Pollaio etico Se le galline sono felici, le uova diventano più buone

La storia di una fattoria romana che ha puntato sul benessere degli animali, senza costrizioni né sfruttamento intensivo. Qui i volatili razzolano tra boschi e prati. A fine carriera non vengono uccisi ma sono ospitati in un’apposita pensione. Il risultato sono prodotti di alta qualità che riforniscono ristoranti famosi e negozi d’eccellenza

Wilma ha quasi otto anni, è la più anziana del gruppo. Trascorre le sue giornate tra i trespoli del pollaio e il boschetto dove razzola quello che capita. Non depone uova da un pezzo, ma si gode la vecchiaia. Anche le galline vanno in pensione. Succede in un’azienda che vende uova di alta qualità alle porte di Roma, tra Boccea e la Cassia. Da queste parti gallina vecchia non fa buon brodo. I volatili a “fine carriera” non vengono uccisi ma arrivano al termine della loro vita naturale. E possono essere adottati da clienti e sostenitori. «Semplicemente ci affezioniamo a loro e non ce la sentiamo di ammazzarle». Maurizio Cilia, 58 anni, ha lavorato una vita nell’organizzazione dei concerti. «Giravo il mondo ed ero stressato, a un certo punto ho deciso di ritirarmi in campagna». Il progetto “Galline Felici” è nato nel 2015, quasi per caso, con cinque galline. Oggi i pennuti sono diventati oltre 1.500, seguiti da una squadra di 12 persone.

A qualcuno può sembrare una favola, magari una trovata di marketing. Ma l’azienda di Cilia prevede regole precise: le galline conducono una vita naturale, senza costrizioni né sfruttamento intensivo. Decidono loro quando deporre le uova. “Allevate a terra” è un eufemismo. I volatili sono liberi di razzolare tutto il giorno in uno spazio di settemila metri quadri tra boschi e prati. Con un ricambio periodico dei pascoli. Qui mangiano un po’ di tutto, dall’erba al granturco. Nessun mangime con farine animali, ma c’è un ingrediente segreto. «Alla loro dieta – spiega Cilia – aggiungiamo i gusci sbriciolati delle ostriche, importanti per l’apporto di calcio necessario a creare il guscio delle uova». Niente gabbie, i pollai sono dotati di orologi che aprono gli sportelli all’alba e li richiudono la notte. Così le galline possono trascorrere molte ore all’aperto e dilettarsi nei cosiddetti bagni di terra. Un’attività di pulizia che consiste nel rotolamento sul terreno, utile a contrastare parassiti e microrganismi. «È un procedimento fondamentale per il benessere animale che, in più, ci consente di non somministrare antibiotici». D’altronde, spiega Cilia, «la nostra priorità è che vivano senza stress. In questo modo, oltre a essere felici, depongono uova molto più buone e saporite».

 

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Dal pollaio alla tavola, il tempo è ridotto al minimo. «Raccogliamo le uova la sera e le consegniamo al cliente la mattina successiva. Nei primi tre giorni si possono bere». Per una precisa scelta commerciale, non arrivano sugli scaffali dei supermercati. Galline Felici presidia i mercati dei coltivatori diretti, rifornisce pastifici e pasticcerie artigianali, negozi di eccellenza come la storica macelleria romana Angelo Feroci o ristoranti famosi come la Sora Lella. Poi consegna a domicilio nella Capitale. Ormai le richieste arrivano da tutta Italia. E il progetto di Cilia prevede l’apertura di nuovi pollai da Bologna a Milano. Tutti con un severo protocollo disciplinare. È allo studio anche un’app che garantisca sorveglianza e trasparenza delle operazioni. «Sulle uova c’è un business enorme, noi vogliamo crescere in modo sostenibile promuovendo piccoli pollai che facciano il nostro stesso lavoro, non in modo industriale. Vogliamo vivere e lavorare sereni con le nostre regole».

La felicità non è un concetto astratto, se si pensa ai luoghi in cui vivono le ovaiole. «Negli allevamenti intensivi le galline non si muovono e sono sottoposte a forte stress. Fanno uova a ripetizione anche perché nei capannoni le luci vengono tenute accese a lungo per far credere agli animali che sia sempre giorno». Un metodo che l’imprenditore romano non ha sposato. «Dopo circa otto mesi una gallina in gabbia esaurisce il periodo più produttivo e da quel momento non è più utile all’azienda». Invece nel pollaio a Nord-ovest di Roma i pennuti anziani possono continuare a razzolare senza paura di essere macellati.

Il lieto fine si scrive tra uno zabaione e una carbonara. «Mantenere la pensione delle galline è un impegno in termini di soldi e di tempo, ma lo facciamo volentieri. Non riusciremmo a comportarci diversamente. I nostri animali si avvicinano a noi senza timore e ci seguono quando andiamo a pulire il pollaio. Non sono stupidi come si pensa, anzi. Apprendono da subito quello che insegniamo e poi lo fanno per tutta la vita». Felici, nonostante l’età che avanza.

 

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