«L’Italia è un grande Paese. Lo spirito di iniziativa degli italiani, la loro creatività e solidarietà, lo straordinario impegno delle nostre imprese, le scelte delle istituzioni ci hanno consentito di ripartire. Hanno permesso all’economia di raggiungere risultati che adesso ci collocano nel gruppo di testa dell’Unione». Lo ha detto Sergio Mattarella al suo secondo discorso di insediamento da presidente della Repubblica, accompagnato dai continui applausi dei parlamentari.
Il Capo dello Stato ha iniziato il suo discorso parlando della pandemia, delle difficoltà di questo momento, della lunga strada per la ripresa del Paese. «È di piena evidenza come la ripresa di ogni attività sia legata alla diffusione dei vaccini che aiutano a proteggere noi stessi e gli altri. Questo impegno si unisce a quello per la ripresa, per la costruzione del nostro futuro. L’Italia è al centro dell’impegno di ripresa dell’Europa. Siamo i maggiori beneficiari del programma Next Generation Eu e dobbiamo rilanciare l’economia all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione».
Tra gli applausi di Montecitorio, Mattarella ha indirizzato un sentito ringraziamento a Mario Draghi e al suo governo per aver guidato l’Italia in un momento così difficile: «La stabilità di cui si avverte l’esigenza è fatta di dinamismo, di lavoro, di sforzo comune. L’impresa alla quale si sta ponendo mano richiede l’impegno di tutti. Forze politiche e sociali, istituzioni locali e centrali, imprese e sindacati, amministrazione pubblica e libere professioni, giovani e anziani, città e zone interne, comunità insulari e montane».
Il prolungarsi di uno stato di incertezza politica e di tensioni avrebbe potuto mettere a rischio anche risorse decisive e le prospettive di rilancio del Paese, dice Mattarella, e nel voto del Parlamento c’è questa consapevolezza. «E questa stessa consapevolezza è la ragione del mio sì e sarà al centro del mio impegno», ha aggiunto il presidente della Repubblica.
Mattarella si sofferma anche sulle priorità a cui l’Italia dovrà prestare maggiore attenzione nei prossimi mesi, a partire dalla riforma della Giustizia.
«Nell’inviare un saluto alle nostre Magistrature – elemento fondamentale del sistema costituzionale e della vita della nostra società – mi preme sottolineare che un profondo processo riformatore deve interessare anche il versante della giustizia», ha detto il presidente della Repubblica. «Per troppo tempo è divenuta un terreno di scontro che ha sovente fatto perdere di vista gli interessi della collettività. Nella salvaguardia dei principi, irrinunziabili, di autonomia e di indipendenza della Magistratura – uno dei cardini della nostra Costituzione – l’ordinamento giudiziario e il sistema di governo autonomo della Magistratura devono corrispondere alle pressanti esigenze di efficienza e di credibilità, come richiesto a buon titolo dai cittadini. È indispensabile che le riforme annunciate giungano con immediatezza a compimento affinché il Consiglio superiore della Magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la Magistratura può contare, superando logiche di appartenenza che, per dettato costituzionale, devono rimanere estranee all’Ordine giudiziario. Occorre per questo che venga recuperato un profondo rigore».
Mattarella ha sottolineato che «in sede di Consiglio Superiore ho sottolineato, a suo tempo, che indipendenza e autonomia sono principi preziosi e basilari della Costituzione ma che il loro presidio risiede nella coscienza dei cittadini: questo sentimento è fortemente indebolito e va ritrovato con urgenza. I cittadini devono poter nutrire convintamente fiducia e non diffidenza verso la giustizia e l’Ordine giudiziario. Neppure devono avvertire timore per il rischio di decisioni arbitrarie o imprevedibili che, in contrasto con la doverosa certezza del diritto, incidono sulla vita delle persone. Va sempre avvertita la grande delicatezza della necessaria responsabilità che la Repubblica affida ai magistrati. La Magistratura e l’Avvocatura sono chiamate ad assicurare che il processo riformatore si realizzi, facendo recuperare appieno prestigio e credibilità alla funzione giustizia, allineandola agli standard europei».
L’Italia è il Paese della bellezza, delle arti, della cultura. «La cultura non è il superfluo: è un elemento costitutivo dell’identità italiana. Facciamo in modo che questo patrimonio di ingegno e di realizzazioni da preservare e sostenere divenga ancor più una risorsa capace di generare conoscenza, accrescimento morale e un fattore di sviluppo economico. Risorsa importante particolarmente per quei giovani che vedono nelle università, nell’editoria, nelle arti, nel teatro, nella musica, nel cinema un approdo professionale in linea con le proprie aspirazioni», ha detto il presidente prima di fare un omaggio a Monica Vitti, scomparsa ieri a 90 anni.
Alla cultura fa seguito l’istruzione, quindi la necessità di aggiornare la scuola italiana: «Sosteniamo una scuola che sappia accogliere e trasmettere preparazione e cultura, come complesso dei valori e dei principi che fondano le ragioni del nostro stare insieme; volta ad assicurare parità di condizioni e di opportunità. Costruire un’Italia più moderna è il nostro compito».