FrozenDieci usi gastronomicamente scorretti del ghiaccio

I cubetti ghiacciati sono protagonisti assoluti delle roventi giornate estive. Vi raccontiamo come, sperando anche in un piacevole effetto subliminale

Foto di Jan Antonin Kolar su Unsplash

Il ghiaccio in cucina può essere protagonista: granite e ghiaccioli, ovviamente, ma anche sangria e gazpacho, cocktail gelati e letti freddissimi per un piatto di crudo di mare. Ma in questi giorni infuocati si va oltre, e l’inventiva tipicamente italiana dà il meglio di sé nel trovare espedienti per sfruttare questa gelida risorsa contro il caldo. Ne abbiamo osservati diversi, e raccolto i migliori in questa piccola galleria.

Ore 10. Bancone del bar sulla spiaggia. 30 gradi reali, 75 percepiti. L’uomo osserva a lungo la selezione di paste e brioche, sospira e chiede un espresso. Lo guarda, sospira di nuovo: «Cavolo. È caldo. Mi ci metti un cubetto di ghiaccio?». Il cubetto viene prontamente consegnato con piattino e pinzetta e… pluf! Invade la tazzina occupandola quasi interamente. L’uomo sembra soddisfatto. Oggi ha inventato il caffè freddo.

L’anziana ed elegante signora boccheggia sul divano davanti alla tv. Non trova ristoro nemmeno in terrazza. L’aria condizionata la indispettisce. Gelato? No, non ha fame. Ci vorrebbe una granita, ma non sa come… idea, semplice e antica, ereditata dalla nonna. Si riempie di cubetti di ghiaccio un tovagliolo, lo si avvolge su sé stesso, si prende il pestacarne e giù botte fino a sbriciolarlo. Lo mette nel bicchiere, una spruzzata di limone e granita sia!

Il cameriere si avvicina alla tavolata. Sei persone, ristorante in campagna, tavoli apparecchiati rustici, poche formalità. «Acqua liscia o gasata?». «Mah, per ora faccia così: invece dell’acqua ci porti direttamente due caraffe di ghiaccio». Freschezza assicurata.

Un’altra tavolata, questa volta in una di quelle piccole trattorie che si annidano nei vicoli ombrosi di un borgo medievale. Il capo famiglia (o la capo famiglia, non è una questione di genere) decide che il vino lo vuole rosso. Ma a un primo assaggio lo trova sgradevolmente tiepido. La soluzione? Chiede di mettere un po’ di ghiaccio nei bicchieri, e poi versa il nettare di Bacco, un po’ annacquato okay, ma decisamente più refrigerante.

Nelle vie del centro cittadino è l’ora dello spritz, e a questo non si rinuncia neanche se ci sono quaranta gradi all’ombra. È leggero, freschino, e poi… e poi arriva il genio. La giovane donna che, appena tutti i bicchieri si sono svuotati dal liquido arancione, fa il giro dei compagni di aperitivo e svuota il ghiaccio rimasto nei calici versandolo direttamente nel suo. La cannuccia non serve più: il ghiaccio si ciuccia direttamente in bocca.

Il bambino vuole il latte, al baretto sulla spiaggia. È la sua colazione abituale, ma non lo soddisfa, almeno non oggi. Parlotta un po’ con la mamma che gli spiega che no, il gelato prima delle nove del mattino non è un’opzione. E così nasce l’idea: un bicchiere di latte con zucchero e tanto ghiaccio.

Sempre in spiaggia, ma sotto il sole a picco: sono le 14, non c’è scampo né refrigerio. La donna inizia a lamentarsi. Non ce la fa più, ha un calo di zuccheri, si sente svenire. Dal bar arriva un cameriere in soccorso: «Le porto un po’ di ghiaccio?». «Sì, grazie, e anche un po’ di zucchero». Svuota le bustine in un piattino, prende il primo cubetto e lo intinge nella dolce montagnetta. E via, a intingere cubetti per un ristoro immediato.

Il minestrone? Con questo caldo? Ma sei sicuro? Certo che le verdure fanno bene, che le vitamine, che i sali minerali, che tutto quanto, ma… sì è vero, lo si può mangiare anche freddo. Del tutto inaspettata è invece la scelta di mettere due cubetti di ghiaccio nella fondina per portare la zuppa a giusta temperatura e creare l’anello di congiunzione tra minestrone e gazpacho.

I ragazzini giocano a calcio in un campetto improvvisato su una piccola piazza. Uno si stacca dal gruppo, entra nel bar e ne esce ridendo con due bicchieroni da cappuccino pieni di cubetti gelati. Li porta agli amici e inizia a barattarli: un cubetto per una gomma da masticare.

«Tesoro hai messo l’acqua in freezer e ti sei dimenticata un’altra volta?» il marito protesta, ma svita con sottile piacere il tappo di quella che era una minerale frizzante da un litro e mezzo, ora trasformata in un iceberg di quelli capaci di affondare il Titanic, imbevibile se non a piccoli rivoletti, solcata da un leggero brusio, traccia di quello che era il gas delle bollicine.

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