Rigenerazione urbana e granoConnessioni tra formazione, luoghi e comunità

“Pensare il pane per reincantare il mondo” è la frase che ispira la Scuola del Pane e dei Luoghi, il nuovo percorso pratico e teorico in partenza a settembre a Milano sotto la guida di Davide Longoni

Foto da CS MadreProject

Riappropriarsi degli spazi, dare un significato rinnovato al territorio, ricostruire un modo di vivere. Su queste premesse nasce a Milano un progetto nuovo e, per alcuni versi, rivoluzionario: MadreProject, la Scuola del Pane e dei Luoghi. Che già di per sé, solo a pronunciarlo ad alta voce, ha un nome che sa di qualcosa di buono, quasi di romantico. E, se vogliamo, in realtà ci sono tutte, queste caratteristiche. Ma, andando a sviscerarlo punto per punto, ci si rende conto di quanta praticità c’è dentro questo disegno creato nel quartiere-borgo di Chiaravalle dall’organizzazione non profit Terzo Paesaggio grazie all’impegno di Andrea Perini e Marta Bertani.  Un disegno di rigenerazione urbana a base culturale, ideato insieme ad altre figure, che si muovono nel territorio alla ricerca di spunti, idee e nuovi modi di intendere gli spazi. Dentro, infatti, ci sono anche i ragazzi di Avanzi Spa, società che si occupa di sostenibilità e innovazione urbana, e quel Davide Longoni, padre dei moderni fornai e co-fondatore del movimento P.A.U. Panificatori Agricoli Urbani.

La Scuola del Pane e dei Luoghi: c’era davvero il bisogno di una nuova scuola? La risposta non può che essere positiva. “Pensare il pane per reincantare il mondo”, così si legge nelle parole di chi questa scuola l’ha ideata. Perché all’interno di questo progetto didattico c’è un approccio differente, in cui il pane diventa l’elemento accomunante tra impresa a impatto sociale e territorio urbano da rigenerare. Se andiamo, infatti, a toccare i punti principali del Manifesto di Longoni, troviamo gli stessi concetti alla base di questo percorso formativo. Il pane come nutrimento, relazione, espressione della biodiversità. Il pane come atto agricolo, fatto di persone e artigiani, con grani che mutano a seconda dei luoghi e dell’annata e botteghe che diventano luoghi di condivisione, generosità e apertura verso l’esterno.

I puntini si uniscono e formano un paesaggio unico, composto da tanti elementi differenti. La sperimentazione attiva, con cui questa scuola mette in discussione i metodi didattici tradizionali. La riflessività, poiché costringe all’immaginazione. L’orizzontalità, che mette sullo stesso piano docenti e allievi. Collaborazione, tra reti, comunità e persone. Sconfinamento dei confini disciplinari.

In poche parole, ecco l’essenza di questo Master che partirà a settembre del 2023 e andrà a svilupparsi su un percorso di sei mesi, con fine settimana incentrati sull’apprendimento pratico-teorico di questi tre pilastri: pane, impresa e territorio.
Tre pilastri che sono interconnessi tra di loro e che divisi non avrebbero davvero lo stesso valore. Questa scuola, infatti, non vuole essere un duplicato di tante altre, ma vuole offrire la possibilità alle persone di entrare a far parte del mondo dei panificatori, dando loro strumenti pratici di impresa, per creare dei laboratori integrati in un territorio, che diventa protagonista vivo delle comunità. MadreProject nasce proprio per agevolare un processo che in realtà esiste già: quello di vivere i propri progetti lavorativi in modo autonomo e motivante, con la consapevolezza però di poter fare anche qualcosa per lo spazio circostante, sia esso fisico sia sociale.

«Nelle botteghe artigiane – racconta Davide Longoni – si sono sempre prodotti, oltre ai manufatti, anche nuovi artigiani. A noi questo è riuscito bene fin dall’inizio e a distanza di dieci anni possiamo dire di avere creato e sparso per l’Italia una generazione di fornai moderni: un nuovo segmento dentro un grande mercato cui offriamo un punto di vista sensibile alla contemporaneità, consci del fatto che sia più pregevole essere una piccola fetta dentro un grande mercato, piuttosto che il contrario. La Scuola MadreProject con le sue competenze e le sue reti di sostenitori aiuterà sostanzialmente questo sviluppo».

Tra i soggetti promotori della scuola, anche Crowdfunding Civico di Comune di Milano: «Questo è un esempio importante di cosa si può raggiungere grazie alla collaborazione non solo tra amministrazione pubblica e privati, ma grazie alla collaborazione di tutti, nessuno escluso» ha detto anche Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo Economico del Comune di Milano. «Ogni cittadino interessato al progetto ha potuto sostenere, anche con un contributo minimo di pochi euro, la nascita di questa scuola: la formazione e i mestieri artigianali insieme alle attività di vicinato, capaci di rivitalizzare i quartieri, sono un focus del mio mandato e per questo sono felice che il progetto, uno dei 35 finanziati in parte dai cittadini e in parte dalle risorse europee PON Metro Milano, prenda vita».

Connessione, ecco un’altra parola chiave da segnare in rosso nel racconto di questo progetto. Connessione tra le persone e tra i luoghi, in un viaggio che parte dai campi di grano, attraversa i mulini e arriva alle mani di chi quel pane lo crea, lo plasma e lo distribuisce.

Per dar modo di conoscere la scuola ed entrare in confidenza con il suo metodo di apprendimento, sono stati organizzati tutta una serie di incontri preparativi, che accompagneranno l’inizio delle lezioni di ottobre.
Si inizia queste mese con la rassegna “Con il pane”, un ciclo di incontri che si terranno al Padiglione Chiaravalle in via San Bernardo 17 a Milano e che coinvolgeranno diverse figure sul tema del cambiamento. Aprirà le danze il 14 maggio l’antropologo Tim Ingold con Claudio Calvaresi alle 16.00. Il 17 maggio sarà la volta del pensatore Bayo Akomolafe, per la prima volta in Italia a presentare il suo libro “Quelle terre selvagge oltre lo steccato – Lettere a mia figlia per trovare casa sul pianeta”, insieme a Fabrice Olivier Dubosc. Chiuderà la rassegna il filosofo Timothy Morton insieme a Leonardo Caffo, il 16 giugno alle 19.00. La scuola e il suo progetto saranno poi protagonisti durante l’Arch Week di Milano dal 3 al 7 giugno e al Festival delle Resilienze di Bologna il 9 e 10 giugno.

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