Cambusa golosaMa come fanno i marinai

Abbiamo chiesto ad alcuni dei migliori velisti italiani come fanno a nutrirsi quando attraversano gli oceani e non toccano terra per almeno un paio di settimane, a volte di più

Alberto Riva ©MartinaOrsini

Un tempo la vela di chi attraversa gli oceani era avventura, la maggior parte delle imbarcazioni erano nate per la crociera, con qualche accorgimento si preparavano per la regata. Le navigazioni erano molto più lunghe perché si navigava più lentamente. La vela oceanica non ha mai messo le comodità in cima alla lista delle priorità, ma l’ingegno ha sempre aiutato; per esempio, si ricoprivano le uova con un velo di vaselina in modo che, bloccando la porosità del guscio, potessero essere commestibili anche per mesi.

Ora per essere veloci bisogna essere leggeri, gli interni ridotti all’osso anche se super tecnologici, nessuno si sogna più di imbarcare le uova, i cibi liofilizzati la fanno da padrone.

Ma ogni marinaio ha il suo comfort food. Soldini, che è un po’ il papà delle nuove generazioni, ha insegnato anni fa come mettere la pentola a pressione su un fornellino a gas da campeggio appeso al soffitto della cabina. Pasta grossa, passata di pomodoro, ma anche pelati, acqua. Quando la valvola fischia, in cinque minuti è pronta un’ottima pastasciutta. C’è chi lo imita, chi ha scovato un’azienda che fa la pasta disidrata già condita, chi fa incetta di pompelmi che durano anche mesi, chi almeno per la prima settimana fa scorta di pomodori ciliegino. Tutti, comunque, in attesa di toccare terra per soddisfare la propria voglia alimentare.

In questi giorni sono in navigazione, dopo qualche difficolta a causa di una tempesta che ha sconvolto l’oceano Atlantico: sono partiti da Le Havre in Normandia con destinazione Fort de France nella Martinica, regata nota anche come Rotta del Caffè perché percorre in senso contrario la rotta dei velieri che portavano i primi chicchi di caffe dai Caraibi. La regata, che si disputa ogni due anni, quest’anno ne compie trenta: al via novantacinque barche di quattro categorie differenti tutte con due uomini di equipaggio.

Nel 2007 Giovanni Soldini la vinse in coppia con Pietro d’Alì. Una traversata che, soprattutto tra le barche più piccole, quelle dei Class40 (dodici metri), vede i velisti italiani protagonisti. Ci sono due skipper, Ambrogio Beccaria su Alla Grande Pirelli e Alberto Bona su IBSA, tra i più forti e preparati della flotta: indubbiamente sono candidati a lottare per la vittoria; Alberto Riva, a bordo di Acrobatica, e Andrea Fornaro, su Influence2, si sono presentati al via con barche nuovissime, gemelle del velocissimo scafo di Beccaria. Poi c’è Giancarlo Pedote con il suo Prysmian che nel 2015 questa regata l’ha già vinta e che nel 2024 sarà ancora al via del giro del mondo in solitario senza scalo che dura quasi tre mesi. Abbiamo indagato sulle loro cambuse.

«Nel trasferimento verso la Normandia abbiamo testato la nuova cucina – racconta a Linkiesta Gastronomika Ambrogio Beccaria – abbiamo una pentola a pressione e un bollitore che mettiamo su un fornello a gas. Il bollitore serve per rigenerare i liofilizzati, ma con la pentola possiamo prepararci, mediamente ogni due giorni, pasta o risotto. Pasta tonno e pomodoro in navigazione è la mia favorita». Ambrogio, con quel nome non poteva essere altrimenti, è golosissimo di risotto, tanto che su Instagram ha mostrato in un video che ha già preparato le porzioni sotto vuoto con Carnaroli, dado e zafferano in modo da poterli stivare salvando spazio: «Si rosola il riso, si aggiungono gli ingredienti, l’acqua bollente e in sette minuti dal fischio il pranzo è servito». Il Parmigiano poi è uno dei comfort food per antonomasia dei velisti: Ambrogio lo usa naturalmente anche per il risotto, ma mangiato a pezzetti aiuta ad accumulare energia, quando magari le condizioni del mare rendono complicato cucinare.

Alla Grande Pirelli, Ambrogio Beccaria

«Il Parmigiano è fondamentale, anche la bresaola mi piace un sacco e riusciamo a condirla con olio e limone, inoltre la moglie di Pablo, il mio compagno di regata che è spagnolo, ci ha portato del jamón serrano, una vera e propria chicca», così spiega la sua cambusa Alberto Bona, «è però importante anche avere qualcosa di fresco: abbiamo scoperto che i pompelmi durano molto e ne avremo una bella scorta».

Alberto Riva, che dopo aver fatto parte del team di Beccaria ha coronato il sogno di una barca tutta sua, si è infortunato a un ginocchio e ha dovuto ritirarsi dovendo rinunciare alla sua cambusa golosa: «Avevo scoperto i testaroli! O meglio, li conoscevo già ma non avevo mai pensato che fossero una buona idea in barca: sono comodi confezionati sotto vuoto, li taglio a quadretti, li metto nel jetboil (un bollitore a gas) e poi li condisco con il pesto oppure olio e Parmigiano. Per la prossima regata avrò anche io la pentola a pressione».

Alberto Riva ©MartinaOrsini

Più spartana la cucina di Andrea Fornaro, che in realtà per le regate più brevi ha ingaggiato una cuoca che a terra, prima della partenza, prepara dei piatti facili da scaldare: «Qui la regata è troppo lunga, quindi abbiamo i liofilizzati. La mia giornata comincia comunque con cereali e latte condensato, poi mi piace preparare insalate con cibi in scatola come tonno e fagioli. Per i primi giorni abbiamo qualcosa di fresco come pomodorini, non ci manca la frutta con mele e pompelmi. Biscotti, snack, barrette e i fruttini per bambini sono indispensabili per spezzare la giornata e aiutano tenere alto il morale nei momenti difficili».

«Il mio cibo preferito in barca è quello che non si può avere: la mozzarella di bufala» scherza Giancarlo Pedote, che se l’è sognata tante volte nel giro del mondo senza scalo che lo ha tenuto lontano da terra per ottanta giorni e ventidue ore. «Mi devo accontentare come tutti dei liofilizzati, ma ho trovato una pasta disidratata realizzata da un’azienda pugliese che rigenerata con l’acqua calda è proprio buona».

Toccare terra al termine della regata, che si vinca o che si perda, vuol dire soddisfare un desiderio. Beccaria resta fedele al risotto, Bona non vede l’ora di addentare una bistecca, Riva vorrebbe una pizza ma non ne trova mai una decente, Fornaro un bel pesce alla griglia e frutta fresca, Pedote – sperando che qualcuno gli abbia portato la mozzarella – si soddisfa con una mega insalata fresca.

Ambrogio Beccaria ©MartinaOrsini