DietrofrontL’Ermitage di San Pietroburgo non ritirerà in anticipo le opere prestate a Palazzo Reale e Gallerie d’Italia

Con la guerra in Ucraina, il ministero della Cultura russo aveva chiesto il rimpatrio delle opere sparse in giro per il mondo. Ora la richiesta è stata attenuata (e ritardata) grazie a un accordo chiuso dal direttore del museo di San Pietroburgo Mikhail Piotrovsky

La “Giovane donna con cappello piumato” di Tiziano

«La bellezza salverà il mondo» (Dostoevskij, guarda caso), magari lo farà mentre è costretta a tornarsene a casa. Così deve accadere, infatti, come da volontà del ministro della Cultura russo, per le opere d’arte di casa a San Pietroburgo e prestate a Milano e al resto del mondo. Una lettera spedita dall’Ermitage, museo tra i più visitati al mondo, con al suo interno una delle collezioni più importanti di sempre, arriva diretta a Milano, nelle sedi di Palazzo Reale Milano e Gallerie dItalia.

La richiesta è quella di restituire i capolavori, ma non subito. «L’Ermitage ha raggiunto un accordo con il Ministero della Cultura russo secondo il quale la richiesta di un ritiro immediato delle opere da noi prestate viene attenuata. I dipinti di Tiziano e Picasso continuano a rimanere quindi appesi alle pareti dei musei per diverse settimane», si legge nella lettera firmata dal direttore del museo russo Mikhail Piotrovsky.

Lo stesso vale anche per le opere dell’Ermitage che fanno parte dell’esposizione alle Gallerie d’Italia a Milano dal titolo ”Grand Tour. Sogno d’Italia da Venezia a Pompei”, che «previo accordo con gli organizzatori, saranno ritirate immediatamente alla chiusura ufficiale della mostra». Ovvero il 27 marzo. 

Ci sono ancora 12 giorni per ammirare negli spazi di piazza della Scala, 23 tra dipinti e sculture ad abbandonare anzitempo Tra queste, un marmo di Canova, “Amorino alato”, le tele “I granduchi Paolo Petrovic” e “Marija Fëdorovna al Foro Romano” di Ducros, “La famiglia Tolstoj a Veneziadi Giulio Carlini, “Il Colosseo visto dal Palatino” di Carlo Labruzzi.

A Palazzo Reale è visitabile invece da fine febbraio – e durerà fino a giugno – la mostra “Tiziano e limmagine della donna nel Cinquecento veneziano”. “Soltanto” due, in questo caso, i quadri reclamati dall’Ermitage e che rimarranno ancora tra le pareti della mostra promossa dal Comune di Milano in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna. Si tratta della “Giovane donna con cappello piumato” proprio di Tiziano e “Giovane donna con vecchio di profilo” di Giovanni Cariani, su un totale di circa un centinaio di opere esposte (47 i dipinti) per raccontare ai milanesi la donna bella, elegante e sensuale di Tiziano e dei suoi contemporanei (tra i quali anche Giorgione, Lotto, Palma il Vecchio, Veronese e Tintoretto).

Le conseguenze di un drammatico periodo storico che ricadono sulla cultura riguardano Milano, ma non solo. La Fondazione Fendi di Roma dovrà infatti restituire una Giovane donna di Pablo Picasso, finora mai esposta in Italia. A Rovigo, per fare un altro esempio, è incerta la tanto attesa retrospettiva su Kandinskij realizzata attraverso l’esposizione di un’ottantina di opere da musei e collezioni private russe, perché «quando un proprietario chiede la restituzione delle proprie opere queste debbano essere restituite», come ha dichiarato il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. 

«Dispiace molto che le relazioni culturali tra i nostri Paesi siano crollate in un tale “buio”. Se ne può uscire solo se conserviamo l’atmosfera di buona volontà e benevolenza. Ripetiamo sempre che i ponti della cultura si fanno saltare in aria per ultimi. Ora è venuto il tempo di proteggerli. È cercheremo di mostrare come si fa. Dobbiamo metterci chiaramente d’accordo su quando e soprattutto in che modo le opere
torneranno all’Ermitage», si legge ancora nella lettera firmata dal direttore del museo russo Mikhail Piotrovsky.

E se è vero che anche dalla Russia le opere di altri Paesi devono fare ritorno a casa, sarà forse per questo motivo che da poche settimane sono rientrati a Milano da Mosca i 26 capolavori della collezione Mattioli, dichiarata “indivisibile e insostituibile” dallo Stato italiano nel 1973. Le tele di Morandi, Balla, Boccioni protagoniste al Museo Russo di San Pietroburgo in occasione di “Futurismo Italiano Cubofuturismo russo” e al museo Puskin di Mosca con “I capolavori futuristi della collezione Mattioli” fino allo scorso gennaio sono ora in comodato gratuito al museo del Novecento. Anche queste hanno viaggiato in camion per poter essere preservate al meglio lungo il tragitto, per essere mantenute costantemente in una condizione ideale, per non volerle rovinare considerato il loro inestimabile valore. Almeno su questo siamo tutti d’accordo.

X