Penuria (anche) greenLa crisi delle materie prime sta minacciando la sostenibilità della carta

Questo prodotto scarseggia ma è sempre più richiesto: per evitare che l’incremento della domanda venga soddisfatto attraverso cellulosa ricavata da terreni boschivi iper-sfruttati e tramite processi produttivi non opportunamente efficientati, sta diventando ancora più importante porre attenzione ai nostri consumi

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La carta è il prodotto più riciclato a livello europeo e, proprio per questo, è un materiale universalmente percepito come green: l’Europa nel 2019 ha raggiunto il 64,8% di tasso di riciclo (l’80,7% se si include anche la valorizzazione termica dei rifiuti), mentre per quanto riguarda l’Italia la filiera cartaria si è confermata come un’eccellenza a livello di economia circolare. 

Il tasso di riciclo ha infatti raggiunto, nel 2019, l’81% dell’immesso al consumo, superando l’obiettivo del 75% di riciclo fissato al 2025 dalla direttiva europea e in linea con l’obiettivo dell’85% per il 2030. Ma va chiarito che la carta, a differenza dell’alluminio, non è riciclabile all’infinito. 

Ripetere i processi di riciclo più volte altera infatti le proprietà meccaniche e chimiche delle fibre: una parte di queste viene persa nel processo di trasformazione mentre una larga parte può essere riciclata anche fino a sette volte, progressivamente però la resa si riduce, le fibre si accorciano e, infine, si indeboliscono. Per questo motivo, per mantenere attivo e rinnovabile il ciclo della carta c’è un continuo bisogno di fibre vergini, che provengono direttamente dal legno, ossia dalle foreste. 

Secondo l’ultimo “Living forests report di Wwf”, la domanda mondiale di legno potrebbe triplicarsi entro il 2050: attualmente il 53% del legno ricavato dalle foreste del mondo è destinato alla produzione energetica, il 28% finisce nelle segherie e solo l’11% trova applicazione nell’industria della carta. 

Unendo queste due informazioni – anche se solo una parte marginale del legno viene annualmente destinata alla produzione di carta – si capisce come sia importante che le nuove fibre vergini provengano da foreste gestite in modo sostenibile: ciò permette sia che venga garantita la tutela della biodiversità delle zone di produzione, sia di ottenere carta ad alta performance che sarà poi adatta ad essere riciclata in carte per altre applicazioni, come il cartone o i cartoncini ondulati. 

Da molti anni l’uso del legname delle foreste è soggetto a normative che prevedono il rimboschimento delle zone sfruttate per la produzione: il “Forest stewardship council” (Fsc), ad esempio, è uno dei sistemi di certificazione più riconosciuti a livello internazionale, che tutela gli ambienti forestali e garantisce che la provenienza dei prodotti derivati, comprese le cellulose, arrivi da fonti gestite in maniera sostenibile verso l’intero ecosistema, i lavoratori e le popolazioni locali. 

Fare considerazioni su che tipo di carta comprare è qualcosa di molto attuale oggi, dato che – a causa della crisi dell’industria cartaria – mediamente costa il 70% in più rispetto alla fine del 2020. Per i testi scolastici, addirittura, il prezzo della carta è cresciuto di oltre l’80% rispetto alla primavera del 2021. Questi incrementi sono dovuti in parte all’aumento della domanda e in parte al rincaro sul gas derivato dal conflitto in Ucraina, unito al rischio di interruzione da parte della Russia della fornitura stessa di gas (una delle materie prime più rilevanti nel processo di produzione della carta).

A questo bisogna aggiungere che Fsc ha bloccato gli approvvigionamenti dalla Russia dall’inizio della guerra: una penuria di carta che potrebbe mettere in crisi anche industrie direttamente collegate alla carta, come quella dell’editoria. Tirando le somme, la carta nel mondo è sempre meno ma è sempre più richiesta: per evitare che questa domanda venga soddisfatta attraverso prodotti ricavati da terreni boschivi iper-sfruttati e tramite processi produttivi non opportunamente efficientati, è opportuno fare caso a quello che si sta comprando. Un buon disclaimer quando si tratta di comprare prodotti a base di cellulosa è, ad esempio, quello di cercare la sigla Fsc, oppure investire in carta riciclata.

«Ci sono processi produttivi di alto livello che tengono in considerazione le implicazioni ambientali e sociali, dirette e indirette, legate all’intera catena di approvvigionamento, per questo è importante scegliere un produttore di carta che dimostri il massimo impegno per la salvaguardia dell’ambiente», spiega Chiara Medioli, chief sustainability & communication officer di Fedrigoni, gruppo che tra gli altri controlla anche il brand Fabriano. 

Cosa bisogna cercare in un produttore di carta?
«L’aspetto essenziale è che l’attenzione all’ambiente venga mantenuta lungo tutta la filiera produttiva, vanno ad esempio evitati i processi ad alto impatto ambientale come la plastificazione e incentivati i processi di riciclo, per quanto non siano infiniti. La cosa più importante però è la fonte di approvvigionamento della cellulosa. In quanto biomassa, poi, la carta oltre che essere riciclabile ha anche la caratteristica importante di essere biodegradabile e, quando rispetta i requisiti di eco tossicità, può essere trasformata in compost. È quello che succede ad esempio con la carta ad uso alimentare: l’avvio a compostaggio è da considerarsi l’ultima opzione per il fine vita della carta, e andrebbe riservato alle sole carte a diretto contatto con il cibo e solo quando risultino eccessivamente sporche, o in contesti specifici in cui è difficile fare una raccolta differenziata di qualità».

È importante fare attenzione a chi produce la carta che compriamo, ma anche a come gestiamo il suo riutilizzo.
«È fondamentale sensibilizzare i consumatori sulla corretta raccolta e il fine vita dei prodotti, evitando ad esempio di gettare resti di cibo nella raccolta carta». 

Il fatto che la carta costi sempre di più potrebbe essere un incentivo al suo riciclo?
«Più che l’aumento del prezzo della carta, ultimamente dovuto all’incremento dei costi energetici e di tutte le materie prime, il migliore incentivo al riciclo è la diffusione di una cultura della raccolta differenziata per creare consapevolezza sul fatto che il riciclo sia la migliore soluzione per recuperare le fibre naturali. Il riciclo della carta è la pratica più sostenibile, perché permette di non perdere la biomassa della componente cellulosica sfruttando la sua forma di fibra, un processo perfettamente in linea col principio fondante dell’economia circolare». 

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