A Milano è attiva dal 2005 la prestigiosa Accademia ucraina di balletto, una scuola professionale che garantisce alle future étoiles della danza classica (150 allievi) una formazione di alto livello (i suoi danzatori hanno ballato Alla Scala, al San Carlo di Napoli, al teatro dell’Opera di Bucarest, Cairo Opera Ballet, Usa Atlanta Ballet e così via). Lezioni pratiche, scolastiche, convitto e residenza e, naturalmente, un cartellone pieno di date (agli Arcimboldi, per fare un esempio, la compagnia dell’Accademia è ospite ogni anno). Un’eccellenza nell’insegnamento della danza classica e uno dei più longevi connubi artistici tra l’Ucraina, Milano e l’Italia e che, in questo travagliato periodo storico, non può di certo rimanere fermo a guardare. Per questo motivo i ballerini di Aub Accademia ucraina di balletto di Milano decidono di reagire con quello che sanno fare meglio: danzare.
È così che è andata in scena “Danza per L’Ucraina”, il gala di Danza a favore della popolazione colpita dalla guerra sul palco di EcoTeatro (via Fezzan 11, 19 marzo ore 20.45, posto unico 20 euro). Una iniziativa voluta dall’Accademia, il cui ricavato è stato interamente donato all’ Opera Don Orione di Milano che attraverso le case delle missioni orionine in Ucraina, Romania e Polonia sta accogliendo e dando assistenza a migliaia di profughi in fuga dalle aree del conflitto.
«La danza è e deve essere un linguaggio inclusivo e universale, come lo sono tutte le arti» ci racconta Caterina Calvino Prina, ballerina e direttrice dell’Accademia Ucraina di Balletto a Milano. «Nella nostra Accademia lavorano spalla a spalla maestri di diverse nazionalità. Due sono gli insegnanti russi, due gli ucraini, ma anche moldavi, una bielorussa e un italiano». Tra loro Oskana Belyaeva, ballerina e insegnante dell’Accademia dal 2013. Oskana è russa, è diventata prima ballerina in Italia, lavora nel corpo insegnanti dell’Accademia e in particolare al fianco di Violeta Kotyrlo, altra insegnante della scuola, lei invece è ucraina e ha ballato nei teatri di tutto il mondo con il Teatro dell’Opera di Kiev.
«Per dare un’ulteriore mano in questo momento di crisi internazionale, la nostra Accademia accoglierà tra pochi giorni parte dei giovani allievi dell’Accademia Statale di Kiev che si sono rivolti a noi per continuare a studiare scappando dalla drammatica situazione in Ucraina» ci racconta Belyaeva, e aggiunge: «Gratuitamente i ragazzi verranno inseriti nei vari corsi e una parte alloggerà nel convitto dell’Istituto Marcelline, che già ospita e forma i nostri ballerini. Per tutti gli altri stiamo cercando una sistemazione consona in zona Milano e limitrofi e sono certa che, grazie anche al passaparola e alla solidarietà degli allievi, sistemeremo tutti al meglio il prima possibile».
Protagonisti del gala, sono stati gli ospiti e gli allievi dell’Accademia, con esibizioni dal repertorio classico, assoli, passi a due, ensemble, più altri della tradizione della danza di carattere russa e ucraina, come a volersi dare la mano sul palco. Un segno di fratellanza a cui la scena musicale, teatrale e cinematografica di Milano non è nuova. Il Quartetto per l’Ucraina è il concerto andato in scena al Conservatorio con protagonista il Quartetto Emerson, gruppo da camera newyorkese, a sostegno di Croce Rossa Italiana e Caritas Ambrosiana. E domenica 20 marzo la Filarmonica della Scala ha aperto al pubblico una prova straordinaria diretta dal Maestro Fabio Luisi e a favore dell’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati. Cineteca Milano proietta invece il pluripremiato film del 2020 “La terra è blu come un’arancia”, della regista Iryna Tsilyk e girato in prima linea nella zona di guerra del Donbass.