Ansia da prestazione L’uva ti giudica

La stagione della vendemmia si avvicina e per gli enologi inizia un periodo di intenso lavoro, tra molte incognite e grandi soddisfazioni. Se vi va di conoscere più da vicino cosa succede in vigna e in cantina durante queste frenetiche giornate, siete nel posto giusto

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L’arrivo della vendemmia, per un enologo appassionato, è più o meno come avere addosso una data di scadenza: non sai di preciso quando sarà, ma sei sicuro che arriverà perché qualcun altro l’ha scritta per te e tu dovrai essere pronto a tutto, e nonostante la tua preparazione e la tua pianificazione niente andrà come previsto. Ma forse, in fondo, è anche questo il bello!

C’è chi si prepara tutto l’anno, chi preferisce pensarci solo una settimana prima, chi un mese, chi non ci pensa proprio e si ritrova in mezzo al marasma. Sta di fatto che lei arriva, sempre, inesorabile e quasi sempre, per un motivo o per l’altro, ti coglie impreparato.

Io sono sempre stato nel mezzo, uno di quelli che ci pensa e pianifica, lasciando però sempre un margine, ampio, di manovra per le incertezze che, ahimè, sempre si presentano. Uno che sogna…

Si tratta sempre di piani, idee e sogni, e come nei nostri onirici voli pindarici a volte diventano incubi e bisogna trovare il modo di venirne fuori, perché l’uva è lì, ti guarda e ti giudica, sempre!

Ti prepari perché in quest’annata vuoi produrre il Pinot Nero più buono di sempre, trenta per cento uva intera, trenta per cento diraspata con bacca intera con la nuova diraspatrice modello 4.0 che dicono faccia miracoli, e quaranta per cento diraspata e pigiata.

Già che ci sei hai pure comprato i nuovi serbatoi con il sistema automatico di rimontaggio, così la sera quando sono tutti stanchi la bagnatura del cappello di vinaccia sarà perfettamente omogenea come dice il libro, come dice il tuo amico consulente o come dice il tuo sesto senso.

Poi, arrivati al dunque, ti accorgi che la stagione fa le bizze, che è venuta troppa acqua, troppa pioggia, e che lo stato sanitario del tuo amato Pinot Nero non procede come speravi e sei costretto a lavorarlo in tutta fretta senza raspi, perché non sono belli e maturi, e pigiando ogni singolo acino per evitare che la fermentazione prenda strade inaspettate. E il Pinot Nero più buono del mondo? Si farà l’anno prossimo.

Arriva la nuova pressa, il nuovo giocattolone maxi da enologi nerd, doppia membrana per pressature soffici e mosto fiore come non ci fosse un domani, doppio canale di sgrondo centrale per evitare il più possibile i canali preferenziali di sgrondo del mosto, e quindi rompere meno la “torta” di pressatura, e quindi estrarre dalla buccia meno potassio, per pH così bassi che nemmeno la Coca-Cola, e infine, per ossidare il meno possibile il frutto preferito di Bacco, anche la possibilità di lavorare tutto in ambiente inerte con azoto, per evitare che l’ossigeno intacchi le preziose molecole odorose che vogliamo preservare.

Tu sei pronto, prontissimo, armato fino ai denti, ma il caso vuole che la stagione, grazie all’amico “riscaldamento globale”, abbia accelerato improvvisamente. Avevi previsto di vendemmiare con calma prima il Pinot Grigio di fondo valle, poi il Sauvignon Blanc di quel famoso appezzamento che sempre ti regala aromi straordinari e infine lo Chardonnay da mettere in barrique. Ecco, invece quest’anno tutto sembra essere maturo allo stesso momento, devi vendemmiare e devi lavorare l’uva, veloce, perché è calda e se rimane nelle cassette si sciupa. La cella è piena e fatica a raffreddare tutto, quindi tu devi correre.

A quel punto, salti l’azoto, la macerazione prefermentativa e vai di pressate rapide come se dovesse arrivare l’apocalisse… e la pressa? Quella sul più bello cosa fa? Ovviamente si rompe! Perché l’installazione è arrivata all’ultimo e non l’hai testata a dovere, perché uno degli elettricisti ha fatto male un collegamento interno o perché un abile vendemmiatore ha pensato bene di dimenticarsi le forbici in una cassetta dell’uva che è poi finita per conficcarsi nella membrana della tua supernuova e supercostosa pressa…

All’improvviso poi ti svegli, traumatizzato, sudato e delirante, ti accorgi che è ancora il 15 di agosto, e che per la tua vendemmia la fatidica data non è ancora giunta. Ti rilassi un attimo, ma non troppo, perché qualche tuo amico spumantista in Franciacorta o in Oltrepò ha già iniziato a vendemmiare e quindi la tensione rimane palpabile.

E proprio per raccontare questa meravigliosa esperienza umana legata alle incognite della natura, abbiamo deciso di seguire questo complesso periodo descrivendo giorno per giorno che cosa succede nelle cantine italiane che hanno deciso di condividere con noi la loro esperienza per il 2023.

Noi siamo pronti, e vi aspettiamo su Instagram con delle dirette che ci porteranno nelle vigne e nelle cantine, in compagnia di enologi e produttori che ci racconteranno come stanno vivendo la loro vendemmia. Giorni e ore le decide la natura: dipende!

Romanzata a parte, buona vendemmia a tutti!

 

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