FUGA DAL GAS E DAL PETROLIO
Lo scorso maggio, António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, tenne un discorso davanti agli oltre mille laureandi della Seton Hall University di South Orange, nel New Jersey. Guterres disse che il mondo stava affrontando una catastrofe climatica e che spettava a loro fermarla. “Avrete molte opportunità tra cui scegliere”, ha detto ai giovani laureandi. “Non lavorate per coloro che distruggono il clima. Usate il vostro talento per guidarci verso un futuro rinnovabile”.
La crisi climatica sta trasformando anche il mercato del lavoro. Nel settore dell’energia si aprono nuove opportunità legate allo sviluppo delle fonti rinnovabili, mentre nel settore fossile aumentano le difficoltà a trovare personale. L’industria petrolifera ha un problema d’immagine che rende difficile il reclutamento dei giovani: da un sondaggio del 2020 è emerso che il settore del gas e del petrolio è quello con la reputazione peggiore tra i Millennial.
Big Oil La fase attuale, caratterizzata da prezzi alti per la guerra in Ucraina, dovrebbe portare a un’espansione delle attività estrattive, ma manca la manodopera. E molti lavoratori, soprattutto quelli con competenze utili, vorrebbero lasciare il settore per quello delle rinnovabili.
- Un recente sondaggio di AirSwift ha rilevato che l’82% degli attuali lavoratori del settore petrolifero e del gas nel mondo valuterebbe la possibilità di passare a un altro settore energetico nei prossimi tre anni. Il 54% di coloro che pensano di andarsene ha scelto l’industria delle rinnovabili come destinazione preferita.
Gran parte dei lavoratoti dei settori del petrolio e del gas si avvicina al pensionamento. Secondo un rapporto di Deloitte, il lavoratore medio del comparto negli Usa ha 44 anni. E i numeri degli impiegati del settore hanno avuto una lunga tendenza al ribasso. Nel 2020 i prezzi sono scesi molto, accompagnati da licenziamenti di massa. E questa volatilità del settore, con periodi di rapida crescita e drastico calo dei prezzi, è un altro fattore che rende i lavori poco attraenti.
Il lavoro dei Fridays for Future Nel frattempo, l’energia solare ed eolica sono in pieno boom e attirano i giovani. Nel 2021, 3,2 milioni di americani hanno lavorato nei settori dell’energia pulita e dei veicoli elettrici, ovvero tre volte e mezzo in più rispetto ai combustibili fossili. D’altronde, la generazione che ha scioperato contro i cambiamenti climatici non è per niente desiderosa di unirsi alla forza lavoro petrolifera. Un sondaggio di Ernst & Young nel 2017 aveva già rilevato che il 62% dei giovani tra i 16 e i 19 anni negli Stati Uniti trovava poco attraente una carriera nel settore del petrolio e del gas. Più di due adolescenti su tre intervistati hanno affermato che l’industria causa problemi invece di risolverli.
Banchi vuoti Basti pensare che i corsi di ingegneria petrolifera nelle università americane sono sempre meno frequentati: negli ultimi cinque anni, il numero di laureati è sceso da 2.300 a circa 400, un calo dell’83%. E qualche settimana fa decine di studenti di Harvard e del Mit hanno anche interrotto gli eventi di reclutamento nel campus per ExxonMobil. L’Università di Calgary in Canada e l’Imperial College London hanno entrambi messo in pausa i corsi di ingegneria petrolifera e del gas l’anno scorso. Così come dal 2006 al 2020, il numero di laureati nelle business school che hanno intrapreso una carriera nel settore petrolifero e del gas è diminuito del 40%.
Non ti difendo Ma a scarseggiare sono anche agenzie pubblicitarie e avvocati disposti a lavorare con il settore. Circa 400 agenzie pubblicitarie e di Pr hanno firmato un impegno da parte del gruppo Clean Creatives a tagliare i legami con i clienti di combustibili fossili. E poiché le compagnie petrolifere devono affrontare una serie crescente di cause legali legate al clima, alcuni giovani avvocati potrebbero ora essere riluttanti a difenderle.
Quale futuro Sull’altro fronte, però, la distribuzione geografica dei posti di lavoro nel campo delle rinnovabili non è ancora omogenea. Nel fotovoltaico, per esempio, il Paese che offre più opportunità è la Cina. Nell’eolico, invece, ci sono centri importanti nell’Europa settentrionale e negli Stati Uniti. In futuro, quando si costruiranno impianti di energia rinnovabile su larga scala, il livello di specializzazione richiesto potrebbe diminuire. Ma anche il salario offerto.
AGENDA MELONI
Oggi è convocato il primo consiglio operativo del nuovo governo Meloni. All’ordine del giorno ci sono la nomina di viceministri e sottosegretari, il mantenimento dell’ergastolo ostativo e il rinvio al 30 dicembre di alcune norme della riforma Cartabia, oltre che le misure sullo stop all’obbligo di vaccinazione anti-Covid per i sanitari.
Mese impegnativo L’intervento per ridurre il costo delle bollette e il lavoro sulla nota di aggiornamento del Def dovrebbero essere discussi venerdì 4 novembre.
- Esordio europeo Il giorno prima, giovedì 3 novembre, la premier Giorgia Meloni incontrerà la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. L’obiettivo è chiedere alla Ue di usare i fondi non spesi dal 2014 al 2020 per fronteggiare il caro bollette. Prima di approvare il nuovo decreto aiuti, Meloni vuole capire cosa può ottenere da von der Leyen.
- Verso la manovra Oggi è stato pubblicato dall’Istat il dato del Pil sul terzo trimestre, che registra un +0,5% e +2,6% sull’anno, sulla base del quale si lavorerà poi alla revisione della Nadef. Il documento, atteso per venerdì in Consiglio dei ministri, dovrebbe quantificare l’extra deficit che il governo Meloni intende fare per finanziare la manovra per il prossimo anno. Poi andrà aggiornato anche il Documento programmatico di bilancio: quello che Draghi aveva spedito a Bruxelles era un testo essenziale, solo con gli andamenti tendenziali senza quelli programmatici.
L’esame più tosto La prima legge di bilancio del governo Meloni andrà varata entro il 30 novembre e approvata entro il 31 dicembre. Si parte da un tesoretto lasciato da Draghi di 10 miliardi. Si sale a 21 miliardi, se verranno confermate le indiscrezioni sull’intenzione del nuovo esecutivo di alzare il deficit del 2023 e portarlo al 4,5% rispetto al Pil, senza però compromettere il sentiero di discesa del debito pubblico. Non basteranno per continuare a sostenere famiglie e imprese alle prese con la super inflazione nel 2023 e nello stesso tempo cominciare a realizzare le promesse elettorali: a partire da flat tax, Quota 41, taglio del cuneo fiscale, aumento dell’assegno unico per i figli. Per questo l’entità della manovra salirà verso i 30-40 miliardi. Intanto la Ue ha dato il via libera alla proroga per tutto il 2023 del quadro temporaneo sugli aiuti di Stato, con aumenti dei massimali.
- Il debutto di Giorgetti In occasione della Giornata mondiale del risparmio, il neoministro dell’Economia ha detto che il governo è «orientato a confermare il proprio impegno nei prossimi anni a ridurre il deficit della pubblica amministrazione e il rapporto debito/Pil», ma «è anche profondamente convinto dell’urgenza di proteggere le famiglie, soprattutto le più deboli, dal rialzo delle bollette e del carrello della spesa, di difendere la competitività delle nostre aziende, anche a fronte delle ingenti misure di supporto annunciate da altri Paesi europei e non solo».
Cash e bonus L’innalzamento del tetto al contante, annunciato prima da Salvini e poi da Meloni, dovrebbe arrivare alla soglia dei 5mila euro. Ci sono favorevoli e contrari. Secondo il presidente dell’Autorità anticorruzione Giuseppe Busia, sarebbe dannoso e favorirebbe «spacciatori, evasori o quanti sfruttano il lavoro in nero». Nella manovra si annuncia anche una revisione del Superbonus e una deduzione fino al 150% per le aziende che assumono. Sul fronte pensioni, si ipotizza una nuova “quota 103”, con uno sgravio contributivo per chi invece resta al lavoro.
Nuovo reddito Il piano di Fratelli d’Italia per la riforma del reddito di cittadinanza prevede lo sdoppiamento della misura: formazione per i disoccupati e aiuti solo agli inabili al lavoro, disabili e anziani. Sono 660mila i soggetti tenuti alla sottoscrizione del patto per il lavoro, che molto probabilmente sono quelli su cui ricadrà la stretta voluta dal nuovo esecutivo. Negli ultimi tre anni, il 73% degli occupabili non ha mai avuto un lavoro. Mentre i navigator hanno fatto in media un colloquio al giorno.
- Intanto, l’ex presidente di Anpal Mimmo Parisi ha fatto da “inviato” in una puntata della trasmissione “Dritto e rovescio” per mostrare l’arretratezza dei centri per l’impiego, quelli che lui stesso – insieme a Di Maio e Conte – aveva però promesso di rivoluzionare.
RELAZIONI DEL TERZO TIPO
Buona la prima La nuova ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, ha convocato tutte le parti sociali venerdì 4 novembre per un primo incontro.
- Quale salario Nel corso del suo intervento al Senato, chiedendo la fiducia per il suo governo, Meloni ha fatto un passaggio rilevante sulla questione salariale, dicendo che “il contrasto al lavoro povero è una priorità. Bisogna però capire qual è il modo migliore per farlo: il punto non è il salario minimo ma l’estensione dei contratti collettivi”. Per Giuseppe Sabella, direttore di Oikonova, questa dichiarazione rappresenta una apertura alla direttiva europea sul tema.
Piano scuola Il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara propone «una grande “alleanza per il merito” alle famiglie, al sistema-scuola, alle parti sociali» e annuncia che giovedì 3 novembre incontrerà i sindacati della scuola.
NUMERI
La forbice Mentre l’inflazione a ottobre ha toccato l’11,9% su base annua, le retribuzioni previste dai contratti collettivi sono cresciute solo dell’1,2% tra gennaio e settembre 2022. Più della metà dei lavoratori dipendenti italiani è ancora in attesa del rinnovo del contratto nazionale scaduto.
All’insù La Banca centrale europea ha deciso un aumento di 75 punti base dei tassi di interesse contro l’inflazione. Il tasso principale sale al 2%, il tasso sui depositi all’1,5% e il tasso sui prestiti marginali al 2,25%.
In agenda Giovedì 3 novembre l’Istat diffonde i dati su occupati e disoccupati a settembre 2022.
DOSSIER APERTI
Veleni ad alta quota La vendita di Ita Airways arriva sulla scrivania di Giorgia Meloni. Si fa strada la proroga della trattativa riservata tra il Tesoro e il consorzio guidato da Certares e composto da Delta Airlines e Air France Klm, mentre si procede all’indagine interna sui rapporti dei manager con Msc e Lufthansa.
Qui Siena Oggi si chiude l’aumento di capitale di Mps, cui faranno seguito due giorni di asta dei diritti inoptati. Il direttore generale del Mef avrebbe passato gli ultimi giorni alla ricerca di investitori. L’aumento di capitale non è risolutivo in sé ma serve per comprare tempo e pagare gli esuberi massicci per poi trovare un vero acquirente.
Rete unica? Via libera alla proroga della trattativa con Cdp sulla Rete, ma senza esclusiva. È questo il verdetto emerso al termine del consiglio di amministrazione di Tim chiamato a decidere sull’estensione della timeline del memorandum sulla rete unica chiesta da Cdp e Open Fiber il 10 ottobre.
Fronte del porto Il ministero dello Sviluppo economico va allo scontro con Warstila e congela i 34 milioni del Pnrr destinati ai progetti di ricerca e sviluppo dopo della multinazionale dopo l’annuncio dei 451 licenziamenti, poi annullati dal tribunale del lavoro.
COSE DI LAVORO
Al volante È partita la trattativa dei sindacati con Stellantis, Cnh Industrial, Iveco Group e Ferrari per il contratto specifico di primo livello, ex Fiat, rinnovato quattro volte e in scadenza a dicembre. Interessa più di 70mila lavoratori. È il primo contratto dell’era Stellantis e il primo dopo la separazione di Iveco e Cnh. Gli incontri all’Unione Industriali di Torino sono stati due: il primo con Fim, Uillm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri; il secondo con la Fiom che non ha mai riconosciuto il contratto specifico di primo livello.
- Sabato 5 novembre si tiene l’assemblea di Federmeccanica.
Timori per l’Italia Electrolux ha annunciato un piano di ristrutturazione che riguarderà fino a 4mila posti di lavoro in tutto il mondo, principalmente in Nord America. Il gruppo svedese di elettrodomestici ha subito perdite nette per 55,3 milioni di euro nel terzo semestre.
Bomba occupazionale Tra gennaio e settembre in Indonesia più di 40mila operai dell’industria tessile hanno perso il lavoro e le stime potrebbero non tenere conto del picco di licenziamenti di luglio. L’«uragano della disoccupazione» scuote l’Indonesia sull’orlo della recessione.
And the bird is… ? Dopo l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk e il licenziamento di quattro top manager, ora i dipendenti del social network temono tagli massicci della forza lavoro.
Per oggi è tutto.
Buona settimana,
Lidia Baratta
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