Mentre la legge sugli agenti stranieri riceve tutto l’interesse mediatico possibile, il Parlamento georgiano ha appena disposto un altro veto, questa volta sugli emendamenti del codice tributario in vigore in Georgia, che di fatto rende l’ingresso nel Paese di patrimoni offshore del tutto tax free.
Le modifiche sono state approvate dal partito di maggioranza Sogno georgiano lo scorso 19 aprile, che con una procedura accelerata ha fornito numerose agevolazioni fiscali per tutte quelle società e quei privati che spostano tutt’ora i loro beni dai paradisi fiscali alla Georgia. Questa normativa, introdotta nel mezzo delle proteste relative alla legge sugli agenti stranieri, ha raccolto a sua volta molte critiche. Alcuni analisti ritengono che la norma potrebbe rendere la Georgia una destinazione ideale per fondi illeciti e riciclaggio di denaro, oltre a poter consentire a Bidzina Ivanishvili, il fondatore miliardario e presidente onorario di Sogno georgiano e a tutti i suoi collaboratori, di poter eludere possibili sanzioni da parte dell’Occidente.
Secondo quanto previsto dal provvedimento, nel caso di un trasferimento di una società già registrata in un Paese straniero con una tassazione agevolata (zone offshore) a una georgiana, l’impresa o i partner coinvolti sarebbero esentati dal pagamento della tassazione connessa alle entrate percepite.
Il presidente della commissione parlamentare per il Bilancio e le Finanze, Paata Kvizhinadze, ha spiegato che molte società offshore stanno in realtà tornando nei loro Paesi d’origine perché «viene garantita maggiore trasparenza, più monitoraggio e le tasse sono nel frattempo aumentate» nelle aree più gettonate. Sogno georgiano non ha intenzione di perdere quest’opportunità.
Secondo molto analisti, tuttavia, la proposta sarebbe stata introdotta per garantire un ritorno sicuro in Georgia degli asset di Bidzina Ivanishvili. «Al miliardario è concesso trasferire proprietà e azioni nascoste all’esterno in Georgia senza che gli sia richiesto il pagamento di alcuna tassazione, e così aggira la legislazione disposta a prevenire il riciclaggio di denaro», osserva il parlamentare georgiano Roman Gotsiridze. «La Georgia sta diventando un paradiso fiscale per il denaro sporco, non solo un paradiso offshore, un hub per aggirare gli altri», ha commentato invece con un post su Facebook Aleksandra Aroshvili, ricercatrice di politiche sociali.
I beni che le società andranno a trasferire, come aerei, automobili o macchinari, riceveranno un’esenzione dal pagamento di dazi doganali e saranno esonerati fino al 2030 dal dover pagare alcuna tassa sui beni di proprietà. Questo regime fiscale si applica a tutte le persone fisiche o giuridiche che detengono la proprietà del cento per cento dei propri assets, siano offshore o già in fase di trasferimento in Georgia.
La mancanza di trasparenza di questa legge, sommata al contenuto e alla velocità della sua emanazione, ha provocato clamore oltre a sollevare speculazioni rispetto al suo effettivo obiettivo. Sin dall’inizio, ben prima che fosse chiaro che Sogno georgiano stesse insistendo sull’approvazione della legge di stampo russo relativa agli agenti stranieri, in molti sostenevano che Ivanishvili si stesse preparando con questi emendamenti alle sanzioni occidentali in arrivo.
«Per paura di incorrere in sanzioni, Ivanishvili sta fuggendo dai paradisi fiscali», ha commentato il parlamentare Roman Gotsiridze. La ricchezza del miliardario, sommata a tutte le attività offshore, è più che nota. Si stima si aggiri ben oltre i sei miliardi di dollari. Nel 2021 un’organizzazione anticorruzione locale, Transparency international Georgia, ha individuato venti società offshore legate al presidente onorario del partito di maggioranza. Inoltre, il suo nome è stato coinvolto negli scandali dei Panama papers, dei Pandora papers e di molte altre indagini.
Se gli Stati Uniti hanno già imposto restrizioni di viaggio per Ivanishvili e gli altri parlamentari di Sogno georgiano, e stanno preparando anche sanzioni di tipo finanziario, cresce invece l’incertezza sull’Europa. Se anche questa, che ospita parte del patrimonio di Ivanishvili e dei suoi alleati, si dimostrerà capace o meno di fare la sua parte. Un fallimento in questo senso, si teme potrebbe costituire un incoraggiamento per ulteriori interventi simili e così facilitare uno scivolamento della Georgia nel vassallaggio russo.