As long as it takesL’Ue sosterrà l’Ucraina fino al ritiro dei russi: l’unico piano di pace possibile è quello di Zelensky

I vertici delle istituzioni comunitarie, a Kyjiv per il ventiquattresimo summit tra l’Unione e il Paese, accolgono i dieci punti del presidente e si impegnano a mobilitare una conferenza internazionale che rispetti le condizioni del popolo coraggioso

Summit Ue-Ucraina a Kyjiv
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«L’integrazione è irreversibile». Ha ragione il presidente Volodymyr Zelensky. Perché il processo accelerato dopo l’invasione russa non è cominciato nel 2022. Viene da lontano. Quello di Kyjiv, infatti, è il ventiquattresimo vertice tra Unione europea e Ucraina, il primo dall’inizio della guerra e da quando, lo scorso giugno, il Paese ha ottenuto lo status di candidato all’ingresso nell’Ue. Un desiderio che Zelensky ha chiesto ai vertici delle istituzioni comunitarie di prendere sul serio. I progressi e le riforme sono elogiati nei discorsi pubblici, ma è atteso in primavera un aggiornamento da parte della Commissione in questo senso.

A Ursula von der Leyen e Charles Michel, nella capitale ucraina, il presidente ha detto che sarebbe andato volentieri a Bruxelles, però al momento è troppo pericoloso. Nella conferenza stampa, Zelensky ha spiegato: «Ho sentito il sostegno dei vertici dell’Ue, ma non di tutti i Paesi. Vorrei che alcuni leader capissero un punto: che cosa fareste se i vostri bambini venissero deportati a forza con i bus nella Federazione Russa?».

Nella categoria dei poco solidali, se non ostili, figura il primo ministro ungherese Viktor Orbán, che si oppone alle sanzioni sul nucleare di Mosca perché sta costruendo reattori con la Rosatom russa e ha definito l’Ucraina «terra di nessuno», paragonandola all’Afghanistan. È in arrivo un decimo pacchetto di contromisure, «progettato per frenare ancora di più la macchina da guerra russa», ha detto Michel.

Il presidente del Consiglio europeo ha portato in dote altri fondi: cinquecento milioni di euro a sostegno alle forze armate dei liberatori (su quasi quattro miliardi complessivi), più ulteriori quarantacinque milioni stanziati per la missione di assistenza militare Eumam, che ha lo scopo di addestrare trentamila soldati ucraini sul suolo degli Stati membri. Von der Leyen ha invece annunciato quattrocentocinquanta milioni di finanziamenti (il totale degli aiuti dei Ventisette sale così a cinquanta miliardi di euro).

Il Meccanismo della protezione civile dell’Unione europea, in cui Kyjiv entrerà quest’anno, fornirà altri duemila quattrocento generatori di corrente oltre ai tremila già messi a disposizione finora. Bruxelles ha firmato un accordo per consegnare altri ultimi quindici milioni, oltre ai trentacinque concordati, di lampadine Led acquistate per il Paese. Consumano meno e vengono distribuite negli uffici postali, in cambio di quelle vecchie. «Ogni kilowatt di energia risparmiata è prezioso per contrastare la guerra energetica russa», ha scritto su Twitter la presidente della Commissione europea.

Una novità, a leggere il comunicato congiunto, riguarda un’eventuale trattativa diplomatica. «Fino a oggi, la Russia non ha dimostrato nessuna sincera volontà circa una pace giusta e sostenibile. Approviamo la formula per la pace del presidente Zelensky e ci impegniamo a lavorare attivamente con l’Ucraina per il piano in dieci punti. A tal proposito, supportiamo l’idea di un summit sulla formula della pace per implementarlo. Lavoreremo assieme per garantire la più ampia partecipazione internazionale». La sola pace possibile, insomma, è quella alle condizioni degli ucraini.

Sia nel documento sia nei discorsi, di Michel e di von der Leyen, ricorre l’espressione «as long as it takes», fino a quando sarà necessario. Sino al ritiro degli occupanti, perché quella in corso è «una guerra d’aggressione», non è in discussione l’aiuto economico e militare all’Ucraina. L’Ue «respinge e condanna le annessioni illegali della Russia» in blocco: Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, ma anche quelle del 2014, la Crimea e Sebastopoli.

Bruxelles è al fianco di Kyjiv nella richiesta di stabilire un tribunale speciale per punire i crimini contro l’umanità delle truppe del Cremlino. In particolare, l’Ue propone di istituire un centro che coordini le indagini presso il Tribunale penale internazionale dell’Aja, con cui collaborerà la task force già in servizio dell’Unità di cooperazione giudiziaria dell’Ue. I delitti dei soldati della Federazione, documentati dal 24 febbraio 2022 a oggi, sono più di sessantasei mila, ha scritto il Washington Post.

«Ribadiamo che il futuro dell’Ucraina e dei suoi cittadini è all’interno dell’Unione europea». Le riforme indicate da Bruxelles riguardano soprattutto il sistema giudiziario, il riassetto della Corte costituzionale e un processo di selezione della magistratura più indipendente dalla politica. Kyjiv potrà già entrare in alcuni programmi europei, tra cui quello per il Mercato unico, e presto in quelli di ricerca Euratom e Horizon, di cui aprirà un ufficio nella capitale nei prossimi mesi. Un’integrazione irreversibile, appunto.

«Siamo venuti al cuore dell’Europa – ha detto von der Leyen nel discorso che su Slava Evropi trovate in lingua ucraina – perché l’Ucraina è diventata il centro del nostro continente, il posto dove i nostri valori rispettati, dove la nostra liberà viene difesa, dove viene scritto il futuro dell’Europa».

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