ForzalavoroL’inutilità dei decreti flussi, il grande ritorno della app per il reddito di cittadinanza e il rischio contagio di Svb

Nella newsletter di questa settimana: la finzione dei canali di ingresso legali per i migranti e la reiterazione degli errori del governo; la ministra Calderone tra la cacciata dei vertici di Anpal e gli annunci roboanti di una nuova piattaforma che rivoluzionerà le politiche attive. Ma anche Meloni al congresso della Cgil, il rebus Tim, i timori di una nuova crisi delle banche e la settimana di 69 ore in Corea del Sud. Ascolta il podcast!

Foto Mauro Scrobogna/LaPresse

FLUSSI SENZA DECRETO
Nonostante gli annunci e il trasloco eccezionale del consiglio dei ministri a Cutro, in Calabria, il governo Meloni alla fine ha partorito un decreto tutto muscoli ma che non cambierà quasi nulla per rafforzare i canali di ingresso regolari degli immigrati in Italia. E soprattutto non cambierà quasi nulla per l’ingresso dei lavoratori stranieri. Cosa che gli imprenditori chiedono con una certa insistenza.

Da Cutro Oltre all’inasprimento delle pene per i trafficanti, nel provvedimento approvato a Cutro si parla di un nuovo decreto flussi, cioè la legge annuale che permette l’ingresso in Italia ad alcune categorie di lavoratori stranieri, con validità triennale e non più annuale.

  • Ci sarà quindi un primo decreto flussi per una quota massima di ingressi di circa 83mila persone (44mila riservate agli ingressi per motivi di lavoro stagionale) le cui domande partiranno il 27 marzo. A questo si dovrebbero aggiungere poi altri ingressi per soddisfare il bisogno di manodopera straniera richiesto dalle aziende. Ma non si altro.

Parliamo del decreto flussi La misura stabilisce le quote in ingresso per lavoro dei cittadini stranieri, per nazionalità e per settori di occupazione. L’ultimo decreto, per esempio, prevede ingressi solo per autotrasporto, edilizia e turistico-alberghiero, nonché meccanica, telecomunicazioni, alimentare e cantieristica navale. Un canale, dunque, riservato solo all’immigrazione economica e lavorativa.

La quota esatta per il 2023 è di 82.705 immigrati. È il numero più alto degli ultimi dieci anni, ma 24.105 devono arrivare da una lista di 33 Paesi, 14 dei quali con gli arrivi dai barconi non c’entrano nulla (come Giappone, Corea del Sud, Guatemala). Solo 6mila gli ingressi previsti per i non stagionali dai Paesi «con i quali nel corso dell’anno 2023 entrino in vigore accordi di cooperazione in materia migratoria».

Dall’introduzione (1998) a oggi, con il decreto flussi sono entrati 800mila lavoratori stranieri, escludendo gli stagionali. A questi si devono aggiungere però ben 2 milioni di lavoratori che hanno invece usufruito delle cosiddette sanatorie. Cioè quelli che erano irregolari già presenti sul territorio italiano e che sono stati sanati, cioè regolarizzati. Stando ai numeri, dal 2002 in poi, la vera modalità di assunzione e stabilizzazione degli stranieri in Italia è stata affidata alle sanatorie periodiche.

Dov’è l’inghippo

  • Numeri Anzitutto, le quote sono sempre inferiori rispetto a quelle chieste dalle aziende.
  • Burocrazia Il datore di lavoro che vuole assumere un immigrato deve prima di tutto verificare presso un Centro per l’impiego che non vi sia un lavoratore già disponibile in Italia, una formalità che il governo Meloni ha trasformato in un obbligo. L’intera procedura richiede che il lavoratore sia nel suo Paese d’origine.
  • La finzione Il problema poi è che, in base alla legge “Bossi-Fini”, possono entrare in Italia soltanto lavoratori stranieri che hanno già ricevuto un’offerta di lavoro da un’azienda. In pratica, il datore di lavoro deve far arrivare dall’estero il lavoratore già con un impegno all’assunzione, anche se non l’ha mai visto. Per un’azienda è difficile assumere persone “al buio”, così spesso succede che si regolarizzino persone che si trovano già in Italia e che lavorano in nero.
  • Andata e ritorno L’immigrato non regolare che il datore di lavoro vuole assumere deve tornare al suo Paese per ritirare il visto e poi ripresentarsi, con una perdita di tempo di almeno due mesi. Una finzione ripetuta ogni anno da 20 anni.
  • Senza quote Ma se i lavoratori non rientrano in quei settori, senza sanatorie non c’è modo di assumere e mettere in regola una persona già presente in Italia ma senza documenti, con cui magari si ha già un rapporto di lavoro informale, come spesso accade nel lavoro di cura e domestico. Per colf e badanti, ad esempio, i flussi sono chiusi da 12 anni.

Il totem della destra Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha ammesso che la Bossi-Fini va cambiata. Proprio lui, peraltro, da sottosegretario all’Interno, fu uno dei padrini di questa legge. «Ormai è diventata una legge-arlecchino. Bisognerà fare qualcosa di nuovo», ha detto. Ma la bozza del decreto-legge di Cutro non cambia la sostanza della “Bossi-Fini”.

Idee?
Secondo Gianfranco Schiavone, esperto di diritto e membro di Asgi, Associazione studi giuridici per le migrazioni, quello che serve, per ridurre davvero i naufragi in mare e nello stesso tempo rispondere alla necessità italiana di lavoratori, è una riforma dei canali regolari di ingresso seria.

Bisogna cambiare impostazione. Nel 2022 su 105.140 sbarchi, più della metà dei migranti arriva da tre Paesi: Egitto, Tunisia e Bangladesh. Gli accordi vanno fatti proprio con quei Paesi dove c’è il maggior numero di partenze. I Paesi hanno tutto l’interesse a collaborare, perché potranno poi contare sulle rimesse dei loro giovani che lavoreranno con contratti regolari, e non sottopagati e in nero. La Banca Mondiale ha reso noto quanto ha incassato l’India dai suoi migranti nel 2022: 100 miliardi di dollari. Questo avviene perché negli ultimi anni l’India ha fatto accordi con quei Paesi dove gli stipendi sono più alti: Singapore, Stati Uniti e Gran Bretagna. Altro che decreto flussi.

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ABBIAMO UNA APP | BIS
«L’occupabile non avrà un sussidio, ma una politica attiva definita anche da un’indennità di partecipazione. La vecchia logica del reddito di cittadinanza non c’è più», ha detto la ministra del Lavoro Marina Calderone. Il nuovo reddito di destra potrebbe chiamarsi Mia, Misura di inclusione attiva. O forse no, chi lo sa. Le bozze che girano sono diverse. Per la ministra però la cosa importante non è il nome, ma la presa in carico e l’attivazione degli occupabili.

E come si arriverà a questa rivoluzione? «Grazie alla nuova piattaforma digitale a cui stiamo lavorando», risponde. «Chi richiede il nuovo sussidio dovrà necessariamente iscriversi e sottoscrivere il Patto di attivazione digitale». Bingo! Ancora una volta – come già era accaduto nel 2019 con l’allora ministro Luigi Di Maio – tutta la fiducia per riformare le politiche attive viene riposta in una piattaforma – disponibile anche per smartphone – che dovrebbe incrociare domanda e offerta di lavoro.

Dove l’avevamo già sentita? Quattro anni fa, quando i Cinque Stelle approvarono il reddito di cittadinanza, a proporre la soluzione della app era stato il famoso guru Mimmo Parisi, fatto arrivare dal Mississippi alla guida di Anpal. Ora il suggerimento della app a Calderone sarebbe arrivato da Massimo Temussi, l’amico e consulente sardo della ministra, appena nominato (come previsto) a capo di Anpal Servizi. Ma l’ex presidente Cristina Tajani, nominata solo otto mesi fa, ha fatto ricorso al Tar contro il decreto con cui la ministra ha azzerato tutto il cda. E il 5 aprile si attende la decisione che potrebbe rimescolare di nuovo le carte.

Il caos Intanto l’Anpal ha pubblicato nuovi dati dai centri per l’impiego aggiornati al 31 dicembre 2022. Nel 74,3% dei casi i beneficiari soggetti al «Patto per il lavoro», cioè gli «occupabili», non hanno mai avuto un contratto di lavoro dipendente o in para-subordinazione. Il 70,7% ha al massimo un titolo di scuola media. Qualunque piattaforma non riuscirà mai da sola a inserire queste persone nel mercato. E anche gli sgravi che vengono riproposti per chi assume i percettori sembrano deboli, considerato che finora non hanno funzionato.

 

LO CHIAMAVANO DIGNITÀ
E se l’obiettivo primario è cancellare le tracce grilline, oltre al Rdc il governo Meloni vuole pure dire addio al decreto dignità. Nel pacchetto lavoro atteso entro marzo, ci dovrebbe essere una norma sui contratti a termine per allungarne il tempo di fruizione senza indicare la causale, cioè il motivo dell’assunzione, per altri 12 mesi dopo i primi 12 consentiti dalla legge.

  • Si parla anche di interventi sul decreto trasparenza, alternanza scuola-lavoro e welfare aziendale.

Pensioni e spiagge Non decolla invece il tavolo per la riforma delle pensioni. Si ipotizza la proroga di quota 103 per un altro anno. Il motivo, dicono, è che servono risorse per la riforma del fisco. Senza dimenticare che destinare altri soldi alla previdenza irriterebbe ancora di più Bruxelles, soprattutto con le tensioni in corso sulla proroga delle concessioni balneari. Il Consiglio di Stato ha detto che il rinvio delle gare non è legittimo e quindi il governo deve trovare una soluzione.

In ritardo Vi ricordate la legge di bilancio? Approvata a fine anno, quasi due mesi e mezzo dopo sono stati emanati solo sei decreti attuativi su 116. Quindi molte norme non possono essere applicate: mancano i decreti per bonus giovani e Carta spesa, per esempio.

E il superbonus? Le imprese aspettano che banche e assicurazioni riprendano ad acquistare i crediti d’imposta. Intanto sono quasi 3,3 miliardi gli investimenti totalizzati a febbraio.

 

MELONI NELLA TANA DEL LUPO
Il 15 marzo si apre a Rimini il 19esimo Congresso della Cgil con il titolo “Il lavoro crea futuro”. Nessuna sorpresa sulla riconferma di Maurizio Landini alla segreteria. La notizia però è l’intervento della premier Giorgia Meloni, previsto per venerdì 17 marzo. L’ultimo premier ospite era stato Romano Prodi nel 1996. È la prima volta di un leader di destra. Il giorno prima, il 16 marzo, è previsto un tavolo di confronto di Landini con tutti i leader dell’opposizione: Schlein, Calenda, Conte e Fratoianni.

  • Ipse dixit «Il fatto che la premier abbia accettato di partecipare al congresso della Cgil lo considero positivo, segno di rispetto e riconoscimento del ruolo di una organizzazione che rappresenta milioni di persone», ha detto Landini. «A tutti i congressi della Cgil sono stati invitati i presidenti del Consiglio in carica».

Nel cda Il segretario della Cisl Luigi Sbarra ha annunciato l’avvio di una raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione, ai risultati e alla organizzazione delle aziende.

Bentornato Cipputi Dopo un decennio di cassa integrazione, l’8 marzo i sindacati – Fiom esclusa – hanno firmato il nuovo contratto collettivo specifico di lavoro che aumenta dell’11% il salario dei 70mila dipendenti Stellantis, Cnh, Iveco e Ferrari. Il riconoscimento salariale serve anche a rispondere ai malumori degli operai per le continue richieste di aumenti di produttività senza nuove assunzioni.

 

REBUS TIM
Telecom Italia ha avviato la procedura di valutazione della proposta di Cdp e Macquarie da 18 miliardi per la rete, alternativa a quella da 20 miliardi di Kkr. Proposta per la quale il Comitato avrebbe posto attenzione sulla tematica dei nodi Antitrust. Quest’ultimo tra l’altro sarebbe il motivo che ha fatto saltare una possibile unione tra il fondo Kkr e Cdp-Macquarie. In ogni caso, ci vorrà tempo. Entrambe le offerte non soddisfano il primo azionista Vivendi e hanno una serie di complicazioni.

  • Il 15 marzo è previsto il cda di Tim.

 

RISCHIO CONTAGIO
L’amministrazione americana è intervenuta con misure di emergenza per rafforzare la fiducia nel sistema bancario dopo che il fallimento della Silicon Valley Bank (Svb) ha minacciato di innescare una crisi più ampia. Anche la Fed si è mossa con una nuova linea di credito per le banche. Oggi è atteso l’intervento di Joe Biden. Tutti si chiedono se è o no l’inizio di una nuova crisi finanziaria, innescata anche dal rialzo dei tassi da parte della Fed. Intanto una seconda banca, Signature Bank, è stata chiusa dalle autorità americane. E le Borse sono in agitazione, con un crollo dei titoli azionari degli istituti.

Agitazione Nonostante la parziale copertura garantita dalla Federal deposit insurance corporation, molte delle aziende che si appoggiavano alla Svb, soprattutto startup, rischiano di non avere a disposizione abbastanza fondi per saldare gli stipendi dei propri dipendenti entro mercoledì 15.

 

FUMATA VERDE
Domani la commissione Ue presenterà il piano Net Zero Industry Act sugli aiuti di Stato e i sussidi. La scorsa settimana, Ursula von der Leyen e Joe Biden hanno avuto un bilaterale alla Casa Bianca, per tentare di superare i dissapori nati con i timori europei sui sussidi green americani previsti dall’Inflation Reduction Act e ritrovare l’unità di fronte a Russia e Cina. I due leader si sono accordati per avviare negoziati sulle materie prime critiche nelle batterie per i veicoli elettrici.

In agenda Domani l’Ecofin si pronuncerà sulle nuove regole del patto di stabilità. Giovedì 16 marzo, invece, è il giorno della riunione di politica monetaria della Bce. Il crac Svb imporrà ora maggiore cautela nel rialzo dei tassi. Nello stesso giorno, avremo il dato sull’inflazione italiana a febbraio.

 

COSE DI LAVORO
Una mappa Gabriele Maggioni, Head of Data Science & Research di The Adecco Group, spiega a Linkiesta come usare i dati per conoscere il mercato del lavoro e muoversi d’anticipo. Ad esempio con le analisi di prossimità per ricollocare lavoratori in mansioni e settori che prevedono competenze simili a quelle di partenza.

Fuori ufficio Nel 2022 in Italia ci sono state quasi 2,2 milioni di dimissioni, il 13,8% in più rispetto al 2021. Risalgono anche i licenziamenti, in aumento di oltre il 30% rispetto al 2021.

Il lavoro secondo Seul Il governo conservatore della Corea del Sud ha proposto di aumentare il limite dell’orario di lavoro settimanale dalla soglia di 52 ore a 69 ore. La logica, dicono, è dare maggiore flessibilità alle madri per crescere i figli e prendersi pause più lunghe, mentre gli uomini possono lavorare di più. Ma il ragionamento non convince affatto.

Turno alla bolognese Alla Toyota Material Handling di Borgo Panigale, dal mese di aprile parte una nuova organizzazione del lavoro. L’azienda infatti deve far fronte a un aumento degli ordini. Il che poteva richiedere due soluzioni: costruire nuove linee produttive, per cui però non c’è lo spazio, o modificare l’organizzazione. Di concerto coi sindacati si è scelta questa seconda strada, con turni di lavoro più corti, che però verranno pagati come se fossero otto ore. In parallelo entreranno 130 nuovi assunti.

Tagli tagli tagli Dopo l’allarme sui mille esuberi in Vodafone Italia (oggi è previsto un incontro con i sindacati), ne arriva un altro sempre nel settore delle telecomunicazioni. Sky Italia prevede cambio di mansione o uscite volontarie per 1.200 addetti.

Pazzo mercato Intanto, negli Stati Uniti continuano i licenziamenti nel settore tech, spesso decisi da algoritmi che in pochi secondi valutano i curriculum. Ma Google starebbe attuando ora una tecnica per cui sovra-assume personale talentuoso rimasto senza lavoro, anche se non ne ha bisogno, per evitare che questi geni dell’informatica finiscano nelle aziende concorrenti.

Un aiutino Il punto è che, se si cerca un nuovo lavoro, per ogni cv che sin invia si deve compilare comunque una cover letter ad hoc. Con notevole dispendio di tempo. Ecco allora che interviene l’intelligenza artificiale. Molti candidati fanno scrivere le proprie lettere di presentazione a Chat Gpt e affini. E pare funzionare.

 

Che ne pensate?

Per oggi è tutto.

Buona settimana,

Lidia Baratta

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