Definito da Obama «il politico più popolare del mondo», e poi rinchiuso in cella, si è appena ripreso il Brasile cacciando il populista di estrema destra Jair Bolsonaro ed è tornato da protagonista sulla scena internazionale nel suo terzo mandato. Luiz Inácio Lula da Silva sarà oggi a Roma, dove incontrerà Papa Francesco, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein. Poi volerà a Parigi da Emmanuel Macron.
Nell’udienza con il Papa parlerà della guerra russa in Ucraina e della necessità di pace. Con gli esponenti politici si soffermerà sulle questioni economiche, anche per sostenere un accordo commerciale tra l’Ue e il Mercosur.
Lula si è anche proposto come mediatore tra Russia e Ucraina.«Ho mandato un inviato speciale, Celso Amorim, a Mosca e a Kiev. Entrambi i Paesi credono di poter vincere militarmente: non sono d’accordo», dice il presidente brasiliano al Corriere. «Credo che ci sia troppa poca gente che parli di pace. La mia angoscia è che con così tante persone che soffrono la fame nel mondo, ci occupiamo di guerra. È urgente che la Russia e l’Ucraina trovino una strada comune verso la pace».
Su Meloni, che lo criticò per la mancata estradizione di Cesare Battisti e a gennaio non ha inviato alcun rappresentante al suo insediamento, dice: «Spero che oggi ci conosceremo meglio e che gli incontri rafforzeranno il legame tra i nostri Paesi, che è sempre stato forte. Siamo il Paese con più italiani, secondo solo all’Italia stessa. Abbiamo 30 milioni di discendenti italiani. Sono in ottimi rapporti con il vostro movimento sindacale, con gli intellettuali, le imprese. Avremo colloqui molto produttivi con le autorità di Roma, perché le nostre relazioni economiche sono al di sotto del loro potenziale e dobbiamo lavorare sodo per creare un rapporto all’altezza delle nostre economie».
Lula incontrerà anche Elly Schlein. «Sarà un piacere incontrarla», dice. «C’è ancora molto maschilismo in politica. Il mio partito è presieduto da una donna, Gleisi Hoffmann, e sono orgoglioso di aver sostenuto Dilma Rousseff, la prima presidente del Brasile. Il colpo di Stato che ha subito nel 2016 aveva una forte componente maschilista. Con più donne al governo avremmo meno guerre e più attenzione alle questioni sociali».
Lula parla anche dei buoni rapporti con la Cina. «Noi non abbiamo problemi con nessun Paese al mondo e abbiamo un’ottima relazione con la Cina che ha tolto dalla povertà centinaia di milioni di persone e ha contribuito molto all’economia mondiale», spiega. «Il mio dialogo con la Cina è nella direzione di una maggiore pace, di sviluppo del commercio e della cooperazione mondiale. La Cina è così importante che anche l’Italia ha già aderito alla Via della Seta, alla quale il Brasile non si è ancora associato».
L’Italia è il secondo partner commerciale del Brasile in Europa. Lula parla dei progetti in via di sviluppo: «Abbiamo 1.400 aziende italiane in Brasile e più di 20 aziende brasiliane qui da voi. Importante sarà il ruolo dell’energia rinnovabile. L’87% della nostra elettricità proviene da fonti rinnovabili, ben al di sopra della media mondiale del 28%. Vogliamo espandere la produzione di energia solare ed eolica, il potenziale del Nordest brasiliano è enorme. Possiamo essere un grande produttore di idrogeno verde, con la capacità di sostenere il mondo nella transizione energetica».