Sono più numerosi di quanto si possa pensare gli appassionati di gastronomia e ristorazione che, in caso di pranzi particolari, amano conservare il menu cartaceo redatto per l’occasione. Un po’ per avere sempre presente nomi e ingredienti dei piatti gustati, un po’ come ricordo tangibile di un’esperienza si immagina piacevole. Molti di questi momenti sono importanti per noi e per i vari protagonisti, ma certo il mondo non si è fermato per sapere quanti primi sono stati serviti al matrimonio di nostro fratello o in quella particolare cena a quattro mani stellate, anche se non è cosa di tutti i giorni…
Il discorso cambia alquanto se il menu è quello di un pranzo che vede sedere al tavolo i fortunati invitati all’incoronazione di Elisabetta II o dell’ultimo zar Nicola II, oppure il presidente Cossiga assieme a Michail Gorbaciov e alla signora Rajssa Gorbaciova all’indomani della caduta del muro di Berlino, o ancora se il menu in questione è niente meno che quello del Titanic e porta impressa la data del 14 aprile 1912.
Ebbene, per curiosi e appassionati del tema c’è un’imperdibile occasione per osservare, leggere e studiare un numero impressionante (quattrocento) di menu originali, significativi per il momento storico nel quale sono stati compilati o per le personalità coinvolte in appuntamenti ufficiali svoltisi di fronte a una tavola imbandita.
Si tratta della mostra “Un Mondo di Menu, la grande Storia a tavola” e sarà possibile visitarla – gratuitamente – da venerdì 5 a domenica 7 aprile presso i locali di Garum, Biblioteca e Museo della Cucina, a Roma via dei Cerchi 87. Location perfetta, perché si tratta di un museo dedicato alla storia e allo studio della gastronomia, delle tradizioni culinarie e delle evoluzioni storiche dei prodotti e dei piatti tipici.
I menu oggetto della mostra provengono dalle principali collezioni a tema, sia private che pubbliche, e molti di questi saranno esposti al pubblico per la prima volta. L’importanza di questi oggetti risiede non solo nella loro dimensione artistica, quali opere spesso molto elaborate e di pregiata fattura, ma anche nella loro capacità di testimoniare un’evoluzione sociale, politica ed economica da un punto di vista originale eppure di forte contatto con la realtà quotidiana come può essere quella della tavola, pur in occasioni del tutto particolari quali gli eventi celebrativi o gli incontri diplomatici.
L’esposizione è stata suddivisa in diciotto capitoli tematici. Come ogni esperienza gastronomica di alto livello inizia con un’Entrée che racconta come nasce e si sviluppa l’idea e l’oggetto menu nel tempo, grazie all’esposizione del più antico menu a stampa conosciuto (datato 1803) e le prime edizioni dei maggiori teorici del menu (Grimod de La Reynière, Câreme, Escoffier…). Un percorso ragionato guida il visitatore dal servizio alla francese al servizio alla russa, fino a Gualtiero Marchesi, Massimo Bottura e Alain Ducasse, passando anche per il menu delle celebrazioni per lo Statuto Albertino (1848).
Il capitolo successivo (“Pranzi inquieti”) è dedicato a momenti convulsi che sono stati fondanti della storia moderna e contemporanea, come il menu per la visita a Londra di Garibaldi (1864), quelli legati alle celebrazioni per la Breccia di Porta Pia, quelli legati alla Rivolta dei Boxer (1900). Saranno inoltre esposti in questa sezione, per la prima volta al mondo, i menu del primo pranzo fra Hitler e Mussolini (1934) e quelli di Castro e Kennedy correlati al periodo delle nazionalizzazioni cubane e alla cosiddetta “Crisi dei Missili” fino a giungere ai tristemente noti menu del Windows of the World, il ristorante delle Torri Gemelle.
Seguono poi le sezioni dedicate ai grandi pionieri (Lindbergh, Earhardt e De Pinedo) alle grandi spedizioni esplorative, quelli celebrativi di grandi opere (Canale di Panama, Tour Eiffel), quelli che raccontano la quotidianità durante le guerre mondiali, quelli dei banchetti reali e così via, con sezioni speciali dedicate anche ai menu del Quirinale e ai ricevimenti, colazioni e pranzi di Stato offerti agli ospiti dai presidenti della Repubblica, e ai menu delle grandi Expo, dal 1851 al 2015.
Alla mostra hanno collaborato fra gli altri Maurizio Campiverdi, proprietario della più vasta collezione di menu conosciuta, Academia Barilla, Istituto Luigi Sturzo, Museo Panini di Modena, Casa Artusi, Zeppelin Museum di Friedrichschafen e l’Archivio Storico della Presidenza della Repubblica, mentre la curatela di evento e catalogo (con prefazione del professore Alberto Capatti) è di Maurizio Campiverdi, Franco Chiarini, Giulio Fano, Matteo Ghirighini e Roberto Liberi.