Gli hub per gli studentiOra vacciniamo i ragazzi nelle scuole, dice il ministro Bianchi

Il titolare del ministero dell’Istruzione spiega: «Vogliamo portare il vaccino il più vicino possibile agli alunni, abbiamo avviato un ragionamento con la struttura commissariale, che ci sta lavorando». La Puglia lo sta già facendo

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Per ora, i problemi riscontrati nelle scuole a tre giorni dalla riapertura «sono gestibili e siamo attrezzati per affrontare un eventuale peggioramento del quadro», dice il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi alla Stampa. Il principio guida resta lo stesso, e cioè che «la scuola resta aperta e in presenza, una scelta portante di questo governo».

E per perseguire questo obiettivo, anche l’ipotesi di allestire hub vaccinali nelle scuole «non è una soluzione impensabile», dice. «La Puglia, ad esempio, lo sta già facendo. Vogliamo portare il vaccino il più vicino possibile agli alunni, abbiamo avviato un ragionamento con la struttura commissariale, che ci sta lavorando. Ma bisogna tenere conto delle diverse esigenze tra la fascia 12-19 anni, in cui abbiamo il 74% dei ragazzi con la seconda dose e l’85% con la prima, quindi bisogna solo completare le vaccinazioni, e i bambini più piccoli, per i quali la campagna vaccinale è iniziata da meno di un mese e i numeri sono inevitabilmente più bassi».

Il ministro ribadisce che il governo è pronto «ad affrontare tutte le situazioni, anche quelle più estreme». Ma «il tema non è se ci sarà o meno un maggiore ricorso alla formazione a distanza. Che, comunque, non è il demonio, ma uno strumento da usare in modo specifico e per un tempo specifico». Il punto, precisa, «è che abbiamo fatto una norma, il decreto del 5 gennaio, che dà una linea di marcia chiara: la scuola deve essere aperta e, nel caso, deve essere l’ultima a chiudere. E abbiamo definito regole precise per usare la didattica a distanza, che non può essere un provvedimento generalizzato, preso a livello regionale o comunale, e senza giustificazioni. Non può valere per tutti, insomma, ma solo in situazioni specifiche».

Per Bianchi, quella della scuola non è «una sfida». Ma «un impegno collettivo, bisogna richiamare tutti alla responsabilità di questo impegno, per mettere gli studenti in condizione di proseguire con le loro attività. Ad aprile, quando abbiamo deciso di riaprire, si diceva che era impossibile tornare in classe, a settembre è successa la stessa cosa, anche adesso si dice che non è possibile. Potranno esserci situazioni difficili, e ce le aspettiamo, ma ci sono anche regole puntuali per affrontarle».

Il ministro ricorda lo stanziamento di 400 milioni per rinnovare i contratti del personale Covid e l’assunzione con i concorsi di 60mila docenti. E anche per la messa in sicurezza delle aule, con interventi ad esempio sulla ventilazione, ricorda i 150 milioni erogati agli enti locali, che sono proprietari degli edifici scolastici, e di altri 350 milioni direttamente alle scuole. «C’è chi ha provveduto e chi no, ma noi non abbiamo la capacità impositiva di dire come usare quei soldi», spiega. «Al massimo, possiamo definire linee guida più stringenti, ma sempre nel rispetto dell’autonomia di amministratori e dirigenti scolastici». Mentre per lo screening «abbiamo dato 92 milioni alla struttura del generale Figliuolo per fare accordi con le farmacie e offrire tamponi gratuiti ai ragazzi delle scuole secondarie». E se si dovessero perdere giorni di scuola da qui a giugno, si può ragionare con le Regioni sull’ipotesi di allungare l’anno scolastico in estate – spiega.

Bianchi certo non nega la «delicatezza del momento» nella maggioranza di governo, in vista dell’elezione del presidente della Repubblica. «Ma, sui grandi temi, ho visto l’azione di governo sostenuta dalle forze politiche: avevamo obiettivi precisi da raggiungere, entro il 31 dicembre, per ottenere la prima rata dei fondi europei e lo abbiamo fatto. Abbiamo sempre mantenuto un tasso di capacità decisionale, che ha consentito di portare a casa il risultato», assicura. «Il governo sta portando avanti un’azione continua e coerente e sta affrontando i grandi temi del Paese. Credo che tutti coloro che hanno una responsabilità politica abbiano ben chiara la posta in gioco».

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