Se non inizia ad andare più veloce, l’Unione europea rischia di fallire il suo obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2030. È l’avvertimento contenuto nel rapporto di un nuovo osservatorio sul climate change, chiamato European Climate Neutrality Observatory (Ecno), che è stato anticipato dal quotidiano Politico Europe.
Lo studio completo sarò pubblicato il 26 giugno, ma in sintesi Ecno ha riscontrato che i progressi in dieci aree su tredici – tra le quali trasporto, agricoltura ed edilizia – è troppo lento. Su altri obiettivi, come rimozione del carbonio e finanziare la transizione, Bruxelles starebbe andando addirittura nella direzione sbagliata.
Il think tank rileva anche come l’Unione, a suo avviso, non sia efficace nella raccolta dei dati che servirebbero a monitorare i suoi progressi (la Commissione dovrebbe pubblicare il suo aggiornamento a settembre). L’osservatorio invita le istituzioni a imbastire un vero e proprio sistema di vigilanza e verifica sui target per colmare questo «gap sui dati».
Tra l’altro a Parigi, con la Francia di Emmanuel Macron che cerca di riacquistare protagonismo su temi ambientali, questa settimana si è tenuta una conferenza di due giorni a cui gli organizzatori si riferiscono come «una nuova Bretton Woods». Il riferimento è al summit del 1944, in New Hampshire, che ha creato le istituzioni finanziarie globali arrivate fino a oggi: la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale.
L’obiettivo dichiarato, stavolta, è ricostruire questa architettura per ridurre i pericoli della povertà e del cambiamento climatico. La suggestione è quella di un nuovo sistema monetario internazionale, per offrire ai Paesi in via di sviluppo supporto finanziario invece di debiti. Mercoledì, alla vigilia del summit, tredici leader (tra cui il presidente americano Joe Biden) hanno scritto una lettera pubblica a quaranta giornali, tra cui Le Monde, sottolineando che l’evento sarebbe stato «un momento politico decisivo».