Change, resetLa prima settimana da leader europeo di Keir Starmer

Il vertice della Comunità Politica Europea e lo storico incontro col presidente ucraino Zelensky hanno rilanciato il ruolo diplomatico di Londra che intende rafforzare i legami con i partner europei su questioni cruciali come difesa, sicurezza e diritti umani

LaPresse

La seconda settimana di sir Keir Starmer da primo ministro del Regno Unito può essere già considerata uno snodo fondamentale per il suo mandato, con il leader laburista che ha posto le fondamenta per i progressi che i cittadini britannici e i partner globali si attendono dal suo governo. Nella giornata di mercoledì 17 giugno, hanno preso ufficialmente il via i lavori parlamentari della nuova legislatura, inaugurati dalla presentazione del programma laburista; giovedì 18 è stato invece il giorno del vertice della Comunità politica europea, ospitato in terra inglese da Starmer, un padrone di casa pronto ad avvicinarsi all’Europa.

«In linea di massima la transizione dall’amministrazione Tory a quella laburista è avvenuta nel modo migliore che si potesse sperare», ha commentato il Guardian, parlando di «un enorme sollievo e un cambiamento del mood», nei giorni immediatamente successivi alla vittoria di Starmer. In parlamento, la nuova era del Labour è partita dall’annuncio di numerosi disegni di legge, tra riforme significative e promesse da mantenere, con svolte potenzialmente rivoluzionarie ma anche con la proposta di un riordino legislativo che possa combinare le due parole chiave della campagna di Starmer: «Change» e «Reset». Un esempio è la «Legge Liz Truss», che alla luce della disastrosa manovra economica con cui l’ex premier dei Tories ha messo in crisi il paese nel 2022, stabilisce che tutte le misure fiscali di questo tipo devono essere accompagnate da una valutazione indipendente dell’Ufficio per la responsabilità del bilancio.

Il nuovo esecutivo Labour punterà anche sulla sostenibilità, con l’istituzione di GB Energy, la società statale che si occuperà di energia pulita, ma anche sulla pianificazione e sulle infrastrutture per semplificare e accelerare la costruzione di nuove case, contrastando la crisi abitativa. Tra le altre proposte di legge, spicca quella sui diritti dei lavoratori (da presentare in parlamento nei primi cento giorni di governo), che vieta i «contratti a zero ore», secondo cui il datore di lavoro non è obbligato a fornire alcun numero minimo di ore lavorative al dipendente, e interviene anche sulle pratiche di licenziamento e riassunzione. C’è poi il capitolo legato a frontiere, asilo e immigrazione: i laburisti puntano a istituire un nuovo Comando per la sicurezza e limitare il numero di attraversamenti illegali della Manica.

L’agenda è piena e dopo i fallimenti dell’era conservatrice, oltre a intervenire in patria, Starmer è chiamato anche a riportare il Regno Unito al centro dell’arena globale. Il summit della Comunità politica europea ha rappresentato l’occasione perfetta per mostrare la nuova immagine del paese, dopo il convincente esordio al vertice Nato della scorsa settimana. A Washington, il primo ministro ha ricevuto un’accoglienza da eroe, ha scritto Politico. Starmer è stato ricoperto di lodi da parte dei principali esponenti Dem americani: «Si adatta perfettamente» a questo ruolo, ha detto un ex alto funzionario della Casa Bianca.

Alla vigilia del vertice europeo, poi, sir Keir ha promesso una nuova era di legami più stretti con l’Europa, con il ministro degli Esteri David Lammy che premerà per rafforzare il rapporto con Bruxelles al Consiglio degli affari esteri in Lussemburgo a ottobre. Come ha sottolineato il Sunday Telegraph, la presenza di Lammy sarà tutt’altro che banale, perché sarà solo la seconda volta che il Regno Unito invierà un ministro britannico dalla Brexit in poi.

Starmer ha confermato in pieno queste intenzioni a Blenheim Palace, l’imponente residenza situata tra le colline dell’Oxfordshire che ha ospitato il summit comunitario, chiarendo che la Gran Bretagna è «tornata sulla scena mondiale» e annunciando nuove misure per affrontare l’immigrazione illegale e sostenere l’Ucraina. «Non è solo una buona idea lavorare con i nostri partner. È essenziale», ha specificato Starmer. «Possiamo fare progressi sui temi che stanno a cuore a così tante persone, come l’immigrazione illegale e la sicurezza nazionale, solo se abbiamo la maturità e la leadership per tendere una mano ai nostri amici europei».

Al vertice hanno presenziato oltre quaranta tra leader e rappresentanti europei, come il presidente francese Emmanuel Macron, con l’intenzione di ristabilire le relazioni tra Regno Unito e Ue: Macron ha proseguito la conversazione sull’avvicinamento tra le parti anche privatamente con Starmer. Il primo ministro britannico ha annunciato varie misure di cooperazione sul tema dell’immigrazione: la principale è stata la conferma che il governo laburista investirà milioni di sterline in aiuti per migliorare le opportunità e l’assistenza sanitaria all’estero, ma sono state incluse anche altre proposte, tra cui una più stretta collaborazione con Europol e le squadre Frontex.

Nei suoi commenti di apertura, Starmer ha poi ribadito che il primo compito del summit era «confermare il nostro fermo sostegno all’Ucraina, unirci ancora una volta dietro quei valori che apprezziamo e dire che affronteremo insieme l’aggressione», nel segno dei diritti umani tanto cari a un giurista come sir Keir. Un altro momento intenso è stato l’intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha avvertito riguardo all’atteggiamento del presidente ungherese Viktor Orbán e alle sue controverse azioni delle ultime settimane, tra Mosca e Pechino. Il presidente ucraino aveva già incontrato Starmer al vertice Nato, ma questa è stata la prima occasione per dialogare con una delegazione più ampia del governo laburista, ansiosa di ribadire il sostegno del Regno Unito.

Prima del vertice, Starmer ha affermato che l’Europa è «in prima linea in alcune delle più grandi sfide del nostro tempo»: l’obiettivo del nuovo governo laburista, confermato in questa settimana, è quello di cambiare faccia al paese, sia a livello domestico che internazionale. Con il «ritiro» strategico degli Stati Uniti nel caso di una vittoria di Donald Trump, il Labour deve rinnovare il ruolo del Regno Unito in Europa, anche con un accordo di sicurezza tra Londra e Bruxelles. A simboleggiare questa svolta europeista, i funzionari britannici hanno portato al vertice una copia del Trattato di Londra del 1949, che ha fondato il Consiglio d’Europa, per mostrarlo ai loro amici europei. Con Starmer al potere nuovi trattati potrebbero essere all’orizzonte. 

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