Il mare, che cambia colore ad ogni anfratto di costa. Il vento, quello forte di Maestrale. Le rocce, che mescolano colore e composizione alla macchia mediterranea. Il profumo del lentisco. Chilometri di strade disabitate che incontrano piccoli e caratteristici paesini. In poche parole, Sardegna. È inutile girarci intorno: chiunque abbia visto anche solo una volta nella vita l’isola di Sardegna, poi, se la porta dentro, questa terra.
Molti la descrivono come il paradiso, meglio delle Maldive o di qualsiasi altra località caraibica di mare. Ed è vero, un mare come quello sardo non esiste in nessun altro luogo al mondo. È unico, magico, speciale. Capace di lasciarti addosso lo stupore, la meraviglia e la commozione. Succede ai turisti, e succede ai sardi, che difficilmente riescono a non restare estasiati di fronte a quella che, sì, è casa, ma che non finisce mai di ammaliare. Anche se ce l’hai di fronte agli occhi 365 giorni all’anno.
Sardegna e mare, un binomio dato quasi per scontato. Lo sappiamo, lo abbiamo interiorizzato, magari sognato. E lo sapeva anche l’Aga Khan, quando ha creato una delle destinazioni più gettonate del jet set internazionale. La Costa Smeralda continua, anche dopo sessant’anni, a essere meta ambita. Non solo per la sua incredibile bellezza, ma anche per il suo essere simbolo di esclusività e lusso.
È vero, l’isola ha quasi 1900 chilometri di costa, con un paesaggio che cambia velocemente da Nord a Sud, senza mai perdere di bellezza e particolarità. Ma la Gallura, da Olbia alla Maddalena, passando appunto per la Costa Smeralda, miete vittime, che ambiscono, anche solo per una settimana, a vivere da una parte il sogno di un territorio affascinante e, dall’altra, a sentirsi parte di un qualcosa di più grande.
Piccole cale frastagliate, colori che passano dall’azzurro limpido al verde intenso, l’acqua ghiacciata, la sabbia fine che sulla pelle sembra borotalco, le strade a picco sul mare. E poi, gli yacht immensi, le serate luccicanti, gli abiti di seta, le file fuori dai locali. La Costa Smeralda è anche questo. Un susseguirsi di vite da sogno, che la maggior parte dei comuni mortali si possono limitare a guardare da lontano per immaginare come siano.
Ma come si mangia in Costa Smeralda? Come mangiano le persone che possono permettersi una settimana in una tra le mete più costose al mondo? Noi abbiamo fatto un giro nei dintorni per scoprire alcune tra le proposte gastronomiche della Costa, da Porto Rotondo alla super vip Porto Cervo e la risposta che ci siamo dati risponde a un’unica parola: semplicità. Certo, forse si tratta di semplicità complessa o di semplicità a tanti zeri, ma quella smeraldina rimane sempre una proposta in linea con il territorio, con i suoi prodotti e il suo cibo. Siete pronti a percorrere questo itinerario del lusso con noi?
Abi D’Oru
A pochi chilometri da Golfo Aranci, troviamo Porto Rotondo, a cui romanticamente possiamo pensare come ad una piccola Venezia nella parte Nord Est dell’isola, visto che questo centro residenziale nacque nel 1969 proprio dall’amore di due conti veneziani per quest’angolo di paradiso. Qui, tra ville, terrazze fiorite e hotel di lusso, sorge uno dei primi complessi alberghieri della zona, l’Abi D’Oru.
Il suo nome (ape d’oro) richiama esattamente l’immagine che si staglia di fronte agli occhi e alla memoria: un susseguirsi di tonalità di oro, che al tramonto si mescolano al blu del mare del Golfo di Marinella. L’elicriso e il mirto contornano di profumi ogni spazio di questo luogo fatto di silenzio e pace. Un luogo con una storia importante alle spalle, nato dalla creatività dell’architetto sardo Simon Mossa, che ha voluto reinterpretare nella struttura dell’hotel lo schema esagonale degli alveari.
Oggi l’Abi D’Oru rispecchia un design moderno e funzionale, senza tralasciare la tradizione sarda che trasuda in ogni dettaglio, dagli arredi, realizzati da prestigiosi artigiani locali, alla proposta gastronomica.
Con anche la possibilità di fare corsi di cucina sarda tradizionale, curati da Gianfranca Dettori, una delle poche donne capaci di realizzare su filindeu, una pasta formata da tanti piccoli fili e condita di solito con brodo di pecora. Ma non solo: gli ospiti possono cimentarsi nella preparazione di lorighittas, malloreddus e tutto ciò che comprende il panorama delle paste della tradizione.
All’interno dell’Abi D’Oru ci sono infatti diversi ristoranti. Tzia Maria è la proposta più tradizionale. Quella che mette nel piatto le migliori produzioni di Sardegna, come i salumi di Michelangelo Salis, il melone giallo di Valledoria o il Grananglona. Vi ritroverete in un viaggio all’interno dei sapori dell’isola, con ricette che richiamano la storicità della tavola sarda, ma che ricercano anche soluzioni nuove e curiose.
C’è il classico Pani Frattau, zuppa di pane raffermo bagnato nel brodo, con sugo e uovo in camicia. Ci sono i culurgiones, tipica pasta ogliastrina ripiena di patate, formaggio e menta, che qui, serviti con pomodoro e polvere di guanciale, sposano il mare con un ripieno di gamberi, cozze e vongole. La fregula risottata con ragù di maiale, zafferano, finocchietto selvatico e pecorino: in un solo piatto, il racconto di un territorio. E c’è il maialetto sardo, cucinato secondo la tradizione allo spiedo, o in versione nuova, disossato e cotto a bassa temperatura.
Se avete voglia di mangiare in riva al mare, c’è invece il Marinella, tra i pochi ristoranti pieds dans l’eau della costa, dove l’executive chef Pierluigi Putzu fa rivivere gli ingredienti isolani in proposte eleganti e suadenti come la spiaggia che si trova davanti ai tavoli. E allora è un susseguirsi di caviale accompagnato da blinis e patata mantecata, o di plateau di crudi, che strizzano l’occhio anche a pesche di altri mari, ma che ritrovano l’essenza sarda poi nei primi piatti, mescolati alla Sardegna verace. Come nei maccarones de punzu, la versione nordica dei malloreddus, con gamberi, zucchina e menta, o nello spaghetto all’astice blu alla catalana.
C’è poi anche la possibilità di pranzare in piscina con il nuovo pop up restaurant e Gherardo Fedrigo Gaetani Dell’Aquila D’Aragona, detto Barù, food influencer ed esperto di vini, che ogni giorno a pranzo e a cena (in questo caso only adults) propone un menu essenziale, con pochi piatti, ma con ingredienti che trasudano il sapore di quest’isola.
Tutto qui è cotto alla brace, tra lo sfrigolio della griglia e i profumi che si spandono nell’aria. Piatto signature sicuramente il Lobster Roll, il classico panino con l’astice, qui arricchito da una spianata sarda di grano duro con una maionese aromatizzata con erbe della macchia mediterranea e il miele delle arnie dell’Abi D’Oru. Ma c’è anche il pescato locale e la carne, declinata, tra le altre cose, in pollo brado, maialino nero e agnello sardo. Il consiglio è quello di lasciare un posticino per il dolce: l’ananas grigliata e servita con gelato e miele è un qualcosa di strepitoso.
E magari accompagnatela con uno dei cocktail pensati da Fever Tree, che quest’anno ha voluto fare un omaggio all’isola con una bar station mobile a bordo piscina e una selezione di botaniche naturali, in grado di creare, grazie all’estro del bar manager Marcello Cabiddu, una carta di drink perfetta per la stagione estiva. Dalla Mediterranean Tonic Water dalle note saline, alla Pink Grapefruit Soda con note floreali di pompelmo rosa, passando per la Elderflower Tonic Water con oli essenziali dei fiori di sambuco. La drink list prevede quattro proposte, abbinate anche a prodotti sardi, come l’amaro Bomba Carta o il gin Grifu Limu, che racchiude i sentori del mare di Sardegna.
Hotel Abi D’Oru
Località Golfo di Marinella – Porto Rotondo (Ss)
IT Porto Cervo
Risalendo lungo Nord si arriva a Porto Cervo, vetrina su cui in estate sono puntati fari e sguardi curiosi. Al di là del mare, delle sue spiagge, una più bella dell’altra, la vita notturna qui la fa da padrona, con locali e ristoranti nati con l’obiettivo di far star bene le persone, in mezzo a lustrini e panorami mozzafiato.
Questa è anche l’idea di IT, che ha voluto portare anche per il 2023 il suo Pop Up ENJOY IT in Costa Smeralda. La filosofia è la stessa che contraddistingue il format, nato ad Ibiza ed esportato poi in tante altre località esclusive nel mondo, Tulum, Londra, Mykonos. Qui, nella raffinata Promenade du Port, di fronte al porto e ai suoi immensi yacht, ci si può fermare all’aperitivo fino all’after dinner.
Il menu, creato dallo chef Michele di Bonito, comprende proposte semplici e immediate. Alcuni piatti sono quelli storici di IT, altri guardano con attenzione allo scenario locale. Ed ecco quindi che accanto alle pizze, sottili, croccanti e da condividere, spunta la fregula ai frutti di mare, con l’ostrica sarda e la bottarga di muggine. O la pesca a lenza del giorno, da accompagnare agli ortaggi dei produttori del territorio.
Protagonista all’IT la cottura al josper: da non perdere la capasanta con demi-glace ai funghi e insalata di finocchi o la sorprendente ostrica con ricotta. Il dopocena è un tripudio di cocktail, firmati dal bar tender Mattia Lufrano, da provare tutti, con rivisitazioni dei più celebri drink: dal Mojito 2.0 al Latte e Menta, fino ad arrivare al goloso Cornetto o al Spicy Mezcalita, a base di mezcal e liquore al jalapeño.
It Porto Cervo
Promenade du Port, Via Aga Khan, 1 – Porto Cervo (Ss)
Meraviglioso
Se la vostra idea di cena coincide con quella di una serata all’insegna della musica e della leggerezza, sempre in Promenade du Port avete la soluzione giusta. Meraviglioso – Italian Singing Restaurant promette esattamente questo: musica, divertimento e buon cibo dello chef Rosario Miccolis. Il format è lo stesso del Super G di Courmayeur, qui in versione mare e estate, con un modello di eat entertainment: si mangia e si canta con le canzoni italiane più famose di sempre.
Diverse le proposte. La prima è un inno alla condivisione, con i tacos di pane carasau e tonno rosso, i fiori di zucca in tempura ripieni di ricotta di pecora e accompagnati da una maionese allo zafferano o lo spaghetto alle vongole e bottarga, che contestualizza location e stagione. Non dimenticate di ordinare il dessert: vi arriverà uno dei tiramisù più buoni della vostra vita, fatto con una mille foglie di carasau, reso ancora più croccante e “biscottoso” da un’emulsione di cacao e zucchero.
Al piano superiore, di fronte ad un panorama che abbraccia tutta Porto Cervo, un ambiente diverso, forse ancora più raffinato, con un menu speciale dello chef Andrea Berton. Anche qui protagonisti sono gli ingredienti del mare. Le tagliatelle di calamaro con salsa alla puttanesca, il tonno con la purea di patate o i tagliolini all’astice. Pochi piatti, ma essenziali per gustare la Sardegna e la sua estate.
Con un servizio che diventa ancora più esclusivo, scegliendo di prenotare in privato la Karaoke Room o i servizi a domicilio della boutique Champagne à Porter, boutique dove è possibile degustare al calice, anche da asporto, le bollicine del Gruppo Moët Hennessy.
Meraviglioso Italian Singing Restaurant
Promenade du Port, Via Aga Khan, 1 – Porto Cervo (Ss)