuan, si è trasformato quindi in materia sensibile per Tennis Australia. Il baijiu si può fare anche con il granturco o il grano, che vengono fermentati in fosse naturali della profondità di 2 metri. I cereali sono irrigati con acque purissime, proprio l’acqua e il clima mite di quei luoghi conferiscono al baijiu un carattere unico. La fermentazione dura 2 mesi e avviene grazie a un agente chiamato “qu”. Dopo, il sorgo viene raccolto e distillato in un particolare alambicco cinese, secondo il metodo tradizionale. Il ciclo di fermentazione va avanti da secoli, si pensa che i microbi siano alla loro miliardesima generazione. Il baijiu di Luzhou Laojiao era il preferito di Deng Xiaoping. Ed era baijiu quello servito durante la visita del Presidente degli Stati Uniti Nixon a Pechino nel 1972. Molto affascinate, ma dov’è Peng Shuai?