Lingua originaleI film scelti da Ava DuVernay proiettati alla Fondazione Prada

La prima regista afroamericana a ricevere una nomination al Golden Globe ha selezionato otto lungometraggi che ogni venerdì animeranno gli spazi della istituzione culturale milanese fino al 24 giugno

Una scena di Middle of Nowhere, scritto e diretto da Ava DuVernay (Ufficio Stampa Fondazione Prada)

Come ogni spazio polifunzionale che si rispetti, la Fondazione Prada di Milano vanta anche un cinema che proietta film in lingua originale ogni venerdì (la sezione si chiama “Soggettiva”), sabato (“Indagine”) e domenica (“Origine”). Dal 6 maggio al 24 giugno, durante la programmazione del venerdì, “Soggettiva” proporrà una selezione di lungometraggi scelti sapientemente da Ava DuVernay, regista, imprenditrice, produttrice cinematografica e sceneggiatrice statunitense.

Co-creatrice della serie Netflix “Colin in bianco e nero” – che racconta la transizione all’età adulta del quarterback e attivista Colin Kaepernick -, la 49enne di Los Angeles è stata la prima donna afroamericana a ricevere una nomination ai Critics’ Choice Awards e al Golden Globe come miglior regista: merito del suo dramma storico “Selma – La strada per la libertà” (2014), dedicato alle tre marce del 1965 che cambiarono indelebilmente la storia e l’impatto dei movimenti per i diritti civili degli afroamericani. Alla terza protesta parteciparono in totale 25.000 persone che – arrivate a Montgomery, Alabama, il 25 marzo – assistettero a uno dei più celebri discorsi di Martin Luther King. 

I lungometraggi selezionati da Ava DuVernay si snoderanno tra le passioni, gli interessi e gli ideali della regista, che permetterà ai visitatori di comprendere a fondo i processi alla base delle pellicole da lei dirette, scritte o prodotte. Prima di DuVernay, la sezione “Soggettiva” ha proiettato film scelti da professionisti del calibro di Roman Polanski, Alejandro González Iñárritu, Damien Hirst, Theaster Gates, Luc Tuymans, Nicolas Winding Refn, Pedro Almodóvar, John Baldessari e Danny Boyle.

La regista americana ha deciso di dare spazio a nomi che hanno segnato il suo percorso artistico, e infatti ha scelto soltanto un suo film: “Middle of Nowhere” (2012), un drammatico dal successo inaspettato, soprattutto perché è stato girato nell’arco di soli 19 giorni con un budget di circa 200.000 dollari. 

Tra gli altri film in proiezione alla Fondazione Prada spiccano “La battaglia di Algeri” (1966) di Gillo Pontecorvo (inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare) e “Killer of sheep” (1977) di Charles Burnett, che offre un quadro estremamente realistico della società statunitense degli anni 60-70. «Queste immagini sono vibranti e potenti: celebrano l’umanità e sono state realizzate da una serie di registi provenienti da tutte le parti del mondo. Le immagini e le storie che ho scelto hanno abitato una parte di me dal momento in cui le ho incontrate», spiega Ava DuVernay. 

Non mancano pellicole più recenti, come ad esempio “Volcano – Eldfjall” (2011) del regista e produttore cinematografico islandese Rúnar Rúnarsson. Il programma è completato da “Black Girl – La Noir de…” (1966) di Ousmane Sembène, “La pointe courte” (1955) di Agnès Varda, “Pather Panchali” (1955) di Satyajit Ray e “Sankofa” (1993). Quest’ultimo è stato prodotto in Etiopia e parla di un tema che Ava DuVernay ha sempre voluto approfondire: la tratta atlantica degli schiavi africani. 

«Il cinema è una finestra sul mondo. Non importa chi sei o dove ti trovi, puoi entrare in un film ed essere trasportato. L’opportunità di fare esperienza delle personalità, delle pratiche e delle passioni degli altri in modo profondo è un miracolo che deve essere custodito e celebrato», sottolinea Ava DuVernay, che è anche vicepresidente della Directors guild of America e membro del comitato consultivo dell’American film institute.