Con il 40,5 per cento dei voti e un premio di maggioranza da cinquanta seggi, il partito del primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis (Nuova Democrazia, centrodestra) ha raggiunto la maggioranza assoluta in parlamento (centocinquantotto seggi su trecento) e governerà da solo. La sinistra resta indietro: il principale partito di opposizione, Syriza, guidato dall’ex-premier Alexis Tsipras, ne ha ottenuti meno della metà (17,8 per cento), perdendo più di due punti rispetto alle elezioni di fine maggio, mentre il Partito socialista (Pasok) e quello comunista (Kke) restano fermi rispettivamente all’11,9 e al 7,6 per cento dei voti.
Con la vittoria di Nuova Democrazia e il superamento della soglia di sbarramento del tre per cento da parte di tre partiti di estrema destra (Spartani, Soluzione Greca e Niki), il popolo greco ha eletto ieri il Parlamento più conservatore dalla fine del regime dei colonnelli.
«Puntiamo in alto e dobbiamo farlo perché questo secondo mandato può trasformare la Grecia, aumentare il suo tasso di crescita e i salari e ridurre le disuguaglianze», ha affermato Mitsotakis nel suo discorso agli elettori di fronte alla sede del partito, annunciando che le sue prime riforme riguarderanno la pubblica amministrazione e l’economia.
«Anche se abbiamo evitato il collasso e Syriza rimane il principale partito di opposizione, abbiamo subìto una grande sconfitta alle urne», ha commentato Tsipras, che non si è dimesso ma ha annunciato che lascerà ai membri del partito il compito di valutare la sua leadership.
Secondo numerosi esperti, incluso l’analista politico Dimitris Christopoulos, la sconfitta di Syriza è il risultato più evidente di una profonda crisi della popolarità di Tsipras iniziata nel 2015 e diventata sempre più profonda man mano che l’ex primo ministro si è spostato verso posizioni più conservatrici. La debolezza di Syriza e le spaccature all’interno della sinistra greca rischiano quindi di lasciare Nuova Democrazia nella posizione di dominare la politica greca a lungo.
Al di là della debolezza dell’opposizione, il dato più allarmante di questo secondo turno è l’entrata in parlamento di tre partiti di estrema destra: gli Spartani (4,7 per cento), sostenuto dal carcere dall’ex leader del partito neonazista Alba Dorata, Ilias Kasidiaris, il partito ultranazionalista e pro-Russia Soluzione Greca (4,5 per cento) e infine il partito ortodosso antiabortista Niki (3,7 per cento).
«Resta da vedere come Mitsotakis saprà affrontare le possibili sfide lanciate dall’estrema destra», ha commentato Wolfango Piccoli, co-fondatore della società di consulenza Teneo, riferendosi alla pressione che questi partiti, che insieme raccolgono il dodici per cento dei voti, potranno esercitare sul centrodestra su temi cruciali nella politica greca come l’immigrazione, le relazioni con la Turchia, il ruolo della religione nell’istruzione e le sanzioni alla Russia.
«Questa è una chiara vittoria per Kyriakos Mitsotakis, per Nuova Democrazia e per il Partito popolare europeo», ha commentato il segretario generale del Ppe Thanasis Bakolas, affiancando i risultati del centrodestra greco a quelli del Partito di Coalizione Nazionale finlandese dello scorso aprile e del Partido Popular alle elezioni comunali e regionali spagnole.
«Le forze del Ppe stanno dominando il centro, mentre il centro-sinistra è relegato ai margini», ha aggiunto Bakolas, che conta sulla vittoria del centrodestra in Spagna a luglio e in Polonia a ottobre per rinforzare ulteriormente la posizione del partito in vista delle elezioni europee del prossimo anno.