Il dieci maggio 2022 ho scritto un articolo sulle parole di Giuseppe Conte e Matteo Salvini a proposito di «armare l’Ucraina ma non troppo». Le avevo prese sul personale. Sia da Conte che aveva permesso all’esercito russo di arrivare alle porte delle basi italiane della Nato durante la pandemia, sia da Salvini che aveva posato sulla Piazza Rossa in maglietta con la faccia del dittatore. Da loro me lo aspettavo.
Durante il voto del dieci gennaio 2024 per l’ottavo pacchetto di aiuti militari italiani all’Ucraina, Conte e la sua cerchia che chiamano partito è stato coerente. Ma dal partito che sin dall’inizio ha sostenuto l’Ucraina, con Enrico Letta alla guida, non me l’aspettavo. Ora con la nuova segretaria Elly Schlein, il partito ha preso una direzione opposta, (con l’eccezione di tre bravi moschettieri alla camera e di sei al senato) ed è arrivato un colpo basso agli ucraini.
Le dichiarazioni del giorno dopo sul voto alla mozione del governo e altre scuse hanno solo confermato che il Pd di Elly Schlein ha deciso di fare politica sulla pelle degli ucraini. La fermezza nelle posizioni, il sostegno anche se solo con la parola o con un voto in più (l’ottavo pacchetto è stato confermato comunque), è fondamentale. Lo è stato sin dall’inizio, ma è ancora più importante in questi giorni. Quando si parla della stanchezza dell’Occidente, il PD alla fine la conferma, perché appare stanco di sostenere l’Ucraina, vuole qualcosa di diverso per recuperare l’elettorato perso, allora stringiamoci a Conte.
Mentre la Russia prolunga l’aggressione costruendo un’economia di guerra, uccidendo oltre agli ucraini anche la sua classe media, che nonostante questo preferisce stare in casa che in piazza, e l’Ucraina cerca di resistere mettendo in piedi una produzione autonoma di armi, arriva il 2024, l’anno molto decisivo delle elezioni negli Stati Uniti e in Europa per il Parlamento europeo.
Se il Partito democratico che aveva una solida posizione ha completamente cambiato la rotta, che cos’altro può succedere in caso la Russia prolungasse la guerra ancora per altri due anni? Chi altro deciderà di fare scelte politiche immorali? Che cosa andranno a raccontare all’elettore per convincerlo a farsi votare? Che cosa possiamo aspettarci dai vassalli fedeli della Russia che nel mese di gennaio hanno già riempito l’agenda di eventi propagandistici a Modena, Lucca, Bologna, Torino, Milano per indebolire il sostegno dell’Europa all’Ucraina?
Elly Schlein si è scandalizzata per il saluto romano ad Acca Laurentia, ma non si è scandalizzata per nulla del fatto che nella sala comunale di Modena, dove il sindaco è del suo partito, stavano per allestire la mostra su come la Russia «ha ricostruito» Mariupol. Il sindaco di Modena, pessimo tra l’altro nella gestione dell’evento, prima ha detto al Corriere della Sera che la sala è stata pagata dai russi e lui non c’entrava niente, e solo dopo ha deciso di leggere lo statuto comunale che vieta di organizzare eventi che propagandano la violazione dei diritti umani e quindi di cancellare l’evento.
Che cos’altro ci aspetta, allora? Gli abbracci sul palco agli eventi elettorali con l’ambasciatore russo? I balli con i kokoshnik in testa nelle piazze italiane?
Il Pd di Elly Schlein ha mandato un messaggio molto pericoloso agli altri partiti italiani ed europei, e a pagare il conto non sarà Elly Schlein, ma saranno di nuovo gli ucraini con la vita.