Giovedì 25 gennaio alle 19:30 al Palazzo Vizzani di Bologna apre al pubblico The Painting Race, il progetto espositivo del misterioso trio di artisti Canemorto, curato da Antonio Grulli e promosso dall’associazione culturale non-profit Alchemilla, che sostiene la ricerca, la sperimentazione e la produzione di progetti nell’ambito delle arti visive e performative.
The Painting Race si compone di sei quadri radiocomandati, dotati di ruote e disposti all’interno di un circuito chiuso che attraversa tutte le sale dello spazio espositivo, in una performance artistica itinerante. «I quadri sono oggetti statici e intoccabili per eccellenza – raccontano i Canemorto a Linkiesta Etc –, ci piaceva l’idea di spogliarli dalla sacralità che li avvolge e trasformarli in oggetti ludici e motorizzati». Il trio di artisti ribalta la prospettiva dello spettatore, che abituato ad ammirare da lontano i preziosi dipinti su tela – spesso protetti da vetri, allarmi e una rigorosa distanza di sicurezza – si ritrova immerso in una situazione completamente diversa, dove è l’arte a impossessarsi dello spazio, infrangere le formalità e annullare le distanze. I dipinti, infatti, sono a disposizione del pubblico per essere pilotati lungo l’intero tracciato, che si snoda tra le suggestive sale settecentesche della sede di Alchemilla. Il circuito evoca visivamente una scultura brutalista e minimale, che fa da contraltare alle opere in tessuto dipinte a candeggina pensate e realizzate per inserirsi nelle specchiature presenti sulle pareti delle sale del Palazzo.
The Painting Race sfida le distanze canoniche tra opere e visitatori con un’esposizione dal carattere ludico e partecipativo, che punta anche a ironizzare sull’estrema competitività tipica delle fiere d’arte. Visitatrici e visitatori vengono così sollevati dal ruolo di spettatori passivi e vengono invitati a diventare protagonisti della mostra, pilotando le opere in solitaria o sfidando altre persone in una competizione di “pittura su ruote”.
L’idea dei Canemorto non è quindi quella di lanciare un messaggio di denuncia sociale, ma piuttosto di ribaltare le concezioni canoniche e spesso polverose legate al mondo dell’arte. «Noi preferiamo un approccio ironico e desacralizzante rispetto alla denuncia sociale vera e propria – racconta il trio di artisti –. La competizione è insita in tutti gli ambiti professionali: a volte rappresenta una difficoltà, altre volte offre uno stimolo. Un cambio di rotta sembra impossibile, o quantomeno utopico. Più che un messaggio, ci interessa veicolare un immaginario che abbiamo ideato, articolato e sviluppato nel corso degli anni, costituito dal culto religioso della Txakurra».
Il gruppo, infatti, che si compone di tre artisti anonimi, attivi dal 2007, indossa maschere, parla un idioma sconosciuto e venera Txakurra, una divinità canina, la musa a cui viene ispirata gran parte della loro produzione. Le opere realizzate a sei mani, infatti, sono un medium per diffondere questo culto misterioso, sfruttando i mezzi più disparati: graffiti, sculture, dipinti, ma anche tatuaggi e performance documentate da video caricati su Youtube. CANEMORTO ha esposto il proprio lavoro presso varie mostre personali, tra cui il Museo TAM di Matera, MATTA di Milano, il Centre Culturel Jean-Cocteau di Parigi, l’Artmossphere Biennale di Mosca, ma anche Above Second Gallery di Hong Kong, l’Urban Spree di Berlino e la FIFTY24MX Gallery, a Mexico city.
La mostra The Painting Race, visitabile fino al 16 marzo, si inserisce nell’ambito della dodicesima edizione di ART CITY Bologna – promossa dal Comune di Bologna insieme a BolognaFiere, in occasione di Arte Fiera – che si terrà dall’1 al 4 febbraio. In questa occasione la città si farà palcoscenico per accogliere la cultura contemporanea, che sarà esposta in vare sedi di realtà istituzionali pubbliche e private, ma anche gallerie d’arte e spazi indipendenti. «L’obiettivo – si legge sul sito – è quello di coinvolgere pubblici eterogenei, rendendo l’arte accessibile e ampiamente fruibile».