Il sangue, cellule e altre sostanze di origine umana (Sohos) stanno diventando sempre più importanti, soprattutto nella lotta contro le malattie rare. Poiché i prodotti essenziali non sono sufficientemente disponibili nell’Ue, cresce la dipendenza dalle importazioni, soprattutto dagli Stati Uniti.
Il Centres for European Policy Network (Cep) ritiene che l’obiettivo perseguito dalla Commissione, con la propria nuova proposta normativa, di fornire in futuro cure migliori ai cittadini dell’Ue sia giusto, ma che alcune delle misure previste siano ancora migliorabili.
«È auspicabile garantire la protezione dei pazienti. Tuttavia, non tutte le misure previste sono utili e necessarie», afferma Nathalja Nolen. L’esperta di salute del Cep, che insieme al giurista del Cep Patrick Stockebrandt ha analizzato la proposta di regolamento presentata dalla Commissione europea.
L’obbligo previsto di scambiare dati tra la Commissione, gli Stati membri e i centri e gli enti ha senso. Ciò potrebbe effettivamente proteggere meglio i cittadini dell’Ue da possibili effetti collaterali e rischi per la salute evitabili, ed avere, ad esempio, effetti positivi sull’offerta, sulle nuove autorizzazioni e sulla disponibilità a donare.
Soprattutto la disponibilità a donare risulta fondamentale perché nell’Ue c’è una domanda crescente di alcuni farmaci, in particolare quelli legati al plasma.
Gli esperti della Cep invitano la Commissione a definire più chiaramente alcuni punti del regolamento per garantire un’interpretazione uniforme, soprattutto da parte degli esperti di Soho, nell’Ue. Gli Stati membri dovrebbero, come previsto dall’Ue, regolare autonomamente l’offerta e la domanda di alcuni Soho, come il plasma ed il midollo osseo, invece di affidarsi alle forniture di Paesi terzi.
Diversi farmaci salvavita sono prodotti soprattutto dal plasma sanguigno. Però la disponibilità a donare all’interno della popolazione sta diminuendo, mentre il bisogno è in costante aumento. La Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea proibisce la realizzazione di profitti, ma i donatori potrebbero, tra l’altro, ricevere una compensazione per delle passività che hanno dovuto sostenere.
La presente proposta di regolamento non è particolarmente specifica a questo proposito e lascia quindi un certo margine di scelta agli Stati membri.