Con le mani Il social dining incontra la Trattoria Contemporanea

Istinto, passione e coraggio sono le parole chiave della cucina di chef Davide Marzullo e dei suoi giovani collaboratori, messa in luce nella cena organizzata da Forketters nel locale stellato di Lomazzo

Credits ©Aivlis - Silvia Colombo

Dal profumo del mar Ligure a fine aprile alle suggestioni della provincia nei primi di maggio: Forketters, il progetto di social dining curato e guidato da Anna Prandoni e Chiara Buzzi, ha regalato agli appassionati di gastronomia e ristorazione un nuovo appuntamento all’insegna della convivialità conducendo le buone Forketters nel Comasco, a Lomazzo: qui, dallo scorso novembre, brilla già la prima stella Michelin di Davide Marzullo e della sua brigata, la più giovane d’Italia. Quella di Trattoria Contemporanea.

Un progetto di ristorazione nato appena un anno prima del prestigioso riconoscimento della “Rossa” all’interno di Fabbrica Campus, un ex cotonificio dell’Ottocento trasformato in un hub di innovazione a tutto tondo, in cui trovano posto spazi per il co-working, corsi, eventi e meeting e, appunto, anche per gustare un pranzo o una cena a cui affidarsi per lasciarsi sorprendere.

Con un’età media di 25 anni chef Marzullo e i suoi ragazzi formano un gruppo affiatato di amici, prima ancora che colleghi, che, dopo gli studi e importanti esperienze all’estero, ha scelto di unire forze, competenze e idee per dar vita a un ristorante il cui nome rivela a pieno la sua identità: qui, infatti, prodotti e materie prime semplici ma di alta qualità, di stagione e locali, vengono selezionati con estrema cura e lavorati con altrettanta tecnica, ma anche istinto, passione e coraggio – non a caso le tre parole che campeggiano sull’angolo bar.

La creatività, l’entusiasmo e la “leggera esuberanza” della brigata – sempre presente, con discrezione ma anche con grande disponibilità – vanno di pari passo con l’attenzione a ogni dettaglio volta a offrire a chiunque si accomodi ai tavoli di Trattoria Contemporanea un’esperienza unica, frutto di un “progetto rivoluzionario” fatto di equilibrio tra ricercatezza e inclusività che loro stessi definiscono “Contemporary Dining”. Nulla è lasciato al caso, nemmeno gli arredi, che spezzano l’essenzialità elegante della location con tocchi punk tutti da scoprire.

E il menu studiato per la serata Forketters aveva proprio l’obiettivo di mostrare ai commensali, piatto dopo piatto, la visione che guida il lavoro di Davide Marzullo e della sua squadra. Squadra che – lo ha raccontato lo stesso chef – è davvero il punto di forza del ristorante e del progetto, perché qui «Siamo tutti sullo stesso livello e tutto quello che abbiamo mangiato non è merito solo mio, ma di uno studio di sette persone in cucina e di altre sei in sala, che lavorano con entusiasmo pazzesco».

Dalle entrée che sembrano piccoli bijoux alla piccola pasticceria fatta solo di maritozzi farciti al momento – un’unica scelta con cui identificare Trattoria Contemporanea anche da questo punto di vista – non c’è portata che non metta in luce tutto questo. Tra consistenze e accostamenti di sapori che da un lato sembrano quasi confortare il palato e dall’altro fanno a gara per coglierlo di sorpresa con qualche twist inatteso, l’audacia di Marzullo emerge anche nella proposta di mangiare alcune pietanze nel modo più naturale possibile: con le mani, attingendo da un piatto in comune. Apparentemente quanto di più lontano dalla concezione di uno “stellato”, è però un gesto che rientra completamente anche nello spirito del social eating di Forketters e che ha saputo riscuotere l’apprezzamento dei commensali, invitati a mettersi alla prova e a non aver paura di sporcarsi. Nel caso, non mancano salviettine umidificate personalizzate.

E senza paura sono stati anche gli abbinamenti dei vini, selezionati dall’enologo Andrea Moser tra le cantine e i progetti che segue da vicino e ai quali, ora che non è più il Kellermeister della Cantina Kaltern e «ha tolto le briglie», si dedica con ancora più energia e voglia di fare: in un’alternanza di bianchi e rossi, dal Veneto alla Toscana passando per il cuore della Sardegna, i protagonisti dei calici degustati accanto e insieme alle portate sono stati il 954 e il Tre Vie di Monte Cimo, Beba 99 del Podere Casaccia e il Mandrolisai di Vitivinicola Etzo. Tutti e tre frutti di progetti ambiziosi, fatti di radici antiche, ma con alle spalle il coraggio e la visione necessari a intraprendere percorsi enologici che guardano dritti al futuro.

Per conoscere il mondo di Forketters e restare aggiornati con il calendario delle cene, si può consultare il sito web, iscriversi alla newsletter e seguire la pagina Instagram.

Fotografie credits ©Aivlis – Silvia Colombo