Tratto dall’Accademia della Crusca
Ci è pervenuto un quesito sull’etimologia di scialacquare.
Risposta
Nei dizionari contemporanei vengono solitamente ricordate due accezioni del verbo transitivo scialacquare: ‘spendere denaro in modo poco accorto e senza misura, sperperare’ e, in senso figurato, ‘dispensare, profondere in abbondanza’ (le definizioni sono del GRADIT, e simili sono quelle che si leggono in Vocabolario Treccani, Zingarelli 2021, Sabatini-Coletti).
Storicamente, come testimonia il TLIO, la forma pronominale del verbo aveva assunto anche il significato figurato di ‘farsi annientare, lasciarsi distruggere’. Un esempio di tale accezione si può osservare in Bono Giamboni (av. 1292):
Ma gli altri, siccome sozzura, e secondamentechè paglia, quelli pregiudicati ovvero per inobbedienzia, ovvero per non potere credere, o a scialacquarsi, o ad incendio rimasero. || Bono Giamboni, Orosio, Hist., VII, 39, 14: «ad exterminium atque incendium remanserunt»
Sulla base di questa attestazione, DELI e Zingarelli 2021 datano il verbo in questione al 1292. Lo riconducono al XIII secolo anche il Sabatini-Coletti e l’Etimologico.
Col significato di ‘consumare in modo eccessivo e irragionevole (anche assol.)’, il TLIO presenta un’altra attestazione coeva:
Ma colui il quale spende et scialacqua le cose grandi sì come non si dèe sì è detto prodigo. || DiVo; l’ed. inclusa nel corpus legge «colui che dispende le cose come non dee»: cfr. Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.), L. 6, cap. 34, vol. 3, pag. 110.5 (Etica di Aristotele, av. 1295, fior.)
Risale allo stesso periodo, ossia alla fine del XIII secolo, anche l’esempio, riportato dal Corpus OVI e tratto dall’Ecclesiaste volg. (vers. Alfa, XIII ex., fior.):
E tempo da risparmiare e tempo da scialacquare et tempo da sdrucire e tempo da cuscire.
Di poco posteriore al verbo è il derivato scialacquatore, formato col suffisso –tore, che caratterizza i nomina agentis deverbali. Il TLIO mostra la presenza del vocabolo (al plurale e in una forma fonetica un po’ diversa) nel Costituto del Comune di Siena volgarizzato nel MCCCIX-MCCCX edito a cura d’Alessandro Lisini nel 1903, che risale al 1309-10 (data che consente di anticipare quella indicata nel GRADIT, av. 1387):
Di dare curatore a li scialequatori et a li mentecatti.
Di scialacquatore è nota la definizione di Dante, che però non usa la parola (come del resto non usa quella di prodigo, riservando ai prodighi una punizione diversa, che li vede insieme agli avari) in Inf. XI, 40-45 :
Puote omo avere in sé man vïolenta
e ne’ suoi beni; e però nel secondo
giron convien che sanza pro si penta
qualunque priva sé del vostro mondo,
biscazza e fonde la sua facultade,
e piange là dov’esser de’ giocondo.
Passiamo ora alla questione dell’etimologia, oggetto della domanda. Al riguardo sono tuttora diffuse diverse ipotesi che passeremo ora in rassegna. Prima, però, a dimostrazione dell’incertezza che ha contrassegnato l’etimologia di scialacquare, è forse opportuno ricordare quanto viene riportato nel GRADIT e nel Vocabolario Treccani: entrambi, infatti, indicano che si tratta di un ‘etimo incerto’.