A causa della crisi energetica scatenata dall’invasione russa in Ucraina, il 2022 verrà ricordato per l’inquietante ritorno dei combustibili fossili come il gas e il carbone. Ma, come abbiamo spiegato qui, non è tutto da buttare: anche in questi mesi così inediti e complessi, ci sono dati e traguardi che fanno ben sperare in ottica futura.
Tra questi c’è il record di potenza fotovoltaica installata in Unione europea, certificato dal consueto report annuale di SolarPower Europe. I numeri parlano di 41,4 gigawatt di energia solare messa a terra in Ue nel 2022: un aumento del quarantasette per cento rispetto ai 28,1 gigawatt del 2021.
La Germania è ancora il Paese dell’Unione europea che installa annualmente più energia solare (7,9 gigawatt aggiunti nel 2022); seguono Spagna (7,5 GW), Polonia (4,9 GW), Paesi Bassi (4,0 GW) e Francia (2,7 GW). L’Italia è ferma a 2,6 gigawatt di nuova potenza fotovoltaica installata nel 2022 (0,9 GW nel 2021, crescita del +174 per cento).
«Il solare in Italia è finalmente tornato alla dimensione dei gigawatt annui per la prima volta dal 2013», si legge nel report, «garantendo al Paese mediterraneo il sesto posto nell’Unione europea». SolarPower Europe ha definito «fiorente» il mercato italiano dell’energia solare e parlato del contributo fornito da incentivi come il Superbonus 110%: «Hanno migliorato l’attrattività dei modelli di business dell’autoconsumo». Il report, però, non dimentica di citare la lentezza delle autorizzazioni per l’installazione degli impianti e le difficoltà a livello di identificazione dei terreni. In sostanza, è la burocrazia che ci frena (e ci frega).
Interessante anche il caso dei Paesi Bassi, uno Stato storicamente ancorato ai combustibili fossili per l’uso domestico. Nel 2018, per rendere l’idea, il gas fossile ha ricoperto il settantuno per cento della domanda energetica per il riscaldamento residenziale. Da quell’anno è però avvenuto un notevole cambio di marcia. Ora Amsterdam è al quarto posto per nuova potenza fotovoltaica installata nel 2022 (+11 per cento rispetto al 2021). Il merito è soprattutto del segmento residenziale, che ha visto un aumento di 1,8 gigawatt di capacità aggiuntiva.
Tornando ai dati riferiti a tutta l’Ue, nel 2022 il parco di energia solare è cresciuto del venticinque per cento: da 167,5 gigawatt a 208,9 gigawatt. Quei 41,4 gigawatt installati nel 2022, secondo SolarPower Europe, rappresentano una capacità sufficiente per alimentare l’equivalente di 12,4 milioni di case europee solo con l’energia solare. Sono anche l’equivalente di 4,45 miliardi di metri cubi di gas o 102 metaniere.
Il report parla di «un cambiamento epocale per il panorama energetico»: la nuova capacità installata in Ue testimonia che il solare europeo non mostra segni di rallentamento, nonostante la crescita sia diseguale a seconda dei Paesi. La previsione di SolarPower Europe per il 2023 è di 53,6 gigawatt aggiuntivi di energia solare nel 2023. Se così fosse, potremmo raggiungere una crescita annua di 85 gigawatt entro il 2026: il mercato solare dell’Unione europea raddoppierebbe nel giro di quattro anni per toccare quota 484 gigawatt nel 2026.
La crisi energetica, però, rischia di frenare le prospettive di crescita. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, nel 2023 l’Ue dovrebbe installare almeno 60 gigawatt di potenza fotovoltaica: solo così potrà compensare – rimanendo in linea con gli obiettivi della transizione energetica – i problemi di approvvigionamento del gas russo. A maggior ragione in seguito all’approvazione del price cap, che scatterà per valori superiori a 180 euro per megawattora. Oggi sono solo dieci i Paesi dell’Unione europea capaci di aggiungere almeno un gigawatt di energia solare all’anno, e questo testimonia che la strada non è affatto in discesa.