Appunti per GiorgiaIl tracollo di Vox conferma che il ritorno al Medioevo non è un buon argomento di campagna elettorale

Dopo la delusione dei trumpiani alle elezioni di midterm, un altro rovescio imprevisto colpisce la destra più impegnata nelle «guerre culturali» sui diritti civili

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Il pessimo risultato elettorale dei sovranisti spagnoli di Vox è già il secondo caso in cui una vittoria annunciata della destra si traduce in una sua imprevista sconfitta, totale o parziale, per una sorta di effetto boomerang delle cosiddette guerre culturali (la sconfitta parziale, in questo caso, sarebbe quella del Partido popular e soprattutto del suo leader Alberto Núñez Feijóo, che alle politiche di domenica, per usare una formula a noi familiare, è arrivato primo ma non ha vinto).

Il caso precedente è quello dei repubblicani americani alle elezioni di midterm del 2022. Anche qui, il trionfo annunciato dai sondaggi si è tramutato in una mezza sconfitta (specialmente per i candidati più vicini all’ex presidente), o quanto meno in una vittoria di Pirro, e tutti gli osservatori hanno indicato tra le principali ragioni dell’insperato recupero dei democratici proprio l’offensiva della destra sui diritti civili, e in particolare sull’aborto. Il risultato spagnolo potrebbe indicare una dinamica analoga.

Considerata l’altissima probabilità di stallo parlamentare, si capisce perché le dichiarazioni dei leader, domenica notte, somigliassero più ai comizi di apertura di una nuova campagna elettorale che al commento dei risultati. E certo non è un caso che Pedro Sánchez si sia concentrato nell’attaccare il «blocco involuzionista Pp-Vox» e il suo tentativo di tornare indietro proprio sui diritti civili.

Su questo terreno, fino a pochi anni fa, nei paesi occidentali anche le destre più tradizionali tendevano a stare sulla difensiva, a mantenere una certa ambiguità e comunque a non mettere in discussione diritti acquisiti. L’offensiva partita dagli Stati Uniti ha semmai inquietanti assonanze con quanto accaduto nelle democrazie illiberali dell’Est, ed è dunque tanto più significativo, e confortante, che tale tendenza si sia rivelata elettoralmente meno conveniente laddove la democrazia liberale è ancora solida.

Forse sarebbe bene che Giorgia Meloni, che tanto si era spesa per il suo amico «Santi» (il leader sovranista Santiago Abascal), e proprio in quella chiave («Yo soy Giorgia», con tutto quel che segue), riaprisse il suo famoso quadernino e ricominciasse a prendere appunti: il Medioevo non paga. Del resto, anche la parabola del sovranismo spagnolo sembra confermare una regola che la nostra presidente del Consiglio farebbe bene a non dimenticare: è più facile sconfiggere il Pd che la modernità.

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