Altered Dolomia è il titolo del progetto fotografico di un giovane talento, Giorgia Archetti. Questo lavoro è un archivio che documenta l’antropizzazione dei territori montani, in particolare quelli delle Dolomiti. Ogni fotografia racconta di quanto il paesaggio dolomitico sia alterato e di quanto l’impatto umano vada oltre la presenza fisica, dal momento che ciò che resta è molto più importante. Le impronte dell’uomo sulle Dolomiti: una storia documentaristica che pone l’occhio su tutte quelle strutture che sono molto affollate in alta stagione, ma rimangono vuote e inutilizzate per il resto dell’anno.
Il lavoro ritrae un paesaggio che solitamente viene nascosto, soprattutto per promuovere i luoghi con finalità turistica. Quasi sempre l’immagine ricorrente del paesaggio dolomitico è idealizzata e distorta. Giorgia con il suo sguardo cerca invece un equilibrio tra l’elemento paesaggistico naturale e l’impronta artificiale. Il suo è un racconto di alternanza tra rocce e seggiovie, cascate e ristoranti, strade e ponti fino ad arrivare alla desolante presenza delle strutture sportive abbandonate.
Il progetto cerca di dare una visione generale dell’impatto umano che va oltre la sua presenza fisica sul territorio; del resto le persone sono di passaggio, mentre gli edifici restano. Il racconto acquista valore grazie all’assenza umana, poiché ognuno di noi alla vista di un impianto ricorda la folla e la follia di un vissuto improprio e forzato della montagna stessa. Le fotografie di Giorgia non si limitano a rappresentare il luogo nella sua bellezza, ma ne denunciano l’abuso in vista di una presenza futura. Il suo approccio è caratterizzato da una totale immersione nel territorio per conoscerne meglio le specificità attraverso l’esperienza diretta, a cui si aggiunge un chiaro rigore, proprio della fotografia d’architettura.