Un passo riformista alla voltaLe proposte dei giovani candidati del Terzo Polo in Lombardia

Nelle liste di Azione e Italia Viva in tutta la regione ci sono numerosi under 30, protagonisti di una campagna elettorale che prova a parlare (anche) ai ventenni

Unsplash

«La campagna elettorale è un prima di tutto un’occasione di dialogo con il cittadino, per un candidato è quindi il primo momento in cui può dare un valore aggiunto alla regione ». Margherita Carusi ha 27 anni, è ingegnere e Consigliere e Presidente della Commissione Cultura e Commercio del Municipio 1 di Milano. È tra i molti giovani candidati dal Terzo Polo alle elezioni regionali della Lombardia in programma il 12 e 13 febbraio. Per lei, come per tanti altri ragazzi e ragazze under-30, la candidatura è un momento di formazione, un’opportunità per fare esperienza politica misurandosi direttamente con gli elettori e con le dinamiche di una campagna elettorale: «Se le scorse amministrative sono state un’ottima scuola, le regionali sono come l’università», dice Carusi. «Cerco di apprendere qualcosa dagli altri candidati che corrono con me e imparare da tutti, perché in fondo una campagna elettorale nessuno la insegna, si può solo imparare sul campo, a partire dall’organizzazione pratica delle giornate, tra lavoro, banchetti nel weekend e in pausa pranzo durante la settimana».

La squadra milanese del Terzo Polo è stata presentata lunedì scorso a Palazzo delle Stelline, in una conferenza stampa a cui hanno partecipato anche Ivan Scalfarotto – in rappresentanza di Italia Viva –, Maria Stella Gelmini – vice segretaria e portavoce di Azione – e ovviamente Lisa Noja, capolista della coalizione nel collegio di Milano.

«Questa squadra è giovane, divisa equamente tra uomini e donne, rappresenta la società civile e le professionalità di ogni tipo, i diversi mondi di Milano e della Lombardia», dice Gelmini. «È un primo passo per costruire un vero partito repubblicano, riformista, liberista, con un’attenzione al sociale e una connotazione popolare». Per Scalfarotto il gran numero di giovani è un la giusta rappresentazione «di un’alleanza le cui proposte sono allineate all’umanesimo e al pragmatismo lombardo».

Non è solo il Terzo Polo, ovviamente, a schierare i giovani. Sono tanti gli under-30 nelle diverse liste delle Regionali che cercheranno di farsi strada tra amministratori locali, consiglieri uscenti, ex parlamentari.

I Giovani democratici, ad esempio, hanno presentato Paolo Romano, 26 anni, già assessore a Milano nel Municipio 8. Per la lista Patto civico Majorino presidente c’è Alessandro Rossi, vent’anni, studente di Relazioni internazionali e istituzioni europee, e per il Pd è candidato anche il segretario regionale dei Giovani democratici Lorenzo Pacini (26 anni, corre a Milano). Con Verdi e Sinistra italiana corrono invece Chiara Dell’Oca, classe ‘94, e Claudia Mapelli, ventiseienne di Cassano d’Adda già capogruppo nel suo Comune e oggi consigliera federale nazionale di Europa Verde.

Nelle liste della Lega ci sono Sharon Troccolo, 29 anni, consigliera nel Municipio 6, e Filippo De bellis, 24 anni, consigliere del Municipio 5. Per il Movimento 5 Stelle c’è la ventinovenne milanese Veronica Iannone, ex collaboratrice parlamentare.

I partiti del Terzo Polo, però, in Lombardia non hanno radici che affondano nel tempo come la Lega o lo stesso Partito democratico. Allora per loro puntare sui giovani vuol dire investire in un progetto, gettare basi su cui costruire il presente e il futuro di una federazione che ha bisogno di esperienze come questa, indipendentemente dal risultato, dall’esito del voto. Anzi, si va in direzione quasi contraria rispetto alla narrazione solita delle elezioni, per cui i numeri e le percentuali sono tutto e non si guarda il percorso tracciato, finendo per appiattire il dibattito politico sulla dicotomia vittoria-sconfitta come si fa con le partite di calcio.

I candidati under-30 del Terzo Polo sono presenti in tutta la regione: c’è il ventitreenne comasco Lorenzo Pedretti e la ventiquattrenne Anna Gamba a Bergamo, ci sono Andrea La Manna, 19 anni, in lista a Monza (lista civica di Letizia Moratti) e il ventitreenne della comunità Sikh Akashdeep Singh a Brescia.

Chiara Gregoretti ha 23 anni, è laureata in Economia e lavora come digital strategist in un’azienda di comunicazione digitale. Lei porta in campagna elettorale i temi che rappresentano la sua generazione: sostenibilità ambientale, diritti civili, pari opportunità, ingresso nel mondo del lavoro. Ma queste settimane sono anche un corso accelerato di politica sul territorio per chi, come lei, è alla prima campagna elettorale e certe dinamiche le vive in prima persona solo adesso, a partire dagli aspetti burocratici e logistici, tra documenti da firmare, carte da consegnare e banchetti per strada. «L’impegno di questi giorni avrà un doppio riscontro, uno sulle regionali di febbraio, un altro sul futuro a medio-lungo termine, perché questo progetto politico non si spegne tra due settimane».

Parlare di giovani, ai giovani, in Lombardia vuol dire innanzitutto affrontare il tema del lavoro, in una regione in cui la disoccupazione fra i venticinque e i trentaquattro anni è al ventidue per cento. «È vero che nel quadro italiano la Lombardia è virtuosa, ma noi dobbiamo guardare ai dati di una regione che cresce meno della Baviera, meno delle Fiandre, meno della Catalogna», dice Francesco Ascioti, 35 anni, avvocato e assistente di Diritto Costituzionale alla Bocconi, e candidato al Consiglio Regionale per Azione a sostegno di Letizia Moratti Presidente. «In questa regione l’assessore ai giovani si occupa di altre cento cose, poi abbiamo il governatore Fontana che si prende una delega su istruzione e università. Invece ci vorrebbe un assessorato separato per riunire tutto ciò che riguarda i giovani, e non può essere solo un manifesto dei giovani lombardi da sbandierare in campagna elettorale».

Tra i volti under-30 c’è anche Filippo Campiotti, già candidato alla Camera dei Deputati alle elezioni politiche del 25 settembre scorso nel collegio uninominale di Milano Nord. «Dopo l’esperienza di settembre c’è ancora più voglia di mettersi in gioco per riavvicinare le persone alla politica», racconta Campiotti. Il target è chiarissimo: «Riunire così tanti giovani vuol dire creare una realtà politica che parli a un certo tipo di elettorato, che guardi ai giovani e intercetti il loro interesse».

L’aspetto che ha convinto da subito Campiotti è la convinzione anche ai vertici dell’alleanza, di Azione e Italia Viva: «Parlo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, ma anche Gelmini e Elena Bonetti, per fare altri nomi: è prima di tutto una loro idea quella di dare particolare attenzione agli under-30, perché sanno che stanno formando chi farà politica oggi e domani».

X