Bevande nobili Una tazza di tè in estate? Se è freddo, sì

Abbiamo chiesto alla tea blender e tea sommelier Elena Maisola qualche consiglio per ottenere risultati da veri professionisti della teiera anche a bassa temperatura

Foto di Bady Abbas su Unsplash

Quando avviciniamo i concetti di estate e di tè, pensiamo immediatamente alla vastissima categoria di prodotti della grande distribuzione – già sapientemente testati e votati dal nostro Alessio Cannata – ma di sicuro non ci viene certo l’idea di prepararci una tazza di tè con quaranta gradi all’ombra.

Eppure si può. Specifichiamo: stiamo parlando di tè freddo. Da preparare a casa, scegliendo una miscela di qualità e utilizzando molto meno zucchero di quello presente nelle bevande che troviamo abitualmente sugli scaffali del supermercato che di tè, spesso e volentieri, portano solo il nome.

Come per il caffè, anche in questo caso esistono tipologie diverse di infusione tra cui scegliere quella che più ci ispira o che si adatta maggiormente alle nostre esigenze.

A spiegarle sul suo blog è Elena Maisola, aka Miscel Ma Bel, tea blender e tea sommelier che si occupa di miscelare, assaggiare, degustare e, non da ultimo, raccontare le diverse tipologie e le innumerevoli sfumature di quella che definisce una «bevanda meravigliosa», scoprendo gli abbinamenti giusti e andando a creare combinazioni uniche e aromatiche. Un lavoro – e una passione – che accosteremmo senza problemi all’universo del vino e che, declinato in quello del tè, suona forse un po’ strano, ma in realtà estremamente affascinante.

Tra le ultime miscele da lei create, in vendita come tutte le altre sul suo shop online, figurano proprio i tè freddi: quattro referenze per le quali la semplicità, di gusto e di preparazione, è la caratteristica principale. Menta, limone, frutti di bosco e pesca, racchiusi in filtri piramidali per conferirgli un effetto olfattivo molto più intenso e un’infusione più omogenea.

L’infusione, dicevamo. Sono tre i metodi proposti da Maisola, due più pratici e uno che richiede un po’ di pazienza in più, ma tutti in grado di dar vita a un prodotto finale che conserva le caratteristiche organolettiche e le esalta senza cadere nell’amaro.

Cold brew (infusione a freddo)
È il metodo più semplice tra questi e, anche se richiede un’attesa di qualche ora prima di poter gustare il proprio tè, agisce con delicatezza sull’estrazione delle foglie, mantenendo intatte le loro proprietà aromatiche.

Per preparare un tè freddo in questo modo è sufficiente mettere le foglie in infusione in una caraffa di acqua fredda, senza averla scaldata in precedenza, e riporla in frigorifero. Dopo aver atteso dalle tre alle sei ore (ma anche tutta la notte), a seconda del grado di intensità preferito, sarà pronto. La proporzione di tè da utilizzare è di circa otto grammi per un litro di acqua.

Metodo Koridashi
È un metodo giapponese, che letteralmente significa “fuori ghiaccio” e prevede, per l’appunto, l’utilizzo di cubetti di ghiaccio al posto dell’acqua. Sarebbe perfetto utilizzare la tradizionale teiera Kyusu, quella con il manico laterale, ma per chi non ne ha una va benissimo una ciotolina o una tazza qualsiasi.

Con la stessa proporzione di tè citata in precedenza, è sufficiente mettere nella teiera le foglie e riempirla di cubetti di ghiaccio per poi lasciarla, senza coperchio, al sole o comunque in un luogo caldo fino a che il ghiaccio non si sarà sciolto completamente.

Questo metodo non permetterà di ottenere grandi quantità di tè – una teiera Kyusu contiene circa 250 millilitri di acqua ma, soprattutto se utilizzato con i tè verdi giapponesi, ne esalterà tantissimo l’umami e la dolcezza.

Taiwan style (tè freddo shakerato)
Di questi tre è sicuramente il metodo più veloce e gioca sull’idea di abbassare velocemente la temperatura del tè, preparato seguendo il tradizionale metodo di infusione che tutti conosciamo, evitando che diventi troppo amaro o astringente.

Una volta scaldata l’acqua fino alla temperatura richiesta dalla tipologia di tè che abbiamo scelto, lasciarlo in infusione per i minuti necessari. Una volta riempito uno shaker o un bicchiere con dei cubetti di ghiaccio, versare il tè e mescolare molto velocemente.

In questo caso è consigliato bere subito il tè ottenuto, utilizzandone un maggior quantitativo per averlo più intenso come sapore, per non renderlo troppo annacquato.

Errori da evitare
Il primo errore è forse il più semplice da commettere: preparare il tè caldo e lasciarlo intiepidire. Sbagliato, perché questo metodo gli fa perdere tutte le sue qualità organolettiche e lo rende molto amaro (e quindi bisognoso di molto zucchero).

Molto importante è non lasciare in infusione le foglie una volta che si è terminato di preparare il tè freddo: va filtrato e poi conservato in frigo, in una caraffa o in una bottiglia ben chiusa: fondamentale, altrimenti assorbirà tutti gli odori dei prodotti circostanti.

Infine, il tè freddo non va zuccherato. Chi lo apprezza più dolce può addolcirlo una volta pronto o comunque appena prima di servirlo.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter