Sir Keir Starmer ha chiarito le sue intenzioni sin dal primo discorso dopo la vittoria elettorale. «Sl cambiamento inizierà immediatamente», ha detto dopo la vittoria schiacciante alle elezioni del 4 luglio. Una promessa diretta, facile, «ricostruire» il Paese. Il nuovo primo ministro del Regno Unito vuole intervenire, tra le altre cose, sulla ripresa economica, le politiche green, la sicurezza e la gestione dell’immigrazione. Soprattutto, però, uno degli obiettivi principali dell’esecutivo laburista è rivitalizzare il Servizio sanitario nazionale, l’Nhs, ormai da anni in ginocchio.
Il sistema sanitario che i laburisti hanno ereditato dai conservatori è in condizioni disastrose rispetto a quello che John Major lasciò a Tony Blair nel 1997: il livello di soddisfazione dei cittadini riguardo al servizio sanitario è il più basso da quando sono iniziati i rilevamenti quarant’anni fa e meno di una persona su quattro è soddisfatta dell’Nhs, in calo rispetto al settanta per cento del 2010. Persino ottenere cure dentistiche attraverso la sanità pubblica è diventato impossibile per milioni di persone e alcune zone del paese sono state definite dei «deserti dentali», ovvero luoghi dove c’è una carenza di studi dentistici in grado di servire la popolazione o dove non c’è più posto negli studi esistenti per accettare nuovi pazienti. Questa situazione ha lasciato decine di persone senza accesso a prestazioni di base, anche solo per un controllo in caso di problemi gengivali o di carie.
Per il nuovo governo non c’è tempo da perdere e il nuovo segretario alla Salute, Wes Streeting, che da anni si occupa di sanità per il Labour, si è confrontato già dalle prime ore del suo incarico con la British medical association (Bma), il sindacato che rappresenta migliaia di medici dell’Nhs, sottolineando di voler riavviare i colloqui nel tentativo di porre fine alla lunga disputa salariale con i sanitari junior.
La Bma ha condotto una serie di scioperi per sostenere la sua richiesta di aumento salariale e compensare quelli che definisce quindici anni di difficoltà contrattuale di fronte all’aumento dell’inflazione. Starmer ha già dichiarato che il suo governo non potrà soddisfare in toto le condizioni poste dal sindacato, soprattutto per via delle carenti finanze pubbliche ereditate dalla gestione Tory, ma ha promesso di volersi approcciare in modo «maturo» per risolvere «effettivamente i problemi e far funzionare di nuovo il nostro Nhs».
La leadership laburista sa che riparare il sistema sanitario è un fronte su cui il governo sarà giudicato già dai primi mesi: nei sondaggi sulle principali preoccupazioni degli elettori, l’Nhs figura sempre tra le priorità, accanto o leggermente dietro al contesto macroeconomico. Un nuovo rapporto sul sentiment pubblico durante le elezioni ha rivelato quanto fragile potrebbe essere la vittoria laburista se Starmer non riuscisse a mantenere la sua promessa di «cambiamento». L’Nhs è proprio l’area dove le persone desiderano vedere una svolta e secondo la ricerca tutti i cittadini che hanno partecipato ai sondaggi e ai focus group avevano avuto, o conoscevano qualcuno che aveva avuto, una brutta esperienza con un appuntamento per il medico di base o con una lista d’attesa.
Per affrontare questa sfida Starmer ha chiamato rinforzi dall’era Blair, come Alan Milburn, ex segretario alla Salute laburista all’inizio degli anni duemila, come rinforzo per aiutare a gestire la situazione. «La politica dei conservatori si concentra sul sostegno a medici e infermieri. Ma alla fine, come ho scoperto da segretario alla Salute, sei lì per rappresentare i pazienti», ha detto in passato Milburn.
Un altro reduce del blairismo è Paul Corrigan, uno degli architetti delle riforme dell’era Blair-Milburn che hanno introdotto nuove cliniche private nel sistema, poi bloccate e accantonate da Gordon Brown e il suo team. Corrigan in passato si è soffermato sulla natura del sistema sanitario britannico, suddiviso in oltre duecento trust regionali, evidenziandone la scandalosa disparità, con strutture virtuose e altre meno efficienti; Streeting desidera incentivare i migliori trust a continuare su questa strada, con maggiore libertà, e a intervenire laddove c’è necessità di cambiamento.
Il piano per la sanità del Labour è nel complesso ambizioso e occupa ben dodici pagine del suo manifesto elettorale, con la volontà di «costruire un Nhs adatto al futuro». Il Labour punta ad aumentare gli appuntamenti sanitari di due milioni all’anno (in media quarantamila a settimana), entro la fine del suo primo anno al governo, e allo stesso tempo di ridurre i tempi d’attesa, garantendo che oltre il novanta percento dei pazienti venga visto entro diciotto settimane, entro la metà del 2029. Le riforme includeranno «il ritorno del medico di famiglia» e un «piano di rilancio dell’odontoiatria».
È interessante anche notare che Streeting stia parlando dell’Nhs come di un servizio di reinserimento lavorativo. Invece di chiedere soldi al Tesoro, ha affermato che il suo Nhs «porterà miliardi di sterline di crescita». Durante una recente conferenza organizzata dal Tony Blair Institute, ha dichiarato che il piano del governo laburista per ristrutturare la sanità sarà fondamentale per sostenere la ripresa del Regno Unito: «Non è più solo un servizio pubblico, è un dipartimento per la crescita economica», ha spiegato il ministro. Questo richiama un’altra idea di Corrigan: l’Nhs potrebbe essere ricompensato quando «una persona ottiene un lavoro» dopo un periodo di malattia. Ad esempio, se il sistema aiuta un paziente assente dal lavoro per ansia o depressione, riceverebbe un pagamento una volta che il paziente è tornato in attività.
Il nuovo Labour ha molte idee su cui lavorare, ma approcciarsi alla riforma di un sistema sanitario come quello britannico non è semplice: l’Nhs ha un personale molto numeroso (1,4 milioni), quasi uno «Stato nello Stato».
I piani per riformarlo devono essere elaborati con attenzione e richiedono anni per la progettazione e l’attuazione. I Tories non sono mai stati ritenuti affidabili in materia di salute, anche quando si sono presentati come sostenitori dell’Nhs, investendo denaro in un sistema fallimentare e inefficiente; i laburisti, al contrario, godono di maggiore fiducia e preparazione sul tema e Streeting sembra determinato a trasformare questa fiducia in azione.
Per ottenere risultati entro il quinto anno del governo Starmer bisogna intraprendere azioni serie fin dall’inizio e il Labour sa che il cambiamento si costruisce giorno dopo giorno, a piccoli passi. Dopo la Seconda guerra mondiale, è stato proprio il Partito laburista a fondare il Sistema sanitario nazionale: adesso è chiamato a rifondarlo, per salvarlo dalle macerie lasciate dai Tories.