Figli della terraCome le installazioni site-specific ci insegnano ad abitare la natura

Tre musei a cielo aperto italiani approfondiscono il rapporto tra arte e ambiente, offrendo un’esperienza intensa e immersiva all’insegna del rispetto e della sostenibilità a trecentosessanta gradi

Ninni Donato (Technelab), L'arte non è la cura, è la malattia. Face Aspromondo. Courtesy of Giorgia Foti

Uomo e natura sono legati a doppio filo da sempre. Con la cementificazione e le migrazioni massicce verso le città, un po’ per costrizione e un po’ per necessità, questo rapporto si è complicato ed è diventato più lasso, facendo dell’uomo il perfetto animale urbano. Riconnettersi alla natura passeggiando nel silenzio di una valle, o con i piedi a mollo nel letto di un fresco ruscello di montagna, oggi è diventata un’attività per il tempo libero, un passatempo dal sapore quasi hipster e un’esperienza a tratti spirituale. La natura, spinta fuori dalle metropoli, non è più considerata uno spazio da abitare e di cui prendersi cura, ma un luogo dove transitare e potersi rifugiarsi per “staccare” trascorrendo qualche settimana durante l’estate, forse ispirati dal desiderio di evasione della celebre pellicola di Sean Penn (Into the wild). Recuperare il senso di questo legame, quello tra uomo e natura, è la sfida che si sono posti alcuni parchi d’arte, in Italia.

Giuseppe Negro, L’Ignoto. FaceAspromondo. Courtesy of Giorgia Foti

Camminando tra le foglie cadute del bosco dell’Aspromonte, in Calabria, capita di imbattersi in una scultura a forma di embrione, ricavata da un blocco di roccia, dal titolo Siamo figli della terra, realizzata dall’artista Tonino Denami. Può succedere anche che cercando riparo dagli ultimi strascichi di afa estiva sotto le fronde fresche del bosco di Santo Stefano d’Aspromonte, ci si imbatta all’improvviso in una botola di ghisa dorata, un passaggio segreto che invita a entrare in un altro mondo, quello del Bosco degli Artisti.

Insieme ad altre dieci installazioni, infatti, questa botola fa parte di una più ampia esposizione a cielo aperto, organizzata in occasione della dodicesima edizione di Face Festival Aspromondo, un evento che invita lo spettatore a immergersi nei profili dell’impervia montagna bianca calabrese, dalle pareti calcaree e dal carattere ostile, dimostrando che lo spazio trasforma l’arte e l’arte, abitandolo, trasforma lo spazio. Le installazioni, infatti, sono permanenti, pensate per restare. L’ambiente circostante – in questo caso, quello boschivo – diventa così un luogo fecondo e trasformativo, capace di accogliere un progetto culturale sostenibile, partecipato, itinerante, che permetta all’arte di diventare «sentinella dei luoghi», come ha ricordato il sindaco di Santo Stefano d’Aspromonte, Francesco Malara.

Tonino Denami, Siamo figli della terra. Face Aspromondo. Courtesy of Giorgia Foti

Nel parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, arte, natura e cultura si incontrano in Arte Parco, un progetto ideato per proporre delle installazioni di arte contemporanea in uno dei siti naturalistici più antichi d’Italia, che oltre a essere un luogo perfetto per un trekking in compagnia, è anche terreno di ricerca e uno spazio dove poter imparare metodi e buone pratiche per preservare il pianeta. Istituito nel 1923, questo luogo si estende per cinquantamila ettari di terreno e ospita circa 68 specie diverse di animali (tra cui il celebre orso marsicano) che si aggirano per tutta l’area, muovendosi tra le opere site-specific e vivendo lo spazio circostante. Ogni opera presente nel parco nazionale interroga visitatori e visitatrici su temi ambientali, quali la responsabilità ecologica, il rapporto tra uomo e fauna e l’importanza della tutela dell’ambiente. Animale-Vegetale (Il Cuore) è l’opera dell’artista Marcantonio. Un cuore laccato di colore bianco, intagliato in un tronco di un albero per riflettere sul concetto di cura reciproca, necessaria per trovare un equilibrio nella convivenza tra uomo e natura. Nella sua più recente edizione, Arteparco ha inaugurato l’opera Totemi, ispirata al graffitismo e all’arte di strada, realizzata a cura del collettivo artistico Accademia di Aracne.

Arteparco 2023: Accademia di Aracne, Totemi, ph Luca Parisse

Percorrendo circa dieci chilometri verso il nord di Siena si arriva a un esteso bosco di querce ombrose. Qui si trova lo Sculpture Park, immerso nel parco tra Pieveasciata e Vagliagli. Esteso per circa sette ettari di bosco, lo spazio è un esercizio di armonia tra luce, suono, arte e natura; ospita infatti varie installazioni realizzate con i materiali più disparati: dai tradizionali marmo e granito, alla luce al neon, al vetro colorato, ognuno pensato per affrontare vari temi, quali la libertà di stampa, la sfiducia nel progresso, l’armonia. Qui è possibile ammirare opere di artisti di fama internazionale, come Fede e Illusione, realizzata dall’artista indonesiana Dolorosa Sinaga: il corpo arreso di una donna, ripiegato su sé stesso, svuotato e oppresso dalle alte costruzioni che si ergono ai lati della figura. L’opera parla della fiducia umana per il progresso e smaschera il vuoto e la realtà artefatta celati dietro allo sfarzo dei grattacieli urbani.

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