Volodymyr Zelensky incontrerà la premier italiana Giorgia Meloni a Kyjiv nelle prossime ore. Alla vigilia dell’incontro, il presidente ucraino ha accolto i media italiani nel palazzo presidenziale, rilasciando interviste a Repubblica, Corriere, Sole 24 Ore e TG1.
Zelensky è al corrente delle posizioni pro-Putin di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini dentro la maggioranza. Vuole raggiungere il pubblico italiano e parlare al nostro Paese. «È importante che Ucraina e Italia si capiscano bene», esordisce, dicendo di essere «molto grato a Draghi e al nuovo governo Meloni per il sostegno». Affronta a chiare lettere quello che definisce «l’impatto della disinformazione russa all’ora del breakfast» e spiega che «non possiamo permetterci di perdere il sostegno dell’Italia perché siete importanti nella coalizione e perché siete un Paese leader dell’Unione europea».
Di questo «parlerò con Meloni», precisando di conoscere le ripetute di dichiarazioni filorusse di Berlusconi: «Se può servire per portarlo dalla nostra parte, possiamo fagli recapitare una cassa di vodka», scherza.
E davanti ai sondaggi italiani che indicano un’opposizione crescente alla guerra, con solo il 50% che ritiene che Putin sia l’aggressore, dice: «Ciò non significa che l’altro 50 per sento sia filorusso. Credo vi sia una parte significativa della popolazione che è indifferente, che teme la guerra, teme il costo dell’energia, l’inflazione. Insomma, gente normale che non vuole fastidi. Il mio sforzo è quello di spiegare perché ci difendiamo, per ricordare gli orrori dell’invasione, la violenza come se all’improvviso un bandito arrivasse a casa vostra per rubare, violentare vostra figlia e uccidervi. Voglio dire agli italiani che qui siamo come voi, mangiamo i vostri piatti, amiamo i nostri figli, noi combattiamo per sopravvivere».
E poi aggiunge: «Sono molto grato all’Italia per la scelta di mandarci armi sia per la difesa antiaerea che per le artiglierie, le decisioni di principio sono state prese», prosegue Zelensky. «Non so con precisione quando arriveranno quelle armi. Noi, comunque, ci attendiamo la piena cooperazione dell’Europa e siamo certi che ne diventeremo membri, anche perché noi stiamo ripulendoci dai nostri oligarchi e dalla corruzione interna. Dopo la guerra, potremmo anche scoprire che ci sono più oligarchi in Italia che non in Ucraina. Sto facendo passare leggi speciali contro gli oligarchi locali».
«Credo che parte della nostra debolezza sia dovuta al lavoro della propaganda russa», dice il presidente ucraino. «Ecco il motivo per cui io di persona dal primo giorno dell’invasione ho creato un sistema di comunicazione continua per fornire la vera versione dei fatti. Abbiamo visto dall’invasione russa della Crimea e del Donbass (nel 2014, ndr) che l’arrivo dei carri armati è preceduto dalla campagna delle false notizie. Noi riteniamo che sia centrale mantenere il sostegno italiano per garantire anche per la compattezza dell’Europa, dove l’Italia ha un ruolo trainante in campo economico, sociale e politico. Sono comunque fiducioso: Giorgia è una donna forte che può tenere compatto il suo governo».
Intanto, «ci prepariamo per una guerra breve e per la nostra vittoria. Più veloce sarà e meno vittime avremo, nel 2014 il conflitto si congelò e per noi non è andata bene. Gli accordi di Minsk hanno dato a Putin il tempo per preparare l’attacco improvviso dell’anno scorso, non cadremo più nella stessa trappola»
A quasi un anno dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, Zelensky dice: «Siamo più forti di un anno fa. I russi, invece, sono più deboli. Non hanno le stesse motivazioni dei nostri soldati. Noi combattiamo per difendere le nostre case. Abbiamo scelto l’Europa. Vogliamo difendere la democrazia e la nostra libertà». E aggiunge: «Abbiamo visto invece che le sanzioni economiche contro Mosca sono di grande aiuto, danno tempo e spazio per organizzarci».
Come vede Zelensky la ricostruzione dell’Ucraina? «Noi abbiamo scelto di dare priorità al mercato europeo», risponde. «Dobbiamo esportare cercando di ridurre le difficoltà logistiche, per esempio non il grano ma la farina già raffinata. Gli Stati Uniti stanno contribuendo ad accrescere le nostre tecnologie avanzate, siamo all’avanguardia nella progettazione e costruzione dei droni, nei sistemi di puntamento, le comunicazioni, la robotica di ogni tipo: la guerra ci spinge a rinnovare e sviluppare continuamente. I problemi energetici provocati dai bombardamenti russi, le carenze idriche, ci pungolano e esplorare la ricerca dell’energia verde e rinnovabile a partire dall’elettrico. Noi oggi siamo in grado di accumulare il gas, ma non l’elettricità, occorrono batterie di nuova concezione. In Africa stiamo pensando di ampliare i depositi per i nostri prodotti agricoli in almeno due Paesi importanti. Ovvio che qualsiasi investimento dall’estero necessita di sicurezza, gli imprenditori stranieri devono sentirsi sicuri. Da noi stiamo costruendo bunker nelle scuole: i genitori non vanno a lavorare se temono che i figli possano morire sotto le bombe. Attendiamo investimenti francesi, tedeschi, ma ovvio anche italiani. Noi invitiamo le vostre aziende a lavorare da noi, venite a partecipare alla nostra ricostruzione».