Attraversamenti pericolosiTorna Bettini, con Tarquinio e Conte, panico tra i socialisti del Pd

Alla presentazione del suo ultimo libro, l’intellettuale della vecchia cara Ditta ha mostrato il lato peggiore e più anti-occidentale di una certa sinistra. Per fortuna che nel partito non conta più di tanto

Mauro Scrobogna/LaPresse

Marco Tarquinio è «un fiore all’occhiello», dice Goffredo Bettini. Dipende quale fiore. Uno che non vuole sostenere militarmente l’Ucraina ne accelera obiettivamente la morte: sarà un crisantemo, semmai. Bettini è tornato, come il film di propaganda sul Migliore dopo l’attentato del ’48, “Togliatti è tornato”, con il solito Auditorium pieno di amici e compagni, dallo stesso Tarquinio a Giuseppe Conte, con il suo ennesimo libro sempre accattivante intitolato “Attraversamenti”, che è un bel titolo perché in effetti Bettini ha attraversato varie epoche politiche e conosciuto mille personaggi importantissimi.

Certo, da Pietro Ingrao a Marco Tarquinio il salto è da record del mondo, ma sta di fatto che oggi questo dirigente che continua ad andare e venire e forse a fare e disfare (ma molto meno di una volta) sta scavalcando a sinistra, diciamo così, pure Ingrao, attaccando come un pro Pal dell’università «l’estremismo bellicista, occidentalista, a-tla-ntista (scandisce così, ndr)» e l’Europa «silente e subalterna» a tutto questo.

Tarquinio no, è l’antitesi perfetta alla deriva, perché pronuncia la parola «pace» (anzi, «pasce», alla romana), come se il popolo ucraino godesse a fare la guerra e a contemplare le sue città rase al suolo.

L’estremismo anti-occidentale, forse maturato nei lunghissimi soggiorni thailandesi o forse dovuto a un tarda e finale prevalenza del pasolinismo, non esime tuttavia Bettini a esprimere apprezzamento per Elly Schlein, quando è abbastanza noto che ne è sempre più distante, e per l’ex figlioccio Nicola Zingaretti, che ormai in privato disconosce con parole non proprio benevolissime, tanto che i suoi danno indicazione di non votarlo, meglio Matteo Ricci.

Naturalmente Bettini è un battitore libero che non ha più molta influenza sulla linea del Partito democratico, checché se ne dica, e tuttavia è l’emblema colto della vecchia cara Ditta che non ha smesso di sognare il ritorno al potere insieme all’avvocato del popolo.

Però di fronte a quelle parole diventa inevitabile chiedersi come possano essere compatibili quelle posizioni anti-occidentali con la posizione del Nazareno che, per quanto talvolta oscillante, è chiara sul valore dell’atlantismo.

Quanto all’amico avvocato, con il quale immagina prima o poi una federazione o addirittura una fusione, “Goffredone” ha detto che «il governo Conte 2 è stato il più di sinistra che abbiamo mai avuto». E noi che non ce n’eravamo accorti!

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