La Russia ha accusato l’Ucraina di aver colpito il Cremlino nel tentativo di uccidere Vladimir Putin. L’agenzia di stampa ufficiale di Mosca, RIA Novosti, ha scritto che il tentato attacco sarebbe avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì, con due droni che sarebbero stati distrutti prima che potessero colpire il bersaglio, grazie all’utilizzo di «sistemi radar militari». Nella ricostruzione russa i due droni avevano nei loro obiettivi la residenza ufficiale di Putin e tutta l’operazione sarebbe «un attacco terroristico pianificato e un attentato alla vita del presidente», aggiungendo che la Russia si riserva il diritto di reagire a questo attacco.
La risposta ucraina alle dichiarazioni russe è arrivata subito, i funzionari di Kyjiv hanno negato ogni coinvolgimento in questo episodio. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto: «Non stiamo attaccando Putin o Mosca, stiamo difendendo le nostre città. Non abbiamo attaccato Putin, lo lasceremo al tribunale internazionale». Al New York Times, Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente, ha spiegato che «l’Ucraina non ha assolutamente nulla a che fare con gli attacchi dei droni al Cremlino», sottolineando che le affermazioni russe potrebbero essere usate in maniera strumentale «per lanciare un attacco terroristico su larga scala contro l’Ucraina nei prossimi giorni». Mentre Anton Gerashchenko, consigliere del ministero dell’Interno ucraino, ha detto che in giornata «sono apparse informazioni che il drone sul Cremlino sia stato lanciato da partigiani russi della regione di Mosca».
Il presunto attacco sarebbe peraltro una dimostrazione di inefficienza e inefficacia da parte delle difese russe, che da qualche giorno si dicevano in allarme perché temevano attacchi sul proprio territorio in vista delle parate commemorative per il 9 maggio – giorno in cui la Russia festeggia la vittoria nella Seconda guerra mondiale.
Non sarebbe il primo attacco ucraino sul suolo russo, ce ne sono già stati diversi, con droni e atti di sabotaggio, dall’inizio della guerra. Ma un attacco di questo tipo avrebbe un valore diverso e sarebbe parecchio rilevante: in nessun caso l’Ucraina era riuscita ad arrivare così vicina al Cremlino, la sede politica più importante di tutta la Russia.
Ci sono però ancora alcune incongruenze nella ricostruzione che fa Mosca. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, dice che l’attentato è avvenuto intorno alle 3 nella notte tra martedì e mercoledì, ma la notizia è stata diffusa solo nel corso della giornata di mercoledì. Non è chiaro se si tratti di una fuga di notizie dal Cremlino o se qualcuno abbia avuto l’incarico di pubblicare i video in rete. Inoltre in un video che sta circolando sui social si vede una persona sul tetto di uno dei palazzi coinvolti nel presunto attacco.
Who are these people and why were they coming up the Kremlin roof right before the explosion? pic.twitter.com/qVoCJUZHwb
— Anton Gerashchenko (@Gerashchenko_en) May 3, 2023
Questo evento potrebbe essere stato volutamente strumentalizzato da parte di Mosca. Secondo la ong russa Gulagu.net oggi «sono state inviate istruzioni alle basi aeree di Engels e Shaykovka per preparare un certo numero di TU-22M, per attacchi missilistici che potrebbero essere lanciati di notte su edifici amministrativi a Kyjiv. E per la prima volta potrebbero essere usate armi nucleari».
Inoltre, la risposta russa all’attacco avrebbe già iniziato a farsi sentire: oggi nella regione di Kherson i bombardamenti russi hanno ucciso ben sedici persone e ne hanno ferite altre ventidue colpendo alcuni negozi, un supermercato e una stazione di servizio.