«Per la grande competenza e dedizione profuse nel nostro progetto e per averci insegnato che, in modo lento e inesorabile, tutto si può ottenere». Questo recita la targa con cui Scuola Futuro Lavoro di Milano ha voluto ricordare il professor Lucio Moderato, intitolandogli l’aula magna dell’istituto, in occasione della giornata mondiale dell’Asperger, il 18 febbraio.
Morto il 10 dicembre 2020 a 65 anni, era uno psicologo e psicoterapeuta, tra i massimi esperti italiani di autismo, autore di oltre 100 pubblicazioni sul tema, direttore dei servizi per l’autismo della Fondazione Sacra famiglia, Cavaliere all’Ordine della Repubblica per meriti scientifici e umanitari dal 2017. «Quando l’ho incontrato, mi hanno colpito subito, oltre alle conoscenze e alla competenza, la sua positività contagiosa e il suo entusiasmo», ha raccontato nell’occasione Massimo Montini, presidente della Fondazione Un futuro per l’Asperger e creatore, proprio con Moderato, di Scuola Futuro Lavoro.
Inaugurata nel settembre del 2019 in zona Romolo, è la prima scuola in cui sperimentare l’autonomia dedicata alle persone con Asperger e offre corsi e laboratori con cui acquisire competenze professionali per prepararsi al mondo lavorativo. Dal racconto dei partecipanti, Scuola Futuro Lavoro è il luogo simbolo del lavoro e dell’approccio di Moderato. «Disabilità per Lucio non significava non poter fare le cose, ma non saperle fare, e trovare un modo per farle», ha raccontato la sua compagna, Antonella Aranzulla, ricordando come il professor Moderato le dicesse: «Vedo nitidamente la concreta integrazione del disabile nella società, ma parlo di cose che gli altri capiranno tra vent’anni». Lui stesso era nato con una disabilità, una tetraparesi spastica, ma questo non gli ha impedito di affrontare la vita con ottimismo e di sviluppare un approccio originale all’autismo, capace di fare scuola.
«Pensava alla fragilità e al sostegno alla fragilità a 360 gradi», ha detto Carlo Borghetti, vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia, presente anche lui alla cerimonia, insieme con il ministro del Turismo Massimo Garavaglia. Quando era sindaco di Marcallo con Casone, un comune della città metropolitana di Milano, Garavaglia aveva aperto un ambulatorio per persone con autismo, sia adulti sia bambini. «Lucio era prima di tutto un amico. Le sue idee erano straordinarie e il suo ottimismo contagioso. Il suo messaggio concreto era: è un problema, ma si può risolvere». Garavaglia ha raccontato poi la visione olistica di Moderato, che partiva da un lavoro sulle famiglie, «per dare la maggior autonomia possibile», continuava con la formazione degli insegnanti (ogni anno 4mila insegnanti, di sostegno e non, e mille operatori sanitari venivano formati grazie al professore) e si chiudeva con la vera sfida, il passaggio successivo che «è nostra responsabilità portare avanti»: quello dell’autonomia sul lavoro. «Un ragazzo autistico a 18 anni è ancora autistico», era solito dire Moderato all’amico Garavaglia, per ribadire quanto fosse importante continuare a sostenere e accompagnare le persone con autismo in tutto il loro percorso.
Conoscere la vita e la storia di Lucio Moderato attraverso il racconto di chi lo ha conosciuto e ha lavorato con lui è stata un’occasione di scoprire il grande contributo da lui dato. Anche Monica Conti, direttrice dei Servizi innovativi per l’autismo di Fondazione Sacra Famiglia, ha voluto ricordare il professore: «Con il suo impegno ha portato il proprio modello nei diversi servizi dedicati alle persone con disturbi dello spettro autistico: nei servizi diurni e residenziali, negli ambulatori, a domicilio e a scuola, con gli adulti e con i bambini, con persone con un disturbo grave e persone con disturbi più lievi. Nelle sue priorità ci sono sempre state l’inclusione e il loro inserimento lavorativo ed è anche per questo che, negli anni, ha costruito solide collaborazioni, tra cui quella con Scuola Futuro Lavoro».
Oggi Scuola Futuro Lavoro organizza corsi da 60 alunni ciascuno, con un rapporto 40-20 tra persone Asperger e persone neurotipiche, quindi non autistiche. Dal videomaking alla realtà virtuale, sono corsi innovativi, al passo con i tempi. Gli ambienti della scuola sono curati, eleganti, perché tutto conta nella formazione dei giovani con autismo. Da oggi l’aula più grande di questa scuola è intitolata a chi ha lavorato tutta la vita per rendere autonome e indipendenti le persone Asperger: «L’autismo non è una malattia ma una condizione», amava ripetere. Una condizione che, grazie all’impegno del professor Moderato, per molti non è più un ostacolo a una vita “normale“.