Continuano i giri di poltrone nel mondo della moda milanese: dopo l’annuncio ufficiale di una settimana fa, che sanciva l’addio tra il designer Nicola Brognano e Blumarine, il brand di proprietà di Eccellenze Italiane torna oggi a parlare tramite un comunicato stampa che rivela il nome del nuovo direttore creativo. Sarà Walter Chiapponi a guidare il brand che ha incapsulato l’essenza stessa degli “Y2K”, i primi duemila.
Il rumor, anticipato dal WWD già dieci giorni fa, si è così trasformato in realtà. Lo stilista piacentino, che ha di recente lasciato Tod’s dopo quattro anni di successi economici e con l’acclamazione della stampa di settore, torna quindi a dirigere un brand, pur se esteticamente molto diverso dalla maison dei gommini a cui ha contribuito a ridare smalto.
Quarantacinque anni, una carriera nata negli atelier di Alessandro Dell’Acqua, Chiapponi ha lavorato da Gucci, Miu Miu, Givenchy, Valentino e Bottega Veneta, ricoprendo per la prima volta il ruolo di direttore creativo all’interno di Tod’s.
«Sono sicuro che Walter Chiapponi, con il suo riconosciuto talento a livello internazionale e la profonda sensibilità stilistica che lo contraddistingue, saprà dare nuova energia a Blumarine, mostrandosi al tempo stesso rispettoso dello straordinario heritage del brand. Sono orgoglioso di poter scrivere insieme a Walter un nuovo e significativo capitolo», afferma Marco Marchi, amministratore delegato di Eccellenze Italiane.
Una nomina che sta a significare, implicitamente, anche un cambio di direzione estetica, che potrebbe divergere dal revamp “Y2K” messo in atto da Nicola Brognano: una strategia che ha portato al brand una grande esposizione mediatica, ma anche alterne fortune commerciali e di critica. Vale la pena ricordare che, prima di divenire il brand che conosciamo oggi, il marchio fondato da Anna Molinari e Gianpaolo Tarabini nel 1977 ha visto la sua estetica scolpita dalle foto di Helmut Newton (negli anni Novanta).
Un’accoppiata perfetta con i vestiti dalle silhouette femminili di Blumarine, costituiti da una sovrabbondanza di pizzo e bustier, Newton ha cesellato delle immagini in un perturbante bianco e nero nelle quali troneggiavano le gambe senza fine di Nadja Auermann, tra le sue modelle preferite. Un vero e proprio hub creativo alla cui fama hanno contribuito i nomi più famosi della moda dell’epoca. Con Blumarine, per rendere l’idea, ha collaborato anche la stylist Manuela Pavesi, nata nella redazione di Vogue e poi divenuta alter ego di Miuccia Prada, fondamentale nella creazione dell’immagine di Prada, fino alla sua morte nel 2015.
E poi Albert Watson, Tim Walker, Ellen von Unwerth, Paolo Roversi: l’elenco dei fotografi universalmente riconosciuti come degli eccelsi artisti, e che hanno scattato le campagne di Blumarine, è potenzialmente infinito, e ha sempre costituito un vanto per la Regina delle rose, come veniva chiamata Anna Molinari all’epoca (per via di quei fiori che invadevano la sua maglieria).
In passato, tra i consulenti del brand ci sono stati nomi eccellenti, come quelli di Franco Moschino e Walter Albini, capaci di regalare persino alla stessa fondatrice nuove prospettive. La parentesi Gen Z, tutta lustrini e trovate eclettiche – come quella di far sfilare le modelle con delle ali d’angelo, un escamotage un po’ fané voluto dalla regina dell’euro-trash, la stylist Lotta Volkova –, sembra essersi conclusa a favore di una rivisitazione più profonda, che possa andare oltre gli abiti indossati spesso dalle celebrities in front row, e molto più di rado nella vita reale dalle ragazze della Gen Z, ma anche, probabilmente, dalle loro madri.
Un’evoluzione estetica che appare, da questi pochi elementi, destinata a ritornare alle radici di un brand ben più profondo della patina superficiale di cui ci si è accontentati nel recente passato: un destino parallelo a quello di Moschino, che, dopo dieci anni di conclamati successi commerciali con il designer “larger than life” di Jeremy Scott, ha optato per Davide Renne, uomo chiave nel Gucci di Alessandro Michele, nonché amico di Walter Chiapponi.
I due hanno militato per anni da Gucci fianco a fianco, e Renne era in front row all’ultima sfilata di Tod’s firmata da Chiapponi. Proprio come il designer toscano, Chiapponi debutterà con la sua prima collezione per Blumarine durante la prossima Milano fashion week, a febbraio 2024. Un impegno che lo stilista sembra aver preso con un certo entusiasmo.
«Sono lieto di essere stato nominato direttore creativo di un iconico brand italiano che ha delineato nel tempo un concetto di femminilità all’insegna della leggerezza e della creatività. Poter contribuire alla costruzione di una nuova fase di Blumarine è per me l’opportunità di abbracciare nuovi orizzonti, emozionanti e significativi, espandere la mia visione e restituire senso all’espressività artistica».
Le premesse ci sono: il conto alla rovescia per scoprire la nuova versione di Blumarine è già iniziato. Se sarà febbraio, il mese per rinnamorarsi del brand che ha simboleggiato una generazione di giovani donne – italiane, gioiose, impudiche e bon ton nello stesso momento – lo scopriremo presto.