Gabinetto presidenziale Trump gettava documenti ufficiali nel water della Casa Bianca

La giornalista del New York Times Maggie Haberman, in un libro che uscirà a ottobre, rivela che durante il mandato trumpiano il personale della residenza di tanto in tanto trovava pezzi di carta stampata che intasavano un bagno e avevano ragione di credere che The Donald avesse provato a occultare qualcosa

AP/Lapresse

Quando Donald Trump era presidente degli Stati Uniti scaricava documenti ufficiali in un water della Casa Bianca. Sembrerebbe una vignetta del New Yorker o dell’Atlantic, invece è uno degli scoop emersi dall’ultimo libro della giornalista Maggie Haberman, “Confidence Man”, che sarà pubblicato negli Stati Uniti a ottobre.

Haberman è una giornalista del New York Times che ha seguito con estrema scrupolosità Trump negli anni della sua presidenza. Ma non solo: ne ha seguito ampiamente le vicende dal 2011, quando era una giornalista di Politico, e in precedenza era entrata in contatto con lui quando lavorava per il New York Post e il Daily News.

Nel suo libro, sottotitolato “The Making of Donald Trump and the Breaking of America”, Haberman rivela che durante i quattro anni di amministrazione Trump il personale della residenza della Casa Bianca di tanto in tanto si imbatteva in pezzi di carta stampata che intasavano un gabinetto, e avevano ragione di credere che il presidente avesse provato a scaricare qualcosa di nascosto.

Questo dettaglio «aggiunge una nuova vivida dimensione agli errori di Trump nella conservazione dei documenti del governo», scrive la testata americana Axios, dopo aver letto in anteprima alcune pagine del lavoro di Maggie Haberman.

La notizia dei documenti nel gabinetto sarebbe di per sé già molto significativa. Ma un po’ di contesto restituisce un valore ancora maggiore. Questo scoop arriva pochi giorni dopo che la National Archives and Records Administration (Nara), un’agenzia del governo degli Stati Uniti incaricata di conservare i più importanti documenti governativi e storici del Paese, ha fatto sapere di aver recuperato 15 scatole di documenti nella residenza di Trump a Mar-a-Lago: all’interno potenzialmente potrebbe esserci materiale “classificato”, ovvero coperto da vincolo di segretezza.

In particolare, la National Archives and Records Administration avrebbe chiesto al Dipartimento di Giustizia dell’amministrazione di Joe Biden di indagare nel dettaglio sulla gestione dei documenti ufficiali da parte della precedente amministrazione. Non per semplice scrupolo, ovviamente: la richiesta «rientra nell’ambito delle indagini sull’assalto del 6 gennaio 2021 al Campidoglio», scrive Axios.

Tra i documenti portati via da Trump – secondo l’agenzia – ci sarebbero anche le lettere scambiate con il dittatore nordcoreano Kim Jong-un e la lettera che gli scrisse Barack Obama prima di lasciargli il posto alla scrivania dello Studio Ovale. Documenti che l’ex presidente avrebbe dovuto consegnare alla National Archives nel gennaio del 2021, quando lasciò la Casa Bianca, ma non lo fece.

Il Washington Post spiega che i funzionari della National Archives and Records Administration «sospettavano che Trump avesse forse violato le leggi sulla gestione dei documenti del governo». Secondo loro Trump avrebbe più volte contravvenuto al Presidential Records Act, una legge che impone ai presidenti statunitensi di consegnare alla National Archives tutti i documenti ufficiali prodotti dalla propria amministrazione. Cosa che Trump non faceva: strappava regolarmente i suoi documenti.

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