Il caso di questa settimana riguarda un dipendente di un call center di Bologna, che sarebbe stato licenziato a causa di una bestemmia durante l’orario di lavoro. Il caso ha suscitato molto scalpore, i sindacati hanno proclamato uno sciopero, sono stati formulati appelli per l’intercessione del presidente della Conferenza episcopale italiana. Al netto delle reazioni emotive, la legge consente di irrogare un licenziamento a un dipendente che impreca ad alta voce contro la divinità? La risposta, come sempre, è dipende.
Da quello che si legge sui giornali, al dipendente sarebbe stato contestato l’illecito previsto dall’articolo 724 del codice penale che punisce con una sanzione amministrativa chiunque bestemmia pubblicamente con invettive o parole oltraggiose. Secondo il datore di lavoro questo fatto sarebbe di una gravità tale da ledere irreparabilmente il rapporto di fiducia instaurato con il dipendente, legittimando l’irrogazione di un licenziamento disciplinare. Le decisioni delle Corti italiane, tuttavia, hanno valutato in maniera diversa questo genere di condotte dei lavoratori.
Ad esempio, la Corte di Appello di Firenze con la recente sentenza n. 686 del 17 novembre 2023 ha ritenuto illegittimo il licenziamento di un dipendente che aveva bestemmiato ad alta voce rispondendo alla richiesta di un superiore gerarchico. Secondo i giudici toscani, infatti, questa condotta doveva essere punita con una sanzione di gravità inferiore, come ad esempio la sospensione, in conformità al principio di proporzionalità che governa i procedimenti disciplinari. In altri termini, i giudici devono valutare in concreto la gravità del fatto commesso dal lavoratore e decidere se l’eventuale violazione sia effettivamente in grado di far venir meno la fiducia riposta nel dipendente.
La vicenda del dipendente del call center bolognese ci conferma che ogni licenziamento è diverso dagli altri. I rapporti di lavoro si fondano sul rapporto di fiducia che si instaura tra le parti. La lesione di questo rapporto deve essere valutata dai tribunali che sono chiamati a un compito difficile e delicato. In questo contesto, muoversi con un po’ di buon senso può aiutare sia le aziende che i dipendenti evitando di affrontare dei contenziosi per lunghi anni.
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