In una conferenza del 1953 dedicata a “La questione della tecnica”, il filosofo tedesco Martin Heidegger (1889-1976) – il maggior esponente dell’esistenzialismo ontologico e fenomenologico – parlò del (difficile) rapporto che l’uomo contemporaneo aveva con la natura: «In modo diverso appare adesso il terreno che un tempo il contadino coltivava, quando coltivare voleva ancora dire accudire e curare. […] L’agricoltura è diventata industria meccanica dell’alimentazione. L’aria è richiesta per fornire azoto, il suolo per la fornitura di minerali».
Il progetto fotografico della giovane fotografa Giada De Martino, chiamato “Fake Plastic Flowers” (un probabile riferimento alla celebre canzone dei Radiohead “Fake Plastic Trees”, del 1995), nasce proprio dalla rilettura di alcuni testi poetici e filosofici, diventando così un dialogo tra still life: un vero e proprio racconto sul tema della natura contemporanea legata alla sostenibilità ambientale. Il focus è sulla plastica, la principale protagonista (se vogliamo parlare di materiali) dell’emergenza ambientale. Un materiale che, oltre ad invadere mari e oceani, è stato persino rilevato sui ghiacciai.
Gli alimenti di questa serie di fotografie sono modellati dalla luce, che serve a mettere in contrapposizione le immagini in cui è presente la plastica rispetto all’elemento “naturale”. La prima serie di immagini è stata scattata in studio. Qui gli oggetti sono stati ambientati in un set e rappresentati da luci artificiali. La seconda serie, invece, è costituita da immagini di oggetti trovati nella realtà del quotidiano, e in questo caso è la luce naturale a diventare l’elemento descrittivo.
Giada De Martino nasce a Piacenza il 12 Settembre 1994. Cresce a Crotone e, dopo aver conseguito la maturità classica, si trasferisce a Milano, dove si laurea in Fotografia presso l’Istituto europeo di design (Ied), con una tesi di curatela su un archivio fotografico italiano, diventato successivamente un libro. Dal 2020 è il curatore artistico del Cmf – Calabria movie film festival. Attualmente vive a Milano, dove è assistente di cattedra al corso di Storia dell’arte contemporanea allo Ied.